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Salvini: "dire no alle auto diesel e benzina è una fesseria"

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini torna a parlare di auto elettriche e dello stop alla vendita delle endotermiche nel 2035 durante un suo intervento in occasione della presentazione del Salone Auto Torino che si terrà a settembre. Il ministro ribadisce tutti i suoi dubbi per la scadenza del 2035, aggiungendo che dire di no alle auto benzina e diesel è una fesseria.

Dire no alle auto diesel e benzina è una fesseria. Mettere fuori gioco il motore termico sarebbe un suicidio. Spero che chiunque vada in Europa nel prossimo mandato al di là degli scontri elettorali riconsideri la follia e il furore ideologico degli ultimi anni che ha messo fuori competizione un intero settore.

Il ministro quindi auspica che dopo le elezioni europee, chiunque venga elettro riconsideri la scadenza del 2035. No alle ideologie e si alla neutralità tecnologica. Su questo tema non possiamo non ricordare la battaglia che ha portato avanti l'Italia negli ultimi mesi sull'utilizzo dei biocarburanti come altra strada da seguire per decarbonizzare il settore dei trasporti.

E proprio sulla battaglia per i biocarburanti, Salvini aggiunge che i tedeschi hanno inizialmente appoggiato l'Italia ma dopo aver ottenuto il via libera per gli e-fuel si sono dileguati. Per questo, l'Italia sta lavorando per creare un'altra alleanza per tenere in vita i motori a scoppio.

IL TEMA DEGLI INCENTIVI

Il ministro ha parlato anche degli incentivi, in particolare del nuovo Ecobonus che dovrebbe entrare in vigore tra poche settimane. Salvini ha criticato la formulazione degli incentivi per le elettriche. Per il ministro, infatti, i bonus raramente rimangono in Italia in quanto la maggior parte dei modelli non sono italiani, non sono europei ma sono cinesi.

I bonus sulle auto elettriche raramente rimangono in Italia perché le auto elettriche in Italia sono marginali. La maggior parte delle elettriche vendute sono cinesi. Siamo nel libero mercato, ma mi chiedo che senso ha mettere un miliardo di denaro pubblico, quando una buona parte di questo miliardo finisce a Pechino e non a Torino?. Mi secca che i soldi di un operaio torinese vadano a sanare i bilanci di una fabbrica cinese. Non vorrei che ci fosse un suicidio assistito di un'intera filiera produttiva. Siamo ancora in tempo a invertire la rotta.

Piccolo accenno anche alla questione dell'abolizione del superbollo. Appena il Governo troverà le coperture adeguate, si procederà.

I nostri calcoli dicono in maniera chiara che lo Stato guadagnerebbe più soldi dall’Iva pagata quando si acquista una supercar, piuttosto che dal superbollo. Appena troveremo le coperture economiche faremo questo provvedimento: la stima di spesa sono circa 230 milioni di euro.

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