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Tesla non si ferma più: ecco i piani per continuare a crescere

Nuove Gigafactory e batterie, ma anche estrazione di litio, intelligenza artificiale e non solo: su cosa lavorano Elon Musk e soci

tesla non si ferma più: ecco i piani per continuare a crescere

Con il recente viaggio in Francia, Elon Musk ha riacceso i riflettori sui piani di espansione di Tesla. Che, a quanto detto dal ceo, potrebbe aumentare la propria presenza in Europa ben oltre i confini tedeschi.

Ma Tesla ha un obiettivo molto più ambizioso. Vuole arrivare a produrre 20 milioni di auto all’anno entro il 2030. Significa, a spanne, crescere di quasi 20 volte rispetto a quanto fatto nel 2022, quando ha chiuso a il mercato a quota 1,3 milioni di vetture vendute.

Per riuscire nell’impresa c’è solo un mantra da recitare: crescere, crescere, crescere. In tutti i sensi e in tutti i settori: non solo in quello della produzione auto – che pure resta primario –, ma anche su approvvigionamento delle materie prime, catena del valore e servizi. Sul piatto ci sono già 9 miliardi di dollari, come l’azienda ha rivelato inizio anno. Ma vediamo a cosa potrebbero servire.

Gigafactory ovunque

Tutti la vogliono. Stiamo parlando della Gigafactory di Tesla. La vuole il Messico, che l’ha ottenuta, la vuole il Canada, che è vicino a ottenerla. E poi? India, Indonesia, Corea del Sud, Francia e anche (magari) Italia. I Governi non fanno carte false, ma il corteggiamento Elon Musk e soci è quasi spietato. Promettono investimenti nel settore, agevolazioni fiscali, permessi straordinari e infrastrutture di sostegno.

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La Gigafactory Texas durante le fasi di costruzione, nel 2020

L’India, ad esempio, è in contatto con i vertici Tesla dal 2022 e, proprio di recente, è tornata alla carica con una proposta formale. L’idea è allettante, almeno per la Casa americana. L’India, recentemente divenuto il Paese più popoloso del mondo, sta faticosamente sposando la transizione ecologica e, nei prossimi anni, potrebbe arrivare a fare quello che ha fatto la Cina anni fa.

Restando in Oriente, anche il presidente indonesiano ha fatto la sua offerta a Tesla. Ha detto che sarebbe disposto a concedere a Elon Musk la licenza per estrarre nichel senza intermediari. Non una cosa da poco, se si pensa che l’Indonesia è il Paese con le più grandi riserve di nichel al mondo. Inoltre, a Giacarta si è deciso di abbassare l’Iva sulle auto elettriche dall’11% all’1%. La misura può dare una buona spinta al settore dei veicoli a zero emissioni. E Tesla potrebbe approfittarne.

Tra i pretendenti c’è anche l’Italia

Del Canada e del Messico si è già detto: la prima ha colloqui in corso, la seconda avvierà la costruzione di una fabbrica per auto di nuova generazione che aprirà i battenti entro un paio d’anni. Per quanto riguarda la Francia, al momento c’è stato un primissimo colloquio con Emmanuel Macron, ma niente più.

E l’Italia? Due sono stati i tentativi (timidi) per convincere Musk a investire nel Belpaese. Il primo, a giugno 2021, a opera del Tesla Owners Club, che ha suggerito di riconvertire l’ex Ilva di Taranto; il secondo da parte di Matteo Salvini, datato novembre 2022. Ma, per ora, niente di concreto all’orizzonte.

A parte le Gigafactory future, ricordiamoci che Tesla sta aggiornando e ampliando tutte le fabbriche già in funzione. Berlino, Austin, Fremont. E poi, soprattutto, la Giga Nevada, dove nascono Tesla Semi e batterie. Ecco, le batterie: questo è un altro punto chiave per la crescita della Casa.

Priorità 4680

Se vuoi costruire tante auto elettriche, devi produrre tante batterie. Tesla sta lavorando duramente per arrivare a un metodo che consenta di produrre celle 4680 in volumi giganteschi. La maggior parte delle Tesla del futuro, infatti, userà queste batterie. Per ora si sa che saranno prodotte in Texas, oltre che in Nevada, e forse anche in Germania e a Shanghai. Tutto dipenderà dai lavori di ampliamento.

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Una batteria Tesla con celle 4680 e architettura cell to pack

Non è detto però che Tesla non costruisca una o più fabbriche dedicate solo a questo elemento chiave. Anche perché la Casa vuole adottare anche altri tipi di batterie. Girano già voci di uno stabilimento per accumulatori con chimica litio ferro fosfato che potrebbe essere costruito con un partner d’eccezione come CATL.

Aspettando ulteriori dettagli, quello che è noto è che Elon Musk ha capito prima degli altri l’importanza di essere indipendenti su questo aspetto. E anche se non rinuncerà a fornitori esterni, come la già citata CATL o Panasonic o ancora BYD, cercherà di costruirsi buona parte delle batterie che servono.

L’attività estrattiva

Ma, parlando di batterie, non si può citare l’importanza dell’approvvigionamento delle relative materie prime. Tesla è impegnata anche su questo fronte. Sarebbe in trattativa per acquistare la Sigma Lithium, azienda che opera in Brasile e che, con un investimento monstre da 3 miliardi di dollari, le permetterebbe di chiudere il cerchio sull’estrazione e la lavorazione del litio.

Oltre a questo, è dal 2022 che Tesla spinge per avere le autorizzazioni necessarie a costruire uno stabilimento per la produzione di idrossido di litio in Texas. Sarebbe il primo impianto di questo tipo in Nord America e potrebbe rifornire le fabbriche che la Casa ha in USA. Musk ci spera. “Lavorare nel campo del litio – ha detto – sarebbe un po’ come avere la licenza per stampare denaro”.

Dal robotaxi al robot

Fino a qui, le operazioni di crescita riguardano componenti concreti: l’hardware, come direbbero gli americani. Ma Tesla è molto di più. È software, è intelligenza artificiale. Addirittura, sempre per citare Elon Musk, in futuro le auto non saranno più neanche il core business della Casa, che farà più soldi con i servizi e le nuove tecnologie.

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Il Tesla Bot presentato al Tesla AI Day 2021

Non per niente, sembra più interessata a sviluppare un sistema di guida autonoma totale, il famoso Full Self-Driving, che consentirà alla Casa di portare a termine il progetto robotaxi. Spingendosi oltre, c’è anche il robot umanoide Optimus, che ha un potenziale commerciale gigantesco. Musk dice che se ne potrebbero vendere nel mondo anche 20 miliardi (sì, miliardi) di unità. Troppi? Altre volte, in effetti, Musk è stato colto da incauto ottimismo.

Tutto sommato, le prospettive di crescita non mancano. Senza dimenticare i Supercharger, che si stanno aprendo a ogni marchio e che sono la rete di ricarica più diffusa al mondo, ma anche il fotovoltaico, i sistemi di accumulo e altre cose in cui Tesla è impegnata. Vedremo cosa riuscirà a ottenere.

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