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Carburanti alternativi: Select Fuel li produce dalla plastica

La nuova hypercar di Bertone è alimentata da un carburante sostenibile prodotto con tecnologia brevettata per il recupero delle plastiche

Carburanti alternativi: Select Fuel li produce dalla plastica

Bertone ha presentato la sua nuova hypercar, la GB110, spinta da un motore termico da 1100 cavalli e 1000 Nm di coppia, per un peso complessivo di 1520 kg. Una delle caratteristiche dell’ultimo gioiello della casa torinese è l’alimentazione con carburanti sostenibili sviluppati dal partner tecnologico Select Fuel. Nel dettaglio, la benzina è figlia di una tecnologia brevettata nominata come Advanced Plastic to Fuel Technology, in grado di recuperare gli scarti plastici per convertirli in un carburante pronto all’uso.

I carburanti sostenibili sono oggetto di crescenti attenzioni da parte dell’industria, percepiti come uno strumento utile ad estendere l’impiego su strada del caro vecchio motore a combustione. Un’ampia definizione per descrivere tali prodotti è quella di carburanti, utili a immagazzinare e trasportare energia chimica, che non contribuiscano all’incremento dei gas serra nell’atmosfera, ma che invece mantengano un bilancio neutro. Essi si suddividono poi in diverse categorie a seconda del processo produttivo, mantenendo però una logica comune. Un carburante nella sua concezione tradizionale è infatti costituito da idrocarburi, ossia molecole contenenti idrogeno e carbonio, motivo per cui per produrre una benzina sostenibile sono comunque necessari questi due elementi fondamentali. Il prodotto può essere ottenuto attraverso la fermentazione chimica di sostanze organiche oppure attraverso la sintetizzazione in laboratorio, processo che dà vita ai cosiddetti e-fuels.

Affinché il carburante possa essere coerentemente definito come sostenibile, la distillazione dell’idrogeno e l’energia necessaria alla sintetizzazione del carburante a loro volta non devono andare ad accrescere la CO2 atmosferica. Per quanto riguarda la componente di carbonio, esso può essere ottenuto in forma sostenibile dalle biomasse, dagli scarti agricoli e alimentari, dai rifiuti municipali o dal carbon capture. Quest’ultima tecnica consiste nel “catturare” l’anidride carbonica emessa da impianti industriali quali centrali termoelettriche, raffinerie e acciaierie, per poi distillarne il carbonio così che la sua successiva combustione in un motore termico non aumenti il bilancio netto dei gas serra emessi nell’atmosfera. Alle tecnologie sopra citate si aggiunge infine quella sviluppata proprio dall’azienda Select Fuel, ribattezzata come Advanced Plastic to Fuel Technology. Il processo ha origine dalla raccolta, selezione e sminuzzamento dei policarbonati, composti presenti nella plastica comune ad alto contenuto di carbonio. Attraverso un successivo processo di conversione chimica i cui dettagli sono gelosamente custoditi da Select Fuel, fino al 75% degli scarti iniziali può essere convertito in prodotti energetici.

Bertone GB110, hypercar da 1.100 CV alimentata con rifiuti plastici

Nel dettaglio, l’azienda afferma che il 30% dei prodotti finali siano nero di carbonio, mentre il 70% siano carburanti adatti all’alimentazione di motori a combustione interna, propulsori JET e impianti per la produzione energetica, con la possibilità inoltre della vendita di crediti di carbonio. Non solo la tecnologia di Select Fuel garantisce un bilancio neutro di carbonio nell’arco dell’intero ciclo produttivo e di consumo del prodotto, ma offre un’ulteriore possibile soluzione allo smaltimento delle plastiche, problema cruciale anche per quanto riguarda l’inquinamento dei bacini idrici e degli oceani. Non sono ancora stati resi noti parametri come il prezzo al litro e il contenuto energetico ma, come sempre accade nella ricerca, il valore di una novità risiede nel suo potenziale futuro ancor più che nella sua utilità nell’immediato.

FP | Carlo Platella RIPRODUZIONE RISERVATA

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