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Volkswagen Golf GTI, perché comprarla e perché no

Con 245 CV va forte, suona bene e non paga il superbollo. È una delle daily car per eccellenza: tecnologica, spaziosa e comoda

volkswagen golf gti, perché comprarla e perché no

La Volkswagen Golf GTI è la hot hatch per eccellenza, il punto di riferimento tra le auto sfruttabili tutti i giorni ma dall’indole sportiva.

La protagonista di questo Perché Comprarla è l’ottava generazione: dentro è spaziosa e tecnologica come la sorella meno arrabbiata ma da fuori si intuisce al volo che, sotto sotto, c’è qualcosa di diverso. A cominciare dai cavalli che sono ben 245 CV, suonano bene, tirano tanto e non pagano il superbollo! Come va? Leggete qui sotto o cliccate sul video qui sopra in copertina!

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Dimensioni | Interni | Guida | Consumi | Prezzi

Pregi e difetti

Ci piace Non ci piace
Dinamica di guida Quinto posto
Funzionamento ADAS Comandi a sfioramento
Equilibrio e sfruttabilità in ogni situazione Comfort acustico: con i cerchi da 18″ si sente il rotolamento delle gomme
Fari a matrice di LED

Verdetto

8.6 / 10

Per molti, un’auto come la Volkswagen Golf GTI rappresenta la “daily car” ideale, l’auto perfetta da guidare tutti i giorni: ha dimensioni compatte perfettamente gestibili in città ma spazio a sufficienza per passeggeri e bagagli anche nei trasferimenti più lunghi. Per avere un turbo benzina da quasi 250 CV sotto il cofano consuma il giusto, può essere accessoriata di tutto punto e basta schiacciare un tasto per trasformarne il carattere.

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“Equilibrata” è l’aggettivo che le calza a pennello: sa essere veloce e incisiva ma, allo stesso tempo, confortevole e – cosa non da poco in questo periodo – appagante anche per quanto riguarda il sound.

Dimensioni, bagagliaio e spazio

Le dimensioni sono le stesse della Golf standard: è lunga meno di 4 metri e 30, larga circa 1 e 80 e alta 1 e 47. In generale, in abitacolo c’è tanto spazio a disposizione non solo per chi siede davanti ma anche dietro dato con la linea del tetto corre parallela alla strada e non toglie centimetri utili in altezza e anche il bagagliaio è molto ben sfruttabile con 374 litri di capacità minima a disposizione (oltre 1.200 abbattendo in configurazione 40-20-40 gli schienali del divano posteriore).

Lo spazio è regolare nelle forme e ben rifinito, con un doppiofondo che può servire per sfruttare tutta l’altezza possibile ma che, purtroppo, è troppo piccolo per accogliere la cappelliera quando la si toglie. Quando il piano è rialzato sono comodissimi i due fermi che lo tengono sollevato automaticamente, mentre per l’organizzazione del carico ci sono quattro anelli, diversi ganci e anche una presa da 12V. Non manca nemmeno la botola per il passaggio di oggetti lunghi al cello schienale centrale.

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Per quanto riguarda l’abitabilità posteriore, anche per i più alti è facilissimo trovare la posizione più comoda dato che i centimetri per ginocchia, testa e piedi sono sempre sufficienti. Per il posto centrale, invece, vale il discorso inverso perché la seduta e lo schienale sono più sacrificati e il tunnel ingombrante, per cui meglio viaggiare in quattro se non per tratte medio-brevi. Il bracciolo ha due portabicchieri integrati e a disposizione di ogni passeggero ci sono due comode tasche per lo smartphone, le bocchette dell’aria, i comandi per regolare la temperatura del clima e due prese USB di tipo C.

Le misure
Fuori
Lunghezza 4,28 metri
Larghezza 1,79 metri
Altezza 1,47 metri
Passo 2,62 metri
Dentro
Bagagliaio 374 / 1.230 litri

Plancia e comandi

Da una Golf ci si aspetta organizzazione, razionalità e cura negli assemblaggi e la GTI non delude affatto le aspettative. L’ambiente è minimal e, scegliendola con il cambio automatico, al centro della consolle c’è veramente tanto spazio a disposizione dato che è un comando elettronico e la leva è piccola. I rivestimenti sono per lo più rigidi e in plastica, ma i diversi trattamenti superficiali li rendono piacevoli sia da guardare che da toccare. In generale, l’abitacolo è piuttosto essenziale, sensazione esaltata dalla mancanza di pulsanti fisici dato che molte funzioni sono state integrate nel sistema di infotainment.

