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Semiconduttori, crisi senza fine. “Persa” la produzione di altri 4,5 milioni di auto

Con una produzione “irrecuperabile” di quasi 1,5 milioni di auto, secondo l’analisi della società americana Auto Forecast Solutions (AFS) nel 2022 Stellantis è il gruppo a livello planetario più penalizzato dalla crisi dei semiconduttori. Nell’anno che sta per finire, ammonterebbe a 4,5 milioni il numero di auto non fabbricate nel mondo per effetto dei colli di bottiglia sui microprocessori, che hanno impattato in maniera minimale sulle case cinesi e anche relativamente poco su quelle coreane. Malgrado le severe restrizioni per contenere la diffusione del Covid, il governo di Seul aveva concesso autorizzazioni particolari a chi lavorava nel comparto. I 4,5 milioni del 2022 si sommano ai 7,7 milioni calcolati dalla Alix Partner per il 2021. Il conto è però destinato a salire ancora: sempre seconda la AFS, nel 2023 la mancata produzione sarà di ulteriori 3 milioni di macchine. La recessione e la conseguente minor richiesta di microprocessori proveniente dall’elettronica di consumo, i nuovi contratti di fornitura e anche il calo della domanda di auto dovrebbe contribuire ad una progressiva “normalizzazione” della situazione. I costruttori più penalizzati sono risultati quelli americani e quelli europei. Dietro Stellantis ci sono General Motors (1,3 milioni di auto non prodotte “irrecuperabili”) e Ford (800.000). Su livelli inferiori, ma non troppo lontani da quelli dell’Ovale Blu, ci sono poi Toyota e Volkswagen, ossia il primo e il secondo gruppo mondiale. Le case automobilistiche della Cina sembrano aver scelto il momento giusto lanciare l’offensiva in Europa, potendo offrire auto complete e, almeno negli annunci, senza ritardi nei tempi di consegna. La politica “zero Covid” perseguita dal governo di Pechino ha avuto conseguenze sulla produzione, che ha penalizzato più la catena di fornitura destinata all’estero che ai costruttori nazionali. Non a caso l’Unione Europea aveva approvato un piano da 43 miliardi per sostenere gli investimenti comunitari nel settore dei microprocessori e lo stesso presidente USA Joe Biden si era sbilanciato al Salone di Detroit promettendo di riportare la produzione dei semiconduttori nel paese che li aveva inventati, gli Stati Uniti appunto. La minor disponibilità di prodotto ha fatto lievitare i prezzi e messo in difficoltà soprattutto le famiglie a basso reddito perché le case automobilistiche hanno puntato sui modelli più redditizi. Per ovviare alla carenza di semiconduttori alcuni modelli vengono offerti ancora con opzioni analogiche (ma le prescrizioni sulla sicurezza non ammettono eccezioni), altri consegnati con la garanzia di successivi aggiornamenti. Le cifre dell’OICA, l’International Organization of Motor Vehicle Manufacturers, rivelano una lenta ripresa rispetto ai tempi pre pandemia. Nel mondo nel 2019 erano state fabbricate 91,183 milioni di auto, scese a 77,712 nel 2020 per effetto delle ripetute e talvolta prolungate chiusure degli stabilimenti dovute alle restrizioni per contenere la diffusione del virus. Lo scorso anno, sul quale ha pesato la carenza di semiconduttori, erano state prodotte 80,145 milioni di vetture.

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