Nove vittime solo nei primi cinque giorni del mese, una media molto più alta di quella registrata nei mesi precedenti
238: è il numero di pedoni che dall’inizio dell’anno ad oggi hanno perso la vita sulle strade italiane. Una cifra spaventosa quella che è stata diramata da Asaps, che per altro è solamente parziale, visto che non tiene conto dei gravi feriti che molto spesso perdono la vita negli ospedali anche a distanza di mesi e che non sono conteggiati dall’Istat, che si ferma invece a 30 giorni dopo il sinistro.
Strage di pedoni
Ciò che preoccupa maggiormente l’associazione è che molti pedoni sono stati uccisi nel luogo più sicuro, quanto meno teoricamente, ovvero sulle strisce pedonali dei centri urbani, e tutto questo si è verificato “nonostante sia prevista la perdita di 8 punti dalla patente in caso di mancata precedenza da parte dei conducenti di veicoli”. Non solo: in alcuni casi i pedoni sono stati uccisi camminavano tranquilli sul marciapiede.
Lazio, un cimitero
Anziani bersagliati
Il report Asaps si concentra infine sull’età dei pedoni deceduti sulle strade italiane, spiegando che “ben 112 pedoni, quindi oltre il 45% del totale, avevano più di 65 anni, mentre purtroppo 11 pedoni avevano meno di 18 anni, di cui due deceduti ad aprile, uno a giugno, un piccolo in Veneto e una bimba di appena sei anni, scappata dalla guerra in Ucraina e morta a Potenza, e l’ultimo il 13enne a Negrar di Valpolicella, lo scorso 31 luglio”.