Il direttore generale ha parlato anche delle immatricolazioni registrate a novembre in Italia e di altro ancora
- Circa 158.000 immatricolazioni in meno rispetto ai primi 11 mesi del 2021
- Quest’anno potrebbe chiudersi con circa 1,31 milioni di vendite
- Il 2022 terminerà con oltre 290 milioni di euro di incentivi avanzati
Il mercato dell’auto in Italia si è concluso a novembre con un aumento per il quarto mese consecutivo. Rispetto a novembre 2021, sono stati venduti oltre 14.700 esemplari in più.
Inoltre, Cardinali ha lanciato un allarme sui 290 milioni destinati agli incentivi che sono ancora nelle casse dello Stato. Egli sostiene che, se non si vuole trasferite questo budget ai fondi per il 2023, sarebbe opportuno destinarlo all’aumento delle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici.
Circa 158.000 immatricolazioni in meno rispetto ai primi 11 mesi del 2021
Quattro mesi consecutivi di incremento, secondo Cardinali, sono un’indicazione abbastanza solida. Rispetto al periodo gennaio-novembre dello scorso anno, però, c’è un deficit di circa 158.000 immatricolazioni e di oltre 44.000 rispetto al 2020. Rispetto al 2019, l’ultimo anno prima dello scoppio della pandemia di COVID-19, la differenza è di quasi 560.000.
Quest’anno potrebbe chiudersi con circa 1,31 milioni di vendite
Il 2022 potrebbe chiudersi con circa 1,31 milioni di immatricolazioni, in calo rispetto agli 1,458 milioni del 2021 e agli 1,38 milioni del 2020. Resta comunque da vedere come si concluderà il mese corrente.
A novembre c’è stato un aumento delle vendite negli ultimi tre giorni, in misura maggiore rispetto allo scorso anno. In contemporanea, le autoimmatricolazioni sono diminuite del 7,3%. Ciò potrebbe essere dovuto ai noleggi a lungo termine o anche a breve termine, che sono cresciuti rispettivamente del 63% e del 165%.
Il 2022 terminerà con oltre 290 milioni di euro di incentivi avanzati
È ormai chiaro che a fine 2022 avanzeranno oltre 290 milioni di euro, ancora disponibili nelle fasce 0-20 e 21-60. Perciò Cardinali sostiene che l’implementazione degli incentivi andava e va tuttora corretto sulla base dell’esperienza fornita da dati chiari.
“È evidente che se si tagliano fuori dal contributo 2/3 della domanda i fondi avanzeranno”, ha dichiarato il presidente dell’UNRAE. Il dirigente spiega poi che, per il settore automobilistico, c’è già un piano dedicato agli incentivi.
“Le congiunture e i costi dell’energia hanno obbligato il governo a utilizzare tutti i fondi sui settori deboli e senza provvedimenti protettivi già in atto”. Attualmente, il Governo italiano è concentrato “sui dossier più complessi” in quanto ci sono priorità molto urgenti per tutti i settori, come quello energetico.
Per lunedì 5 dicembre è stato convocato un tavolo automotive del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che, in questo momento, sembrerebbe più orientato al lato della filiera produttiva. Tuttavia, Andrea Cardinali sostiene che si parlerà senz’altro della domanda di mercato e della dotazione infrastrutturale.