Classiche

Opel 5/12 HP, quando bagnare le ruote era necessario

Compie 110 anni la classica utilitaria della casa automobilistica tedesca che vantava un funzionamento delle ruote molto particolare

Era il 1912 quando Opel lanciava sul mercato la 5/12 HP, uno dei primi esempi di automobile per tutti che la casa tedesca commercializzò nel mondo. “La macchina del popolo che fa tutto il ragionevole che le si chiede: abbastanza veloce, sicura nella guida, molto comoda; ha prezzi d’acquisto e di manutenzione convenienti, consumi contenuti, pochissima usura dei pneumatici, riparazioni e spese di gestione modeste; non ultima la possibilità di guidare senza bisogno di un autista“, raccontava Opel all’epoca, il che significa centodieci anni fa.

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La Opel 5/12 HP del 1912 si caratterizzava per una lunghezza inferiore a 3 metri e mezzo. Sotto al cofano nascondeva con un motore 4 cilindri in linea di 1.261 cc da 12 CV a 1.800 giri/minuto, che le consentiva di superare agevolmente i 50 km/h. A proposito del propulsore, era un monoblocco impiegato da Opel su un modello della gamma piccola alla quale aveva generalmente dedicato propulsori monocilindrici, bicilindrici o comunque bi-blocco. Quanto alle dimensioni, detto della lunghezza complessiva dell’auto, la 5/12 HP si presentava come il modello più piccolo della gamma del marchio tedesco, un’utilitaria a tutti gli effetti che oggi come oggi non avrebbe futuro visto l’andamento del segmento. La brochure di cui sopra parlava chiaramente di prezzi convenienti: il listino della 5/12 HP era compreso tra i 4.000 ed i 5.200 Marchi, ovvero un quarto circa di una più grande Opel 28/70 HP che costava qualcosa come 15-17.000 Marchi.

opel 5/12 hp, quando bagnare le ruote era necessario

Per celebrare il secolo e oltre di storia della 5/12 HP, Opel ha deciso di raccontare una curiosità molto interessante a proposito di questa vettura: “Nella stagione estiva era necessario bagnare le ruote in legno anche prima di affrontare un breve percorso, altrimenti queste avrebbero emesso prima un cigolio sinistro e sarebbero poi andate in mille pezzi a causa della naturale propensione del materiale impiegato a ritirarsi in presenza di un clima secco e poi riprendere le sue dimensioni naturali con l’umidità”.

FP | Andrea Trezza RIPRODUZIONE RISERVATA

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