Dopo venti stagioni nel Campionato del Mondo, Aleix Espargaró annuncerà questo giovedì, alla partenza del suo Gran Premio di casa sul circuito dove è cresciuto come sportivo e come persona, che si ritirerà a fine stagione dopo 340 Gran Premi e 7323 giorni da pilota.
Aleix ha voluto dare l’annuncio in una conferenza stampa, prevista per le tre e un quarto di questo giovedì pomeriggio, a casa sua, con la famiglia e gli amici, nonostante abbia ancora 15 Gran Premi in programma e, in attesa di spiegazioni, mosso dalla necessità di far posto a nuovi volti nel box Aprilia, di cui sicuramente continuerà a far parte in futuro, anche se non più come pilota titolare.
Aleix era il “cattivo” della famiglia Espargaró, allampanato, con lo sguardo distratto e gli occhiali da vista. All’inizio del secolo, nessuno dava un centesimo al ragazzo di Granollers e tutti gli occhi erano puntati sul fratello minore, Pol, che prometteva bene. Quella di Aleix è sempre stata una carriera sul filo del rasoio, condannata ad essere un riempitivo, senza la possibilità di prevedere che, da un momento all’altro, sarebbe arrivato il suo grande momento. Che però è arrivato.
Argentina 2022, la primera e inolvidable victoria de Aleix Espargaró
Foto de: Aprilia Racing
Da allora e fino a oggi, Aleix ha preso parte a 326 Gran Premi, che potrebbero diventare 341 entro la fine della stagione, completando una carriera nel paddock della MotoGP di 7.323 giorni, dal 31 ottobre 2004, giorno del suo debutto, al 17 novembre 2024, giorno in cui appenderà definitivamente il casco al chiodo, entrambi sul circuito Ricardo Tormo di Cheste, con il Gran Premio di Valencia.
La storia d’amore del catalano con la pista di Montmeló si riflette nel suo primo podio nel Campionato del Mondo, il terzo posto nella gara di Moto2 del 2011, a completamento di una top 3 che comprendeva Stefan Bradl e Marc Márquez. E nell’ultimo, per ora: la vittoria ottenuta lo scorso anno nel GP di Catalogna di MotoGP, quando si è imposto davanti a Maverick Vinales e Jorge Martin.
Saluta l’ultimo dei piloti della “vecchia scuola”
Lungo il percorso, tre vittorie nella classe regina, con la prima e memorabile in Argentina nel 2022 e quella non meno spettacolare a Silverstone, in Inghilterra, nel 2023, oltre ad un secondo posto e sette terzi posti, sei dei quali in MotoGP.
Espargaró non è certo un pilota che passerà alla storia per un lungo elenco di vittorie, anche se migliaia e migliaia di piloti ne hanno di meno, ma piuttosto l’essenza di un pilota che si è fatto da sé, tenace e lavoratore, che non si è mai arreso e che è rimasto fedele al proprio stile fino alla fine. L’ultimo della “vecchia scuola” della MotoGP, un pilota che ha sempre difeso la sicurezza dei suoi compagni contro i “capi” e che non si è mai morso la lingua, cosa che gli ha procurato non pochi grattacapi.
Aleix Espargaró, en 2009-2020 con Pramac Ducati en sus primeros años en la categoría reina
Foto de: Pramac Racing
Quando nel 2016, dopo due stagioni come pilota ufficiale Suzuki, i giapponesi decisero di non rinnovare il suo contratto, Aleix si trovò in una situazione di crisi e con alte prospettive di rimanere senza lavoro proprio quando aveva realizzato il suo grande sogno, che era quello di raggiungere un team ufficiale. Fu allora che apparve l’Aprilia, senza direzione, senza piano, senza budget e senza idee, ma con due posti in MotoGP e la voglia di portare avanti il progetto.
Aleix ha indossato la tuta e ha iniziato a lavorare allo sviluppo, insieme a Romano Albesiano ed al suo team tecnico, della RS-GP, una moto che nel 2017 non era all’altezza e che ora sta lottando per la vittoria. Il grande lavoro è l’eredità de “il capitano”, l’uomo che ha dato tutto per la Casa di Noale.
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