Turismo dell’olio EVO, arrivano il rapporto annuale e il sito ufficiale
Il portale dedicato esclusivamente al Turismo dell’Olio (www.turismodellolio.com) è già online e in prospettiva non sarà soltanto un sito-vetrina dedicato alle aziende coinvolte e al concorso nazionale Ercole Olivario, ma offrirà la possibilità di acquistare i pacchetti turistici delle aziende individuate dal think tank come casi di eccellenza turistica ed esperienziale. Sono oltre trecento, infatti, le esperienze selezionate e presenti all’interno di turismodellolio.com e il numero è destinato ad aumentare. Al tempo stesso, il think tank effettuerà il controllo sul rispetto, da parte delle aziende produttrici di olio Evo, dei criteri fondamentali della buona accoglienza in azienda – condizione necessaria per l’inserimento in piattaforma – favo-rendo inoltre la commercializzazione delle esperienze oleoturistiche a livello nazionale e internazionale. La visita a un frantoio è un’esperienza ancora poco praticata tra i turisti, con ampi margini di crescita legati anche al contenuto sano dell’esperienza e all’inserimento dell’olio Evo come prodotto di bellezza e di cura della persona, dalla tavola alle spa e ai centri benessere. Secondo la prima edizione del Rapporto sul turismo dell’olio presentato in occasione del premio Ercole Olivario, il 15% dei turisti italiani ha già preso parte, negli ultimi tre anni, alla visita in un’azienda olearia, percentuale che vendita al 19% nel caso del turista orientato alle esperienze enogastronomiche. In particolare, solo l’11% della fascia d’età 18-24 anni e solo il 10% della fascia 25-34 vi ha preso parte, mentre tra gli over 65 anni la percentuale vendita al 23%. A fronte di questa “concretizzazione minoritaria”, i dati del Rapporto fanno emergere il forte appeal dell’olio extravergine e dei suoi luoghi di produzione, ma anche della cultura dell’olio, tra i turisti. E si tratta di un patrimonio da mettere a frutto nei prossimi anni.
“Questi dati colpiscono se confrontati coi dati di interesse che abbiamo mappato, che dimostrano una potenzialità di sviluppo davvero altissima, con l’offerta che può pensare di diversificarsi in base agli interessi degli italiani – spiega Roberta Garibaldi , autrice del Rapporto – La leva principale che spinge il turi-sta a prendere in considerazione una visita in frantoio o in azienda olivicola è la shopping/tasting experience: il 72% degli intervistati vorrebbe acquistare il prodotto a prezzi interessanti (74% tra i turisti enogastro) e il 70% amerebbe degustare l’olio e le diverse tipologie prodotte in azienda in abbinamento a prodotti e cibi del luogo (72% tra i turisti enogastro). Molto consistenti anche le risposte legate alle esperienze di turismo attivo: il 70% vorrebbe vedere come si produce l’olio, il 64% desidera partecipare alla raccolta delle olive e il 65% sogna una cena a lume di candela tra gli oliveti. Inoltre, il 57% amerebbe provare dei centri benessere che offrono trattamenti legati all’olio e il 70% vorrebbe provare, al ristorante, diverse tipologie di olio in abbinamento ai vari piatti degustati durante la cena. Da evidenziare, infine, il forte collegamento tra olio e patrimonio storico italiano: il 73% dei turisti enogastronomici vorrebbe visitare un frantoio storico, il 72% ambirebbe al soggiorno in una dimora storica con oliveto e orciaia al proprio interno e il 59% vorrebbe poter visitare un museo nazionale dedicato all’olio extravergine di oliva.”
“La presentazione del Rapporto 2023 conferma che l’Oleoturismo è un importante strumento di crescita per le imprese della filiera – commenta Nicola Di Noia , Direttore di Unaprol e Amministratore Unico della Fondazione Evooschool. I flussi di turisti sempre più attenti alla sostenibilità ambientale, alla tutela del paesaggio, ad una sana alimentazione, possono trovare proprio nelle imprese olivicole esperienze che richiamano questi valori, legati all’olio EVO di qualità. Per cogliere queste opportunità, prosegue Di Noia, occorre un cambio culturale. Bisogna formare nuovi professionisti del settore, in grado di lavorare sull’accoglienza dei clienti, sullo sviluppo di nuovi servizi e di utilizzare le nuove tecnologie. La formazione, conclude Di Noia, è una delle leve principali per chi vuole approcciare allo sviluppo dell’Oleoturismo”.
foto: ufficio stampa Ercole Olivario
(ITALPRESS).