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Torino e non solo – Ti sgonfio, Suv (ma anche elettrica): chi sono e a chi si ispirano i vandali delle gomme

torino e non solo – ti sgonfio, suv (ma anche elettrica): chi sono e a chi si ispirano i vandali delle gomme

Torino e non solo – Ti sgonfio, Suv (ma anche elettrica): chi sono e a chi si ispirano i vandali delle gomme

C’è una Torino dell’auto (o forse c’era), quella delle fabbriche che hanno fatto la storia industriale italiana. E c’è una Torino antagonista, quella legata ai no-Tav, al centro sociale Askatasuna (Libertà, in basco, ndr), tornato di strettissima attualità con l’avvio del dibattimento che vede imputati alcuni suoi militanti e il dibattito sullo sgombero dalla scuola di viale Regina Giovanna, occupata da una ventina d’anni. Un argomento scottante come pochi, visto che a insistere sul ritorno alla legalità ci sono i rappresentanti di Fratelli d’Italia, mentre il sindaco nicchia, sostenendo che le emergenze del capoluogo sabaudo sono ben altre Dalla prima realtà, quella operaia e “politecnica”, di Mirafiori e non solo, sta rinascendo qualcosa di molto promettente, che vi racconteremo nei prossimi giorni (al Lingotto, proprio questo giovedì, sarà presentato un polo per l’auto digitale). Dalla seconda, invece, arrivano segnali sinistri, volantini che fanno rabbrividire (anche per la grammatica) e una lotta all’auto, alle Suv in particolare, che sa di luddismo. O di invidia sociale. La notizia è di qualche giorno fa… e noi l’abbiamo approfondita, scoprendo alcune cose piuttosto interessanti.

Raid “ecologista”. La cronaca: nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre, nella “zona bene” del quartiere Crocetta, a Torino, sono state sgonfiate le gomme a una ventina di Suv. Nessun testimone. Ma una insolita rivendicazione, con tanto di volantino, riassumibile così: “Il problema è la tua macchina, non tu” in poche parole, i sedicenti attivisti che protestano contro il cambiamento climatico hanno appiedato i proprietari di auto a ruote alte parcheggiate per strada, pensando di fare cosa buona e giusta. Un po’ come quelli che hanno imbrattato le auto al Salone di Parigi. Che dire? Nulla, ecco. Dalle indagini della Digos, a parte la conferma della rivendicazione da parte di un certo “Collettivo dell SUVversiv” (dove la “e” ribaltata, nota come schwa, come ci ha insegnato la scrittrice Michela Murgia indica una sorta di ribellione anti-maschilista). “Abbiamo sgonfiato le ruote delle vostre auto perché inquinano”, si legge, “i Suv causano più inquinamento dell’aria rispetto alle auto più piccole. Sappiamo che ti arrabbierai ma non prenderla sul personale, il problema è la tua macchina, non tu”. Inutile dire che ai malcapitati non è restata altra soluzione che chiamare il gommista più vicino o conoscenti muniti di compressore per rigonfiare le loro gomme (per fortuna, molte auto hanno a bordo il dispositivo che si attacca all’accendisigari a alla presa a 12 volt, ma forse sono in pochi a saperlo).

Un delirio con basi scientifiche, forse. Ora, non vogliamo assolutamente fare da cassa di risonanza di posizioni estremistiche, ma vale la pena dare una sbirciata al sito citato nel volantino che cerchiamo di riassumere (gli attivisti ci perdoneranno qualche taglio). “Siamo ragazz che hanno deciso di agire concretamente per combattere la crisi climatica partendo dalle ingiustizie che ogni giorno ci circondano (). L’1% più ricco della popolazione mondiale emette più del doppio del 50% più povero (). Noi abbiamo deciso di combattere questa ingiustizia nel mondo che ci circonda, prendendo di mira uno dei simboli della ricchezza e dello spreco: le macchine di lusso e le Suv. Queste automobili sono grosse, pesanti, poco efficienti e spesso mortali. Secondo uno studio dell’IEA (l’agenzia internazionale dell’energia), le Suv sono la seconda causa di aumento delle emissioni negli scorsi anni dopo il settore dell’energia. Sono infatti responsabili di ben 900 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Questo significa che se la categoria delle Sport utility fosse uno Stato (Suvlandia?) sarebbe al sesto posto tra quelli con le maggiori emissioni”. Seguono esempi della crisi climatica ed ecologica, dalla tragica alluvione a settembre nelle Marche a quella nel Pakistan. E la domanda finale: “Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no, da che parte volete stare?”.

