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Volvo C30, la compatta raffinata e incompresa

2006. I SUV sono ancora lontani dal rivoluzionare il mercato automobilistico mondiale e i costruttori credono ci possa essere spazio per sperimentare nuove forme all’interno di un segmento, quello delle berline compatte che fa capo a sua maestà Volkswagen Golf, ormai presenziato da tutti i brand di volume. Tra questi manca all’appello Volvo, che da una parte inizia a soffrire i malumori di una convivenza con Ford che non è mai riuscita a decollare davvero, dall’altra non può più rinunciare ad avere nel proprio listino una hatchback premium da contrapporre alle apprezzatissime Audi A3 e BMW Serie 1. L’accoglienza della concept car Volvo C30, presentata al Salone di Detroit del 2006, è buona e così la casa di Göteborg decide di avviarne la produzione in serie l’anno successivo, svelando la versione definitiva al Salone di Parigi dello stesso anno.

volvo c30, la compatta raffinata e incompresa

Volvo C30

Un deja-vu in salsa hatchback

Per la prima volta dal 1995, Volvo torna nel segmento delle berline compatte di lusso senza coda e lo fa recuperando una ricetta già vista in precedenza proprio nella stessa casa svedese: la 480 ES del 1985. Un’auto rivoluzionaria tanto nello stile – un cuneo 2+2 posti con il posteriore di una station wagon e il peculiare portellone interamente in vetro – quanto nella meccanica – è lei che ha sdoganato la trazione anteriore sulle Volvo. Nonostante l’accoglienza tiepida della 480 ES, in Volvo sono convinti che i tempi siano maturi per tornare a presenziare il segmento C con una vettura che alla 480 ES si ispira parecchio.

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La C30 si presenta come un prodotto premium, destinato a una fascia di clienti giovani e dinamici, distante dalla tradizionale clientela Volvo dell’epoca. Il profilo è sportivo, il portellone in vetro si fa più inclinato che mai, mentre le due porte lunghe e i quattro sedili separati (con quelli posteriori leggermente centrati) rendono l’abitacolo una lounge raffinata. Non è prevista una variante a 5 porte: questo si rivelerà poi un aspetto penalizzante per le vendite del modello, che sconterà anche il progressivo disinnamoramento degli automobilisti europei per le compatte a tre porte.

La piccola a 5 cilindri che ama le curve

Sotto al look curato e inconfondibilmente Volvo, si nasconde una meccanica collaudata, condivisa con la “cugina” Ford Focus. Dunque, trazione anteriore e un’ampia gamma di motori trasversali a quattro cilindri di origine Ford: tre benzina (1.6 da 101 CV, 1.8 da 125 CV e 2.0 da 145 CV) e due diesel (1.6 da 109 CV e 2.0 da 136 CV). A questi, si aggiungono al vertice della gamma due “cuori” firmati Volvo con il frazionamento a 5 cilindri: un 2.5 turbo benzina da 220 CV (portato poco dopo a 230 CV) e un 2.4 turbo diesel da 180 CV. Con questi ultimi, Volvo C30 assicura prestazioni adeguate al look sportiveggiante e anche la dinamica di guida non delude le aspettative, complice la scocca rigida, le carreggiate larghe e il passo relativamente lungo rispetto alle dimensioni che assicurano alla piccola Volvo un comportamento dinamico reattivo e stabile. C’è anche chi, in Volvo, immagina una variante ancora più prestazionale della C30, la C30 Polestar Performance Concept spinta da un motore turbo 5 cilindri da 405 CV scaricati a terra dalla trazione integrale. Resterà, però, soltanto una concept car.

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La C30 si rivela una vera Volvo anche sotto il profilo della qualità percepita degli interni – singolare per l’epoca la plancia sottile e curvilinea ad effetto flottante – e della sicurezza, con la presenza (tra le varie dotazoni) del sistema BLIS per il controllo dell’angolo cieco, le cinture con pretensionatore, il sistema di protezione contro il colpo di frusta WHIPS e gli airbag a tendina per proteggere gli occupanti dagli urti laterali. L’esito dell’ente Euro NCAP è di 5 stelle: non certo una novità per una Volvo. La sicurezza è stata uno dei principi fondanti del progetto C30, a sua volta ispirato al prototipo Volvo SCC (Safety Concept Car) del 2001.

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Restyling di sostanza (anche elettrico)

Nel 2009, un frontale completamente ridisegnato nuova una personalità ancora più spiccata alla piccola Volvo C30, che beneficia di accorgimenti anche all’interno e sottopelle. Qui, infatti, debutta un nuovo telaio opzionale capace di rendere la vettura ancora più precisa nello sterzo e nella risposta alle sollecitazioni esterne. I motori non variano: per quello ci sarà un ulteriore aggiornamento nel 2012, con il 1.6 turbo diesel Ford che sale a 115 CV e il debutto del nuovo 2.0 turbo diesel 5 cilindri Volvo (che sostituisce il precedente 2.0 4 cilindri Ford e il 2.4 5 cilindri Volvo) con potenza di 150 o 177 CV. Il facelift di metà carriera coincide con l’impegno di Volvo a proporre una variante della C30 alimentata unicamente a batterie: la C30 Electric. Questa versione a zero emissioni viene svelata per la prima volta nel 2009: alimentata da una batteria da 24 kWh, ricaricabile in 8 ore tramite presa domestica o colonnina, dichiara un’autonomia di circa 150 km. Un anticipo dell’elettrificazione più spinta che ha portato, nel 2020, alla prima Volvo completamente elettrica XC40 Recharge.

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Pur considerando la limitazione dovuta all’assenza di una variante a 5 porte, Volvo ha fissato per la C30 un obiettivo di produzione annua pari a 65.000 esemplari. La carriera commerciale del modello, tuttavia, si conclude con un totale di 209.674 unità vendute in 7 anni, dimezzando di fatto il target iniziale. Le cose sarebbero andate diversamente con due porte in più? Difficile dirlo. Per molti, la C30 resta un modello ancora oggi interessante, destinato a occupare un ruolo di spicco nella storia della casa svedese per via del suo stile originale, della dinamica di guida e dei motori a 5 cilindri.

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