[email protected]_Arval Italia, ecco l’analisi sul mercato dei veicoli usati in Italia_mercato-auto-usate-AdobeStock_557999700-1920 – Copy
Da gennaio sono state vendute in tutto 451.261 auto, con un incremento del 5,7% sul primo trimestre dell’anno scorso. Ragioni dello stop? La crisi generale, che ha prodotto una frenata delle vendite, oltre al fatto che chi deve cambiare l’auto aspetta da mesi i nuovi incentivi annunciati dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Sussidi più ricchi di quelli in vigore, fondamentali per rialzare le vendite delle vetture con la spina, ma se va bene i contributi ci saranno a maggio, dopo la firma di Palazzo Chigi e il passaggio in Corte dei Conti.
Punto su cui si concentra l’attenzione dei rappresentanti delle diverse associazioni di categoria. «È d’obbligo continuare a sottolineare l’importanza e l’urgenza di rendere presto operativo il nuovo schema incentivi – sottolinea il presidente dell’Unrae, associazione che raccoglie le sigle delle case estere, Michele Crisci – altrimenti si rischia di arrivare a perdere metà dell’anno con un impatto estremamente limitato sul 2024». Sulla stessa linea anche l’Anfia, l’associazione che raccoglie le imprese dell’indotto, con il presidente Roberto Vavassori: «Il rallentamento delle immatricolazioni di auto ricaricabili e, in particolare, delle elettriche, rende più evidente quanto sia necessaria una rapida applicazione del nuovo schema di incentivazione, evitando che l’effetto attesa continui a pesare sulla domanda». Il segretario di Motus-E, Francesco Naso, insiste sulla «necessità di attivare il nuovo ecobonus per scongiurare una paralisi del mercato auto, in un periodo dell’anno caratterizzato da volumi di vendite significativi».
Ieri il ministro Urso ha aperto il giro di tavoli territoriali sulla situazione degli stabilimenti Stellantis. Primo appuntamento Melfi. Il gruppo guidato da Carlos Tavares ha confermato i nuovi cinque modelli. La vera questione, però, è l’indotto dello stabilimento in Basilicata dopo che Stellantis ha riportato dentro la fabbrica diverse lavorazioni. Per questo i sindacati, che chiedono anche un modello ibrido, non sono soddisfatti. Oggi tocca a Mirafiori. Rappresentanti dei lavoratori ed enti locali chiederanno un modello in più per la fabbrica torinese dove si produce la 500 elettrica e due modelli Maserati per ridurre la cassa integrazione. I sindacati vogliono risposte sul possibile trasloco della produzione della 500 tradizionale dalla Polonia a Torino e pensano di andare a trovare l’ad Tavares a Parigi se non saranno soddisfatti.