Un impresario argentino ha messo a punto un sistema per produrre carburante a base di idrogeno rifornendo l’auto di semplice acqua – di CARLO PLATELLA
Guillermo Alejandro Serrano Villagra, impresario di Puerto Madryn in Argentina, ha registrato un brevetto di indubbio interesse. Lo United States Patent & Trademark Office ne ha recentemente pubblicato la soluzione, che scaturisce dall’intenzione di eliminare i rifornimenti di idrogeno per le auto a combustione alimentate con questo particolare carburante. Oltre alle difficoltà di stoccaggio dell’idrogeno ad alta pressione infatti, spesso risolte con serbatoi particolarmente costosi, il trasporto dello stesso idrogeno dall’impianto di distillazione alle stazioni di rifornimento risulta energeticamente dispendioso. Villagra ha quindi deciso di spostare il processo direttamente a bordo, producendo non idrogeno puro, bensì un carburante gassoso a base di idrogeno e ossigeno.
La soluzione
Il sistema è alimentato ad acqua distillata o da qualsiasi altra sostanza idrogenata, quindi a ricco contenuto di idrogeno, che costituisce di fatto la materia prima con cui fare rifornimento. Un piccolo elettrolizzatore preleva l’acqua e, con l’immissione di energia elettrica, ne produce perossido di idrogeno aeriforme, la comune acqua ossigenata ma in forma gassosa. Il carburante ottenuto viene quindi pressurizzato a 1.2 bar in caso di iniezione indiretta e 2.3 bar per l’iniezione indiretta. Nel brevetto si specifica come, prima dell’immissione in camera di combustione, il carburante venga mischiato con aria e vapore acqueo. Quest’ultimo infatti assorbe parte del calore sprigionato dalla combustione contenendone le elevate temperature e la sua conseguente espansione trasmette comunque lavoro utile al pistone.
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Bilancio energetico
Il brevetto di Villagra consente di aggirare diverse problematiche legate allo stoccaggio dell’idrogeno sulle auto a motore termico, oltre che offrire un’alternativa a una produzione globale di idrogeno ancora scarsa. Sorgono però spontanee alcune perplessità sul bilancio energetico del veicolo. L’elettrolizzatore infatti deve essere alimentato con una corrente costante a intensità compresa tra i 5 e i 235 Ampere e un voltaggio tra i 20 e gli 80 V a seconda della cilindrata del motore termico. L’energia viene fornita da un alternatore e una batteria che, stando a quanto si legge, negli esperimenti hanno prodotto sufficiente energia da alimentare il processo e tutti gli altri sistemi ausiliari dell’auto. Non è però del tutto chiaro se e quanto il veicolo debba essere eventualmente ricaricato anche a una presa di corrente esterna. Scrive infatti Villagra: “Sono in grado di stimare una produzione di 4 unità di energia, rifornendo il sistema di una unità, lasciando libere 3 unità o l’equivalente del 75% del prodotto”. La frase necessiterebbe di diversi chiarimenti, viste le implicazioni energetiche coinvolte e il rispetto del bilancio complessivo.