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Torna il Tavolo automotive per gestire la transizione del settore

Il ministro dell'Industria e del made in Italy, Adolfo Urso, convoca una riunione per il 5 dicembre. Ci sarà un appuntamento ogni 3 mesi

torna il tavolo automotive per gestire la transizione del settore

Il Governo è cambiato, ma il tavolo automotive rimane il riferimento per far incontrare “tutti gli attori industriali, produttivi, sociali, sindacali e le aziende principali” e individuare gli strumenti adeguati per affrontare al meglio la transizione ecologica.

Ad annunciare la convocazione per il 5 dicembre è stato in occasione del Festival Città Impresa di Bergamo il ministro dell’Industria e del made in Italy, Adolfo Urso, che domani mattina si confronterà con una serie di colleghi europei per discutere di alcune tematiche, tra cui lo stop alla vendita di tutti i veicoli che emettono CO2 dal 2035.

Serve una politica comune

L’obiettivo, spiega Urso, è quello di “sviluppare una politica comune con i grandi Paesi produttori in Europa: con la Francia condividiamo una grande azienda automobilistica, Stellantis, con la Germania la filiera industriale dell’automotive e sappiamo che insieme dobbiamo cercare di reindirizzare la politica industriale europea in questo campo”.

L’argomento è molto complesso e come abbiamo visto in occasione di Cop27, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite che è andata in scena a Sharm El-Sheik, la lista di Paesi, città e aziende che vogliono fermare le vendite di auto e furgoni a combustione tra il 2035 (nei mercati avanzati) e il 2040 (nel resto del mondo) è piuttosto lunga. Tuttavia ci sono parecchi ostacoli da superare.

Tra scetticismo e convinzione

Alberto Bombassei, presidente onorario di Brembo, ricorda che questa transizione energetica “dovrà avvenire tenendo conto dei problemi che sta creando al settore auto e alla componentistica”. A suo parere la decisione dell’Europa di puntare sull’auto elettrica è “un clamoroso errore”.

Allo stesso tempo, tuttavia, bisogna considerare che gli Stati, le amministrazioni locali e le società che hanno firmato la “Zero Emission Vehicles Declaration (ZEVD)” sono più di 200; l’Italia non c’è, ma ad esempio Francia e Spagna hanno già siglato il patto per mantenere la promessa di adottare solo le auto elettriche tra poco più di dieci anni.

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