Gli unici tasti rimasti sono a sfioramento e concentrati su piccole plance dedicate: una al centro della consolle da cui si gestiscono, per esempio, modalità di guida e climatizzazione, un’altra a sinistra del piantone dello sterzo in posizione rialzata da cui si controllano le luci esterne. Ci sono poi una serie di chicche da auto di categoria superiore: l’interno delle tasche delle portiere è rivestito in moquette e i vani portaoggetti al centro della consolle hanno tutti una luce di cortesia dedicata oltre ad un fondo in plastica morbida removibile per eliminare eventuali briciole o tracce di sporco.

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Davanti alla leva del cambio c’è lo spazio per ricaricare ad induzione il telefono, diviso in due parti da una solida paratia che ne protegge lo schermo in caso si vogliano riporre qui altri oggetti. Per la ricarica dei diversi device ci sono due prese USB di tipo C retroilluminate e una 12V, mentre sono nella media in quanto a grandezza lo spazio sotto il bracciolo centrale, i vani nelle portiere e il cassetto davanti al sedile del passeggero. Sono pochi i dettagli che fanno capire di essere su una GTI: il volante ha un piccolo logo in basso e i sedili con poggiatesta integrato in tessuto con un disegno a riquadri che richiama il Tartan.

Come va e quanto consuma

Rispondiamo alla domanda “come va” con un’altra domanda: voi la Golf GTI la prendereste con il cambio manuale o con l’automatico? Di getto, quale appassionato non sceglierebbe di avere il terzo pedale, ma dopo averla guidata qualche giorno bisogna ammettere che difficilmente rinunceremmo a questo DSG a sette marce. Si tratta di una trasmissione che ormai conosciamo bene perché abbiamo avuto modo di provata su moltissimi modelli e motorizzazioni diverse dell’intero Gruppo Volkswagen e quasi sempre si è dimostrata efficace e intelligente nell’adattarsi ai diversi ambiti in cui si utilizza l’auto. E su questa Golf GTI vale lo stesso discorso.

Nella guida tranquilla e rilassata sale e scende di marcia in maniera molto fluida, senza slittamenti e strappi, facendo girare il motore sempre nel suo range ottimale. Alzando il ritmo, invece, va spesso a stuzzicare la parte alta del contagiri con le cambiate che si fanno più rapide sia in salita che in scalata regalando anche un piccolo calcetto alla schiena che, unito al sound di questo motore – che non è assolutamente male -, esalta il divertimento alla guida. L’abbiamo preferito in modalità automatica perché non ci hanno convinto tanto i paddle: sono piccoli e dalla fattura piuttosto economica.

Sotto il cofano trova posto un 2.0 turbobenzina da 245 CV – che non paga il superbollo – che permette a questa GTI di scattare da 0 a 100 in 6,2 secondi con una velocità massima di 250 km/h scaricando a terra la potenza attraverso le sole ruote anteriori. Si tratta di un motore particolarmente elastico e reattivo fin dalla zona sinistra del contagiri grazie a 370 Nm di coppia che convincono non solo per le prestazioni ma anche per come ne è stata tarata elettronicamente la risposta a seconda di quale modalità di guida si seleziona dallo schermo centrale.

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La Comfort e la Sport confermano le aspettative, con quella che però ci ha convinto di più che è stata la Eco perché, a differenza di altre mappature conservative, garantisce una maggiore efficienza non a scapito della ripresa e della progressione del motore. Analizza la situazione in tempo reale limando la potenza quando non serve, favorisce il veleggiamento nei tratti in discesa e dà consigli al guidatore su come ottimizzare la propria guida attraverso messaggi nella parte alta della strumentazione digitale.

