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Strage di pedoni: inizio agosto da incubo

Nove vittime solo nei primi cinque giorni del mese, una media molto più alta di quella registrata nei mesi precedenti

Strage di pedoni: inizio agosto da incubo

238: è il numero di pedoni che dall’inizio dell’anno ad oggi hanno perso la vita sulle strade italiane. Una cifra spaventosa quella che è stata diramata da Asaps, che per altro è solamente parziale, visto che non tiene conto dei gravi feriti che molto spesso perdono la vita negli ospedali anche a distanza di mesi e che non sono conteggiati dall’Istat, che si ferma invece a 30 giorni dopo il sinistro.

Strage di pedoni

Ciò che preoccupa maggiormente l’associazione è che molti pedoni sono stati uccisi nel luogo più sicuro, quanto meno teoricamente, ovvero sulle strisce pedonali dei centri urbani, e tutto questo si è verificato “nonostante sia prevista la perdita di 8 punti dalla patente in caso di mancata precedenza da parte dei conducenti di veicoli”. Non solo: in alcuni casi i pedoni sono stati uccisi camminavano tranquilli sul marciapiede.

Lazio, un cimitero

A livello regionale, dall’inizio dell’anno ad oggi il Lazio si sta dimostrando un vero e proprio teatro di strage con 40 decessi, quasi un sesto del totale, di cui ben 20 a Roma: seguono per maggior numero di vittime il Veneto e la Lombardia, entrambe con 25 decessi. Uno sguardo anche ai singoli mesi: i decessi conteggiati a gennaio sono stati 53, mentre sono stati 36 a febbraio, 31 a marzo, 18 ad aprile, 21 a maggio, 32 a giugno e 38 quelli a luglio. Agosto, da questo punto di vista, non è iniziato nel migliore dei modi: solo nei primi cinque giorni del mese sono già 9 i pedoni morti sulle strade italiane, una media che sen confermata porterebbe il conteggio mensile a 54 vittime.

Anziani bersagliati

Il report Asaps si concentra infine sull’età dei pedoni deceduti sulle strade italiane, spiegando che “ben 112 pedoni, quindi oltre il 45% del totale, avevano più di 65 anni, mentre purtroppo 11 pedoni avevano meno di 18 anni, di cui due deceduti ad aprile, uno a giugno, un piccolo in Veneto e una bimba di appena sei anni, scappata dalla guerra in Ucraina e morta a Potenza, e l’ultimo il 13enne a Negrar di Valpolicella, lo scorso 31 luglio”.

FP | Andrea Trezza RIPRODUZIONE RISERVATA

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