Per aggirare il blocco alle importazioni, le aziende cinesi si preparano a stabilire impianti di produzione di batterie sul territorio europeo
L’offensiva cinese nel settore automotive in Europa non si sta concentrando solamente sulla produzione e il lancio di nuovi modelli di case automobilistiche del Paese asiatico nel Vecchio continente. Anzi: una delle priorità delle aziende cinesi per affermare il proprio dominio in Europa riguarda la produzione di batterie per auto elettriche. Che in molti casi non avverrà più in Cina, con successiva esportazione delle batterie in Europa, bensì direttamente nel Vecchio continente.
In Europa, per l’Europa
Secondo quanto riferito da Repubblica, che cita un rapporto dei think tank Merics e Rhodium Group, nel 2022 “quella in nuovi stabilimenti di batterie, soprattutto in Ungheria e Germania, è diventata la prima voce in assoluto degli investimenti diretti cinesi in Europa”. Un trend in continua crescita che ha aperto le proprie danze cinque anni fa, nel 2018, quando le imprese cinesi hanno annunciato stabilimenti di batterie in Europa per oltre 15 miliardi di euro. Stime alla mano, i cinesi garantiranno il 20% della produzione europea di batterie nel 2030.
Nessuna barriera
Italia ai margini?
“La stessa Commissione ritiene che avere le Gigafactory cinesi in Europa, con relativo indotto, sia un compromesso accettabile, o necessario, tra rischi e opportunità”, si legge sul quotidiano. Anche l’Italia sarà quindi invasa dalle Gigafactory cinesi che produrranno batterie per auto elettriche? Sembra di no. O almeno, non inizialmente: ad oggi, il nostro Paese non è sicuramente il più ambito dalle aziende del Paese asiatico come base per la costruzione di nuove fabbriche. Ma non è detto che la mappa degli investimenti elettrici del Dragone non possa cambiare da un momento all’altro.