Questo esemplare monta cerchi da 18”, il giusto compromesso tra estetica e comfort a patto di scegliere tra gli optional l’assetto a controllo elettronico. La spalla della gomma è piuttosto bassa e si avverte al volante una certa rigidità generale sia sulle sconnessioni ripetute che su quelle più secche, e proprio per questo è molto comodo poter regolare la risposta degli ammortizzatori a seconda della strada su cui si sta viaggiando.

La particolarità di questo sistema è che non ci sono le solite 2 o 3 tarature preimpostate, con il guidatore che più scegliere step by step la rigidità dell’assetto anche in posizioni intermedie. Ovviamente tutto questo porta benefici su più fronti: in città si viaggia in maniera molto confortevole, quando si alza il ritmo invece ci si tolgono parecchie soddisfazioni perché un assetto più stabile e fermo va a contrastare quelle che sono le inerzie fisiologiche, il rollio in curva e il beccheggio in frenata, che sono ben contenute.

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La GTI è un’auto che trasmette sempre sicurezza, è bilanciata e anche forzando la mano si arriva al limite di tenuta molto gradualmente, limite che quando si supera si manifesta quasi sempre con il sottosterzo. Il posteriore è incollato all’asfalto a meno che non si vada a giocare con i trasferimenti di carico in tiro e rilascio e la frenata è ottima, potente e con un pedale ben modulabile.

C’è un’agilità che sulle GTI del passato non era così divertente come su questo nuovo modello, con i tecnici che hanno volutamente cercato un assetto più reattivo. L’inserimento in particolare stupisce per la sua rapidità con il merito che è anche dello sterzo che non è sempre precisissimo o particolarmente progressivo – anche se non ha vuoti al centro – ma è diretto. Si esce forte dalle curve e non si perde un centimetro in trazione perché la potenza viene gestita alla grande dal differenziale autobloccante che continua ad essere uno dei più efficaci tra le sportive a trazione anteriore.

Due note conclusive: l’insonorizzazione è di buon livello per quanto riguarda l’isolamento dai fruscii aerodinamici e dal rumore del motore, un po’ meno invece quello dal rumore delle gomme con i cerchi di questo diametro. La seconda sul comportamento in città: la GTI è pur sempre una Golf, per cui tra un semaforo e l’altro si trova perfettamente a suo agio, il raggio di sterzata è buono e anche la visibilità. Di serie ci sono i sensori davanti e dietro mentre la retrocamera si paga a parte circa 300 euro. Fa comodo ma non è fondamentale.

Capitolo consumi: in città, in condizioni di traffico intermedio, si percorrono circa 10 km e mezzo con un litro di benzina, più di 14 in autostrada a velocità di codice e quasi 17 in extraurbano. Il tutto per una media di poco meno di 14 km a litro che corrispondono a circa 7,2 litri ogni 100 km. Ovviamente, se si preme a fondo sull’acceleratore salgono ma è difficile andare oltre i 6-7 km al litro.

Versione provata
Motore 2.0 turbo benzina
Potenza 245 CV
Coppia 370 Nm
Cambio Automatico DSG a 7 marce
Trazione Anteriore

Prezzi e concorrenti

Il prezzi della Volkswagen Golf GTI partono da poco meno di 43.000 euro per la turbo benzina da 245 CV a cui ne vanno aggiunti 2.000 se si opta per il cambio automatico DSG. Si tratta dell‘unico motore a benzina puro disponibile, affiancato a listino dalla GTD, la variante a gasolio più sportiva, e dalla GTE ibrida plug-in. Non c’è scelta anche per quanto riguarda l’allestimento dato che è uno solo ed è, di serie, ben accessoriato.

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Tra le hot hatch di segmento C, la Golf GTI è tra le meno potenti, il che però non è affatto un male considerando che non paga il superbollo. Con il passare degli anni la concorrenza si è fatta via via sempre più agguerrita e le hatchback sui 4,3, 4,4 metri tra i 250 e i 280 CV sono diventate merce rara: tra queste ci sono la Hyundai i30 N, la cugina Cupra Leon e la BMW Serie 1, la 128ti, che per prestazioni e dotazioni sono sullo stesso livello della Volkswagen. Se invece prendessimo come riferimento la versione R da oltre 300 CV, potremmo considerare alternative come la Honda Civic Type R, l’Audi S3, la Mercedes-AMG A35 e la BMW M135i.

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