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Tavares chiede incentivi: «Per la classe media elettrico troppo costoso»

tavares chiede incentivi: «per la classe media elettrico troppo costoso»

Tavares chiede incentivi: «Per la classe media elettrico troppo costoso»

La dimostrazione plastica sta in quello che è successo in Germania a gennaio: un crollo di quasi il 10% delle immatricolazioni delle auto elettriche a batteria (Bev), in un mercato che è andato a gonfie vele nel 2022. Il motivo? il taglio agli incentivi deciso dal governo Scholz, di cui fanno parte anche i Verdi. L’ecobonus tedesco è sceso da 6mila a 4.500 euro per le elettriche fino a 40mila euro. Da 5mila a 3mila euro per i modelli fino a 65mila euro. Come dire, il mercato va in crisi senza gli aiuti. In Italia invece i consumatori ancora non credono alla rivoluzione elettrica (meno del 4% dell’immatricolato), anche perché l’infrastruttura non convince. E così paradossalmente i bonus che piacciono sono quelli per le auto tradizionali.

Ma l’Europa ha messo un limite chiaro. Dal 2035 non potranno più essere prodotti motori benzina o diesel. Il cento per cento dovrà essere a emissioni zero. Le Bev però, è stato ieri l’avvertimento di Carlos Tavares, in occasione della presentazione dei risultati dell’esercizio 2022 di Stellantis, rischiano di essere troppo costose per la classe media. E poi c’è anche l’Euro 7 a complicare le cose, il nuovo standard in vigore da luglio 2025. Nella parte che riguarda le emissioni la norma «è inutile perché troppo costosa e non porta benefici per ambiente e salute». Secondo Tavares è, invece, positiva la parte relativa all’inquinamento prodotto da pneumatici e freni. «Per quanto ci riguarda – ha dichiarato il ceo del quarto gruppo automobilistico globale – noi facciamo la nostra parte: stiamo raddoppiando le vendite di Bev. Nel 2022 l’incremento è stato del 41% (a 288mila veicoli, VW ne ha vendute 572mila e +26%,Ndr)».

Stellantis l’anno scorso è stata prima nelle vendite di veicoli commerciali Bev nella Ue30, seconda nelle vendite complessive di Bev nella UE30, prima nelle vendite di elettriche plug-in (Phev) negli Stati Uniti. Tuttavia Tavares vede chiaramente un rischio: i costi e quindi i prezzi che ne potrebbero derivare. Negli Stati Uniti c’è l’Inflation reduction act, la legge green che stanzia quasi 400 miliardi di dollari e attrae anche aziende europee o che hanno basi in Europa (Tesla ha deciso di riportare dalla sua fabbrica di Berlino negli Usa la produzione di batterie). Gli incentivi dell’Ira quasi pareggiano il costo delle auto elettriche con quelle tradizionali. In Europa non è così.

Quindi se «senza incentivi le auto elettriche sono ancora troppo costose per la classe media, oggi come oggi l’elettificazione non è accessibile», ha ragionato Tavares. Il punto «è quanto velocemente riusciremo a ridurre i costi per vendere le auto a batteria anche senza incentivi». Il top manager ha fatto notare che la decisione è arrivata dall’Europarlamento (e per quanto riguarda l’Ira, il Congresso Usa) e che l’hanno votata i deputati che i cittadini hanno votato. In un certo senso «sono gli stessi cittadini che hanno espresso una scelta a favore dell’ambiente», ma che può ricadere sulle loro tasche e sull’industria dell’Auto. Perché un calo delle vendite di automobili, ha osservato, avrebbe inevitabili ripercussioni anche sui livelli occupazionali.

«Abbiamo una sfida evidente sui costi: quelli in eccesso dovranno essere assorbiti, altrimenti il mercato si ridurrà e così le compagnie. La prospettiva in termini di ricadute sociali non sarebbe buona». La sfida, quindi, è «ottimizzare ogni possibile aspetto per mettere la tecnologia alla portata dei cittadini: una tecnologia pulita, sicura e accessibile. Noi ci prendiamo la responsabilità di adattarci a questo mondo che è stato deciso dai cittadini. Nel 2022 abbiamo dimostrato di poter affrontare il cambiamento».

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