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L'allarme di Tavares: "L'Europa protegga l'industria auto dalla Cina"

Il numero uno Stellantis attacca le politiche Ue: "Creiamo ai nostri competitor condizioni molto migliori di quelle che ci riservano loro"

Parità di condizioni. Non chiede altro Carlos Tavares, ceo di Stellantis, parlando alla giornata inaugurale del Salone di Parigi. Chiamato a commentare il progressivo sbarco dei brand cinesi in Europa, presenti in forze anche alla kermesse transalpina, il numero uno del Gruppo ha dato il benvenuto ai competitor orientali, riconoscendone il valore, ma ha anche rivolto un appello/allarme ai decisori europei: bisogna salvaguardare e valorizzare di più il “made in Ue”, come fa Pechino con le auto che produce all’ombra della Grande Muraglia.

“Io sono per competere e andare avanti – dice chiacchierando con il direttore di Motor1.com, Alessandro Lago –, ma al tempo stesso chiedo ai leader politici europei di creare condizioni simili a quelle che troviamo noi quando andiamo in Cina”.

Basta asimmetria

Un punto che sta molto a cuore a Tavares, tanto che ribadisce: “Non c’è ragione per creare condizioni migliori di quelle che vengono riservate a noi da loro”. Un vero e proprio “problema di asimmetria competitiva”, come sostiene il ceo, “che ha bisogno di essere riparato”. E questo “è compito dell’Unione europea”. Il pensiero non può quindi che andare anche a quello che sta succedendo Oltreoceano, con l’ormai noto Inflation Reduction Act di Biden caratterizzato da un’evidente spinta protezionistica.

Tra una stoccata e l’altra, Tavares si lascia comunque andare al fair-play nei confronti dei brand del Dragone: “Sono competitor seri e li rispettiamo molto. Vogliamo gareggiare con loro e siamo pronti alla sfida, perché abbiamo le tecnologie e i prodotti per farlo”.

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“Non vogliamo però che l’arrivo dei produttori cinesi in Europa crei la situazione che hanno provocato le compagnie low cost, che hanno ammazzato le compagnie di bandiera e portato a rialzi dei costi”, insiste quindi il super manager parlando con la stampa.

“Stellantis ha il 20-21% del mercato europeo. Io posso lavorare per arrivare al 22-23%, ma le dimensioni sono ancora sotto i livelli pre-Covid. Se l’Ue continua a creare confusione, invece di dare certezze alle persone su come organizzare la propria vita, il mercato continuerà a calare”.

Tavares e John Elkann allo stand BYD del Salone di Parigi

No all’Euro 7

Il ceo di Stellantis non risparmia poi altre critiche all’Europa: le politiche di Bruxelles starebbero infatti a suo avviso “uccidendo il futuro della mobilità” e mettendo in pericolo la “libertà di movimento” dei cittadini.

Anche l’Euro 7 finisce nel mirino di Tavares: le nuove normative “sono inutili” e “vanno cancellate”. “So che molti non condividono questa posizione – continua –, ma credo sia una posizione di buon senso. L’Euro 7 va eliminato”. Del resto, è il pensiero, non ha molto senso investire a man bassa su questo fronte se l’Europa ha già in mente l’addio alle motorizzazioni endotermiche nel 2035.

Ma non ci sono solo frecciate all’Europa da Parigi. La buona notizia è che l’industria dell’auto vede la luce in fondo al tunnel della crisi dei chip: “La situazione sta migliorando – spiega Tavares – Ci sono solo alcuni fornitori che hanno ancora problemi. Si andrà avanti così fino alla fine del 2023, ma poi la questione sarà risolta”.

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