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Volkswagen ID.2 GTI: la mitica sigla si fa elettrica

Se il futuro è elettrico, allora ci sarà una GTI a batteria. Perché tra le molte incertezze che dominano la scena automotive in questa lunga fase di transizione, una cosa pare sicura: la Volkswagen è ormai intenzionata a non lasciare cadere nomi e sigle che ne hanno fatto la storia e hanno contribuito a definirne l’identità. Golf, ma anche GTI, sono tra questi. E mentre per una Golf tutta nuova, e a corrente, c’è ancora tempo, il badge GTI potrebbe trovarsi presto sulla calandra di un’auto a batteria. E la candidata più probabile è la ID.2, cioè l’auto di serie che deriverà dalla concept ID.2all, presentata a metà marzo.

Alla ricerca dell’identità perduta. Tornare alle radici: è ormai il mantra di una Volkswagen liberata dal complesso di espiazione post-dieselgate che sembrava spingerla a negare la propria identità e la propria storia. Il sub-brand ID ha, sì, imparato a farsi conoscere e identificare con la gamma a elettroni, ma dà i risultati migliori quando è abbinato a un prodotto noto e carismatico, come nel caso dell’ID. Buzz. Da solo suona inevitabilmente freddo, artificiale, lontano dal cuore dei clienti. Perciò la Golf, che, alla fine del suo ciclo di vita, era destinata agli annali storici in favore della ID.3 (più volte indicata come la sua erede nel mondo a zero emissioni), non morirà. Anzi avrà un futuro elettrico. Con lei anche, probabilmente, la Tiguan. E pure una sigla mitica come GTI.

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Prestazioni da vita quotidiana. GTI, nella testa della nuova dirigenza Volkswagen, sarebbe preferibile a GTX, la sigla attualmente impiegata per le varianti più prestazionali o comunque sportiveggianti della gamma ID. Infatti, GTX soffre della stessa algida artificialità della sigla principale, e non sarebbe immediatamente associata al concetto di divertimento alla guida. GTI, invece, sin dal suo esordio sulla Golf nel 1976 (dopo il battesimo di folla al Salone di Francoforte dell’anno precedente), incarna alla perfezione lo spirito delle prestazioni su un’auto da tutti i giorni. E infatti si è tradotta in un successo di mercato che ha colto di sorpresa la stessa casa costruttrice. La decisione di continuare a usarla nel mondo elettrico è frutto dell’idea di non disperdere un patrimonio identitario che tiene annodati i fili del legame emotivo con il proprio pubblico.

Ma la ID.Golf sarà un’altra macchina. Secondo la stampa inglese, la ID.2, parte della famiglia di auto compatte (Volkswagen, Cupra e Skoda) che vedrà la luce nel 2025 sulla base dell’architettura elettrica a trazione anteriore Meb Entry, sarebbe stata una possibile candidata a portare il nome di ID.Golf. Ma questa è una circostanza smentita con decisione dal ceo del marchio, Thomas Schäfer, che ha detto a Quattroruote: “La ID.2 è troppo piccola per servire a questo scopo. Quando faremo una Golf elettrica sarà una vera Golf”. La sigla GTI però viaggia su un binario indipendente. Schäfer non dice esplicitamente che sarà la ID.2 a esibirla, ma neppure lo esclude. E alla domanda su quando vedremo una GTI elettrica, risponde che accadrà entro un paio d’anni: un calendario che coincide con quello dell’esordio della ID.2.

Potenza aumentata. La vettura, della stessa lunghezza della Polo, altro modello che ha indossato degnamente la mascherina dal profilo rosso, si presterebbe al ruolo di utilitaria tutto pepe contraddistinta dalle tre magiche letterine sinonimo di prestazioni democratiche, cioè alla portata di molti. Naturalmente si tratterebbe di una versione con potenza aumentata e assetto ribassato, rispetto alla ID.2 “normale”. La concept ID.2all prefigurava per quest’ultima 226 cavalli, pertanto è lecito aspettarsene per la variante GTI almeno 260. Secondo indiscrezioni la sportivina manterrebbe comunque un solo motore, all’anteriore. Sull’ipotetico utilizzo del nome Polo per la ID.2, Thomas Schäfer è stato cauto: “Sono in corso una serie di valutazioni più generali sul naming dei prossimi modelli e non sono state prese decisioni definitive. Il nome Polo? Ci chiediamo se sia sufficientemente iconico da giustificarne l’impiego sulla futura gamma elettrica”.

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