Facendo di necessità virtù, nel 1986 Seat cambiò nome e connotati alla Panda che già produceva su licenza. E la vendette agli italiani
Nel 1984, dopo oltre 30 anni, la lunga collaborazione tra Seat e Fiat che nel ’51 aveva letteralmente fatto nascere la Casa spagnola terminò. Il colosso torinese stava trattando con il governo spagnolo un aumento di capitale che avrebbe dovuto dare nuova linfa al marchio di Martorell, ma anche più controllo a Mirafiori, e il mancato accordo finì per sancire la separazione.
Ancora una mano italiana
Intendiamoci, il cambiamento non fu immediato, anche se il nome Marbella era comparso già dal 1983 per indicare un allestimento speciale della Seat Panda e fu adottato come nome del modello rinnovato nel 1986, anno dell’avvicendamento.
Nel frattempo, la dirigenza chiese a Giorgetto Giugiaro, autore della linea della Panda, di disegnarne una versione rimodellata cambiandone un po’ i tratti, ma senza rinunciare all’essenzialità e all’economia che erano le armi dell’utilitaria.
Le modifiche si concentrarono sulle forme di fari e cofano, più inclinati e trapezoidali i primi, più avvolgente il secondo, e secondariamente del portellone e dei fascioni, che diedero alla nuova nata un aspetto più fresco e personale. Il resto lo fecero alcune accortezze produttive, come i rivestimenti più estesi delle portiere interne e altri dettagli che risultarono talvolta persino più curati rispetto ai modelli base delle Panda originali.
La struttura rimase tuttavia quella del modello di origine, portandosi dietro le sospensioni posteriori a balestra che nel frattempo, sulla Fiat Panda ristilizzata uscita proprio nell’86 avevano lasciato il posto all’assale Omega e alle molle elicoidali. Quanto ai motori, si ripartì dai propulsori della Seat Panda 35 e 40, ossia i piccoli quattro cilindri di 843 e 903 cc da 34 e 39 CV, su cui gli accordi per la produzione su licenza proseguirono.
Lunga carriera
La Marbella non ricevette evoluzioni rilevanti, a parte aggiornamenti dei motori, soprattutto il “900” che nel ’97 fu addirittura dotato di accensione elettronica e un nuovo cambio di origine Volkswagen, diventata proprietaria di Seat proprio nell’86.