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Successo Dacia, ecco le tre regole d'oro con cui ha battuto tutti i record

successo dacia, ecco le tre regole d'oro con cui ha battuto tutti i record

Successo Dacia, ecco le tre regole d’oro con cui ha battuto tutti i record

ROMA. Guerra, inflazione, prezzi alle stelle di energia e materie prime, scarsità di microchip. Nel 2022 non ci siamo fatti mancare nulla, nel 2023 un nuovo virus in circolazione riguarda le banche. Ma se c’è un marchio dell’auto che sembra non essersi quasi accorto di tutto questo è Dacia, brand del gruppo Renault: ha cominciato l’anno con una crescita a doppia cifra dopo aver chiuso il 2022 con un +9,2% in Italia (a fronte di un calo del mercato del 9,7%) e con un +15,8% nei trenta paesi Ue, Efta più Uk (mercati in discesa complessiva del 4,1%).

Xavier Martinet, direttore marketing e vendite mondo di Dacia, rivendica questi risultati. In nome di una ossessione a mantenere sempre un “prezzo giusto” per ogni modello con “tanta attenzione ai costi”, di un corretto posizionamento del marchio che ha saputo anche differenziarsi da Renault, di un design “che piace”, di una dotazione tecnologica adeguata alla richiesta.

Il resto è futuro prossimo: “Nel 2024 puntiamo molto sulla nuova generazione di Duster, nel 2025 ci sarà Bigster (atro Suv di segmento C, ndr), altri due modelli nuovi nel 2026 e nel 2027”. Sull’obiettivo 2023 non si sbilancia, “non do numeri ma posso dire che se il mercato europeo crescerà come sembra, Dacia crescerà un po’ di più di altri, perché il marchio è già in linea con le attese dei consumatori”. Unica nube all’orizzonte è la “catena di approvvigionamento, che resta difficile”, leggasi disponibilità di microchip per soddisfare la domanda.

Martinet racconta quanto il proprio cliente sia più fedele di altri al marchio nel riacquisto e quanto sia attento al costo finale dell’auto: “La domanda di mobilità a prezzi contenuti in Europa rimane alta e per noi questa è una opportunità”. Dacia è campione di Gpl (un veicolo su quattro venduto l’anno scorso in Europa appartiene al marchio romeno), dunque il sistema a gas sarà omologato anche Euro 7, normativa molto discussa in questi giorni per la quale “abbiamo però bisogno di certezze”.

Il marchio ha cambiato immagine investendo sull’impatto ambientale – a cominciare dal nuovo colore del brand, una sfumatura di verde chiamata Liken Kaki – che significa puntare su elettrificazione, materiali e riciclo. Sul primo punto, Dacia è stata finora timida: in listino c’è il baby Suv elettrico Spring (quarto modello a zero emissioni più venduto in Italia nel 2022) e solo adesso è arrivata la prima ibrida, la Jogger a cinque e sette posti con sistema full hybrid.

Il punto, dice Martinet, non è la tecnologia a batteria, che nel gruppo è già tutta a disposizione, ma come mantenere il famoso “prezzo giusto”: “Dacia punta all’essenziale, ma la difficoltà sta in cosa lo è e in cosa non lo è. Il nostro lavoro quotidiano è centrato sul rispetto e sull’aggiornamento della promessa al cliente di dare sempre il miglior rapporto fra qualità e prezzo. Per questo sull’essenziale è molto più difficile dire no che dire sì”.

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