Tyre extinguishers, le istruzioni. Il comitato torinese anti-Suv ha chiari riferimenti in un gruppo internazionale facilmente rintracciabile, anche se per ovvie ragioni anonimo e semi-nascosto tra web e Telegram Sia chiaro, non stiamo parlando di dark web, ma nessuno ci mette il nome, e tantomeno la faccia. Detto questo, le motivazioni che si trovano online sul sito dei “Tyre extinguishers”, sono le stesse copiate dai torinesi. Quel che cè di più è il “manuale di istruzioni”. Mica stupidi, i ragazzi (pardon: ragazz). Chi non ha pensato al rischio di essere sorpresi col dito a premere la valvola fino allo sgonfiamento? Ebbene, da bravi ecologisti, la soluzione fornita ha un che di ironico e a suo di modo geniale. Fagioli, lenticchie, un sassolino, e il gioco è fatto. In pratica, si svita il tappo, si infila il piccolo oggetto destinato a premere sul pistoncino della valvola, e lo si riavvita. In questo modo, bastano pochi secondi, e la gomma si sgonfierà da sola nei minuti successivi. Roba da vandali professionisti. Ma con una certa etica alla “Casa di carta”, Robin Hood, o quel che vi piace di più. Le istruzioni per il perfetto attentatore di Suv raccomandano di lasciare un foglietto dove si spiega il significato del gesto. E di comunicarlo alla stampa locale con email anonime da provider che non permettano di rintracciare il mittente.

Nel mirino, anche le elettriche. Attenzione, la minaccia non riguarda solo le Suv. Ma anche auto ibride e a batteria. Nel nome della sostenibilità (tema che abbiamo ribadito tante volte, e sul quale insistono Toyoda o Tavares, tanto per citarne un paio, ma da qui a sgonfiare le gomme). Citazione dal sito dei Tyre Extinguishers: Non possiamo elettrificare la nostra via d’uscita dalla crisi climatica: non ci sono abbastanza minerali, come le terre rare, per sostituire tutte le auto e tra l’altro la loro estrazione causa sfruttamento e sofferenza. Inoltre, la svolta elettrica peggiora i rischi per gli utenti della strada, così come l’inquinamento atmosferico (l’inquinamento da Pm2,5 prodotto da pneumatici e pastiglie dei freni).

Dalla Scozia a Vienna. La battaglia alle Suv, nella sua follia ideologica, intanto ha varcato i confini. Oltre ai nostrani SUVVersive, si segnalano i DundeeFlators (Scozia), le Reifenbande Wien (la “banda delle gomme” di Vienna), Les Dégonfleurs de pneus (gli “sgonfiatori”, in Francia, con tanto di video pubblicato dal quotidiano Le Parisien su YouTube).

Intanto, non solo Torino. Saranno anche guidati da nobili ideali, questi/e “ragazz”, ma sgonfiare ruote a casaccio resta vandalismo. Non molto diverso da tanti casi di cronaca riportati in diverse città italiane. Eccone alcuni. Desenzano del Garda, 13 settembre 2022: specchietti divelti, acido sul cofano delle auto in sosta, in pieno centro, nel parcheggio situato a est del Castello. Non sarebbe la prima volta: nell’area di sosta si registrano da tempo atti vandalici. Nei mesi scorsi, i cofani di alcuni veicoli sarebbero stati danneggiati usando dell’acido. Un mese prima, a Rolo (Reggio Emilia): sgradita sorpresa per alcuni automobilisti, che la notte di Ferragosto si sono ritrovati con le auto danneggiate da ladri o vandali. In frantumi i finestrini di vetture in sosta in un parcheggio tra l’altro dotato di un sistema di videosorveglianza. Milano, 25 giugno 2022: un uomo di 31 anni arrestato dalla polizia con l’accusa di danneggiamento aggravato dopo aver devastato sette auto parcheggiate in zona Acquabella, vicino a Città Studi. Sono stati alcuni residenti ad accorgersi di quello che stava succedendo e a chiamare il 112. L’autore del gesto, di rabbia più che di protesta ambientalista, rischia dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione. Trieste, 17 gennaio 2022: auto rigate, specchietti rotti e furti, allarme vandalismo in piazza di San Saturnino. Come dice il dégonfleur nel video delle sue prodezze, seguito da un videoreporter nella notte parigina, il rischio è grande, perché toccare un’auto, anche senza danneggiarla in modo permanente, è un tabù che può scatenare reazioni violente. E per lo stesso motivo, ammette, azioni simili a Londra e New York sono condotte da gruppi, piuttosto che da singoli troppo esposti. Ecco, vorremmo chiudere qua. Prima che qualcuno si faccia male, ragioniamo sul modello di sviluppo in modo pacifico, senza lasciare spazio a un terrorismo, che, per quanto nonviolento, è tutt’altro che una goliardata.

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