A dieci giorni dall'introduzione dell'obbligo i prezzi dei carburanti continuano a correre e tornano a superare i 2 euro al litro
La legge che ha introdotto l’obbligo per i benzinai di esporre i cartelli con i prezzi medi di benzina e diesel non si sta rivelando particolarmente efficace. Secondo quanto riferito da La Stampa in edicola oggi semplicemente non è stato rispettato o non ha avuto effetto: numeri alla mano, a pochi giorni dal Ferragosto la benzina in Italia ha superato nuovamente i 2 euro al litro in modalità servito, mentre in autostrada costa più di 2,2 euro anche in modalità self service.
Nessun effetto
A detta delle compagnie petrolifere si tratta di una pura coincidenza, e che quindi non c’è legame tra il rincaro dei carburanti e l’arrivo delle festività. Che sia così oppure no, la certezza è che da quando è stato introdotto l’obbligo per i benzinai di esporre i cartelli la benzina in modalità “self service” è aumentata di 3,5 centesimi al litro, addirittura il gasolio auto lo ha fatto di 7,2 centesimi, oltre il 4% in più. Tutto così casuale quindi?
Urso fiducioso
Conseguenze e precisazioni
La maggioranza tira dritto quindi, eppure ci sono due conseguenze al rincaro dei prezzi dei carburanti che non possono essere sottovalutate: la prima ovviamente riguarda le tasche degli automobilisti, che si stanno svuotando sempre più rapidamente; la seconda, invece, porta il nome di inflazione, considerando che l’aumento di benzina e diesel è destinato a riflettersi sui prezzi di quasi tutti i beni e servizi. “Della speculazione sui prezzi non possono essere accusati i benzinai, visto che il loro margine è di appena 3 centesimi di euro al litro – si legge sul quotidiano – Inoltre, i prezzi di benzina e gasolio conoscono i movimenti al rialzo ma anche al ribasso, mentre i prodotti industriali sanno muoversi in una sola direzione: aumentano quando i loro fattori di costi rincarano e restano fermi quando i loro fattori di costo si deprezzano”.