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Volvo 480, coupé giovanile che abbatte i preconcetti

Nella vita si può essere colti improvvisamente da un insistente bisogno di cambiamento, che spesso conduce verso nuove strade che permettono di realizzare qualcosa di inedito. Volvo, nel corso della sua lunga storia, ha costruito la sua fama sulla robustezza e sulla solidità delle sue automobili da famiglia. Vetture eterne e durature, il cui cliente tipo è un padre diligente, che ha bisogno di spazio e comfort per scorrazzare moglie e prole col massimo della sicurezza. Almeno, così è stato fino al 1986 quando l’azienda svedese si tuffa in un’avventura sconosciuta, scegliendo come potenziali acquirenti dei giovani rampanti. Per una singola occasione bisogna mettere da parte le gagliarde berline a tre volumi o le tranquillizzanti station wagon, per applaudire una coupé compatta dall’aria sbarazzina e frizzante: la Volvo 480. Acclamata con curiosità e scetticismo, questo modello della casa svedese è il miglior tentativo di abbattimento degli schemi tradizionali. Vero, l’azienda di Goteborg aveva già provato ad affermarsi tra i coupé con la riuscita P1800, ma quella era una vettura elegante e votata al comfort. La 480, invece, è tutta un’altra storia.

Rivoluzionaria sportiva

Al Salone di Ginevra del 1986 ci si può perdere a ogni padiglione, ma il vocio più rumoroso è quello che si trova allo stand di Volvo. Dalla Svezia devono essere impazziti perché la 480 rompe in modo minaccioso con la tradizione: carrozzeria due volumi, silhouette compatta, dettagli che sembrano provenire dal futuro. Emana freschezza e modernità da ogni lato la si guardi. Ovviamente per un osservatore di quel periodo non è facile comprenderla al primo istante, ci vuole uno sforzo suppletivo per farla entrare dentro al cuore. Quando lo scrigno in mezzo al petto viene aperto, però, si può apprezzare il suo tentativo di approcciare la sportività in modo singolare, perché – comunque – dentro all’abitacolo si viaggia comodi anche in quattro adulti. Poi, proprio gli interni sono un concentrato di ricca tecnologia per la sua epoca. Gli scandinavi hanno fatto bene i compiti per casa, una folta schiera di giovani tra i 25 e i 40 anni sono ipnotizzati da quei faretti a scomparsa che si stagliano su un muso spiovente. Il piano è ben congegniato.

volvo 480, coupé giovanile che abbatte i preconcetti

Volvo 480

Volvo sceglie la trazione anteriore

Dunque, lo stile della nuova Volvo 480 convince e il merito va al centro stile Bertone e ai designer interni Jan Wilsgaard, Rolf Malmgren e John de Vries, anche se le idee che prevalgono sono quelle di quest’ultimo. Tutta la figura dell’auto è incentrata sulla ricerca della perfetta aerodinamica, che si mischia con dettegli distintivi come la coda tronca e inclinata con un lunotto-portellone in cristallo. La coupé, dietro a questo aspetto intrigante, nasconde anche un’altra novità assoluta per la Volvo: la trazione anteriore. Per la prima volta nella sua storia, la Casa di Goteborg produce un modello che scarica la potenza a terra tramite l’avantreno. Ovviamente, per non deludere i potenziali clienti, gli svedesi decidono di avvalersi della collaborazione di Renault, che ben volentieri dà il suo contributo, offrendo il collaudato motore trasversale 1.8. Quest’ultimo viene messo a punto da Porsche che modifica i collettori di aspirazione e lo scarico, oltre ad adottare l’iniezione elettronica Bosch LH Jetronic, per contenere i consumi e consentire il montaggio del catalizzatore. Il parterre di prestigiose collaborazioni non si interrompe qua, perché una coupé sportiva che si rispetti deve possedere un comportamento su strada emozionante. La Volvo 480 deve essere affilata come una spada tra le curve, per questa ragione vengono ingaggiati i tecnici di Lotus per migliorare il telaio e garantire una distribuzione dei pesi perfetta.

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Amata dagli italiani

In controtendenza con l’attualità, il mercato in cui ha attecchito di più la Volvo 480 è proprio l’Italia. Un quarto delle vendite complessive è avvenuto proprio all’interno dei confini del Bel Paese. Strano, considerando che oggi giorno il banco commerciale nostrano è il più refrattario alle coupé, delle quali si è persa francamente la traccia. In ogni caso, gli italiani sono rimasti complessivamente affascinati dalla possibilità di godere di un’auto fascinosa e particolare, che grazie ai suoi motori 1.8 (da 109 fino a 122 CV con la versione turbo), offrivano il giusto compromesso tra prestazioni, comodità e consumi. In quasi un decennio di attività, la Volvo 480 ha venduto un totale di 80.000 unità circa. L’ultimo esemplare uscito dalla sua catena di montaggio è targato 1995 e – ovviamente – ha trovato casa nello Stivale. Il giudizio finale su questo modello è positivo, perché ha voluto essere fuori dal coro con stile e ha rappresentato un’unicità nella storia di Volvo almeno fino al 2006, quando fu presentata la C30, parente stretta della Ford Focus.

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