Charles Leclerc e Max Verstappen
Ieri ad Abu Dhabi il cannibale ha passeggiato di nuovo, godendosi la battaglia dagli specchietti retrovisori. Non è andato in fuga per guardare lo spettacolo. Al di là dello show di Verstappen, l’ultimo valzer a Yas Marina è tutto targato Ferrari che ha centrato entrambi i target, non litigando mai con le Pirelli. E questo è un’ottima notizia in vista della prossima stagione. Una Formula 1 moderna deve avere due caratteristiche fondamentali: essere veloce sul giro secco e spremere al massimo le coperture in gara. Mentre alla carenza della prima si può in parte rimediare, si è letteralmente spacciati se la seconda fa cilecca. La Ferrari nel 2022 ha conquistato più pole, ma durante i gran premi non c’è mai stata storia. Un aspetto semplice semplice, che Mattia Binotto e i suoi ingegneri avevano ben chiaro già in primavera e sapevano che questo non era l’anno buono per puntare al Mondiale.
L’unico che ci ha creduto fino all’inverosimile a stato Charles. Ma i talenti puri come lui devono essere così, correre un po’ bendati. Leggermente anche Max lo è. E lo era anche Lewis alla stessa età: nessuno può essere veloce quanto loro. Questo atteggiamento, in alcuni frangenti, gli ha fatto dimenticare che esisteva Carlos e i piccoli attriti certamente non hanno aiutato (in Brasile lo spagnolo non ha dato strada al monegasco che era in lotta per la seconda posizione nel campionato). Ieri il predestinato è stato sublime, ha pennellato come quando è in palla solo lui sa fare. È partito bene. Ha spinto sempre. Chiedendo solo il lecito ai pneumatici che lo hanno splendidamente assecondato fino al traguardo anche se con la strategia di una sola sosta.
Invece si è sciolta, Hamilton tradito dal cambio e Russell solo quinto, mai veramente graffiante. Nell’emirato c’è stata la corsa d’addio di Sebastian Vettel, sinceramente salutato da tutto il Circus. Seb è arrivato decimo, ha acciuffato un punto. Quanto tempo è passato dal 2010 quando proprio qui strappò il primo dei suoi quattro titoli alla Ferrari di Fernando Alonso, uno dei più calorosi nei festeggiamenti insieme all’altro pluricampione Hamilton.