Toyota

Toyota, è il momento dell’elettrico

Il CEO di Toyota Italia Luigi Ksawery Lucà: "Siamo messi molto bene come percezione sull’elettrificazione e sull’innovazione tecnologica"

Toyota, è il momento dell’elettrico

Toyota e l’elettrico
L’approccio multi-tecnologico che ha sempre avuto Toyota nei confronti del futuro della mobilità non si è mai tradotto in un’esclusione aprioristica dell’elettrico. Al contrario: in Italia il gruppo giapponese si prepara a conquistare quote di mercato in questo segmento, con l’arrivo in autunno del SUV a a batteria Toyota bZ4X e dell’altro modello a carrozzeria alta Lexus RZ. L’obiettivo è uno soltanto: conquistare la fiducia dei clienti, una missione che Toyota è riuscita a portare a compimento già con l’ibrido.

L’importanza del SUV bZ4X
“Non vedo particolari problemi, siamo messi molto bene come percezione sull’elettrificazione e sull’innovazione tecnologica – ha commentato ai microfoni di Repubblica l’amministratore delegato di Toyota Italia, Luigi Ksawery Lucà – Per anni, nelle nostre ricerche di mercato a livello europeo quando si chiedeva a quale costruttore si associasse l’ibrido, la risposta era: Toyota. E quando si faceva la stessa domanda sull’elettrico, la risposta era ancora Toyota. Adesso potrebbe essere cambiato qualcosa, ma c’è anche molta confusione sul tema”. Toyota, che per il 2023 mira a confermare la quota e crescere un po’ nei volumi rispetto all’anno da poco concluso, ripone grande fiducia nel SUV bZ4X, esaltato da Lucà per due punti di forza in particolare: “Il focus del SUV sarà centrato sulle performance: sicurezza, tenuta di strada, caratteristiche in fuoristrada, prestazioni di guida. E punteremo molto sull’affidabilità, fondamentale per il marchio quando si parla di batterie. Non è che ci si troverà dopo dieci anni con un’auto da buttare come fosse un telefono”.

Stop benzina diesel 2035
Il numero uno della divisione italiana di Toyota si è poi concentrato sul tema più attuale di tutti: lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel in Europa dal 2035. “Ciò che vedo nei prossimi cinque anni è che l’ibrido rimarrà centrale come soluzione per la riduzione di CO2. Nel frattempo ci sarà una espansione della rete di ricarica e una riduzione del costo delle batterie. Toyota è un’azienda globale che proprio per questo necessita di un approccio multi-tecnologico, un elemento culturale del marchio – ha sottolineato Lucà – Personalmente, non credo a una rimessa in discussione nel 2026 delle due deadline, perché per quella data il treno sarà già partito. Ed è improbabile che soprattutto le case automobilistiche europee la permetteranno dopo gli investimenti fatti in questa direzione, così come che i governi danneggino la propria industria. Per altro, diversi costruttori hanno già dichiarato di essere pronti per le zero emissioni già nel 2030″.

Governo e incentivi
Da questo punto di vista, l’amministratore delegato di Toyota Italia si è rivolto al governo chiedendogli di accettare l’idea che queste date verranno confermate e che tutte le aziende si stanno attrezzando per arrivare ad un certo obiettivo: più che contestare questo provvedimento, quindi, la maggioranza dovrebbe accompagnare questa transizione con il sistema Paese, puntando sulle infrastrutture di ricarica per l’elettrico e sulle stazioni di idrogeno. Una battuta finale sugli incentivi, con Lucà che conclude: “Lo ritengo un tema delicato. I contributi al rinnovo del parco circolante vanno bene, ma non sarebbe una scelta giusta aumentare per esempio la soglia entro la quale un cliente di modelli premium può beneficiare dell’incentivo. Piuttosto i soldi andrebbero dati per sostenere l’elettrificazione della mobilità delle famiglie”.

FP | Andrea Trezza RIPRODUZIONE RISERVATA

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