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Transizione energetica – La filiera al nuovo governo: “Serve un piano strategico per l’auto”

transizione energetica – la filiera al nuovo governo: “serve un piano strategico per l’auto”

Transizione energetica – La filiera al nuovo governo: “Serve un piano strategico per l’auto”

“Un piano strategico per l’auto per coniugare transizione energetica ed esigenze di consumatori ed industria nazionale”. E’ questo l’appello, che diversi rappresentanti della filiera automobilistica sono tornati a lanciare rivolgendosi, però, al nuovo governo guidato da Giorgia Meloni. In particolare, durante una tavola rotonda dell’ultima edizione del #FORUMAutoMotive sono stati affrontate diverse tematiche, tra cui la crisi energetica, la transizione verso la mobilità elettrica e i relativi effetti su un mercato italiano destinato a chiudere l’anno con appena 1,3 milioni di immatricolazioni.

Parola alla filiera. Per esempio, per Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto “è inutile promuovere incentivi di 6.000 euro per spingere all’acquisto di auto economicamente comunque irraggiungibili per le fasce di popolazione più deboli. Oggi noi concessionari dobbiamo vendere elettrico per evitare che le Case auto incorrano in sanzioni. Chiediamo al Governo che questa transizione venga fatta tenendo conto della realtà e dell’industria nazionale”. Simile l’intervento del numero uno dell’Unrae, Michele Crisci: “L’auto elettrica non sarà l’unica scelta nel futuro, ma una delle scelte. Il 2035 è sufficientemente distante per poter raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, senza escludere nessuno e procedendo a una riconversione industriale della componentistica che deve accelerare. Dal Governo mi aspetto una pianificazione rivolta al futuro per le fonti energetiche”.

Regole certe. Alberto Viano, presidente dell’Aniasa, ha quindi chiesto all’esecutivo “un approccio positivo e di lungo periodo”. “Oggi bisogna mantenere politiche costanti ed evitare politiche di annunci che frenano gli acquisti, come accaduto negli ultimi mesi per gli incentivi a privati e per quelli rivolti alle aziende. Cambiare in continuazione le regole del quadro di riferimento blocca gli investimenti”, ha aggiunto Viano, mentre Roberto Scarabel, numero uno di AsConAuto, ha lanciato l’appello a “svecchiare il parco circolante” e Marco Stella, vicepresidente dell’Anfia, ha evidenziato “la presenza nel Governo di persone più vicine e coinvolte sui temi dell’impresa e del settore automotive”, che “creano premesse positive per proseguire un dialogo che consenta di gestire al meglio gli anni a venire”.

Il bando delle endotermiche. Durante la tavola rotonda è stato affrontanco anche il tema del bando delle endotermiche. Secondo Andrea Arzà, Presidente Federchimica-Assogasliquidi, “affidarsi oggi a una sola tecnologia, quella elettrica, è una scelta ideologica e tutt’altro che a zero emissioni, stante l’attuale mix di produzione di energia nel nostro Paese”. “Le motorizzazioni endotermiche più recenti”, ha affermato Claudio Spinaci dell’Unem, “hanno raggiunto oggi gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento. La crisi energetica prescinde dalla guerra in corso in Ucraina. Il gas manca a livello mondiale. L’Europa è andata in crisi perché è mancata una politica di sicurezza energetica che si affronta su dati di fatto e diversificando le forniture energetiche. La stessa dinamica la si sta seguendo anche sul mercato dell’auto, con la scelta di una sola tecnologia e penalizzando oltremodo le altre”. Simonpaolo Buongiardino di Federmotorizzazione è, invece, tornato a porre l’accento su un’Europa “a due velocità, quella del Nord che produce energia, ma meno forte nella produzione di auto, e una del Sud che viaggia all’inverso: produce auto, ma ha meno risorse energetiche. Il reddito medio dei Paesi del Sud Europa è decisamente più basso di quelli del Nord Europa. Vanno quindi individuate ricette diverse per Paesi diversi. Si possono ancora mettere in discussione i tempi della transizione”. Infine, Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, ha risposto alle critiche nei confronti della svolta elettrica: Vanno superati gli schieramenti. Il mandato dell’Europa al 2035 è tecnologicamente neutrale, a condizione che si producano zero emissioni. Dobbiamo trasformare i problemi in opportunità”.

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