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Stop globale ai motori termici: la richiesta di Polestar e Rivian

Basta vendite di benzina e diesel: lo chiedono (fra le altre cose) Kearney e le due Case. Perché gli obiettivi climatici sono a rischio

stop globale ai motori termici: la richiesta di polestar e rivian

Così non va. Tutto il settore delle quattro ruote dovrà impegnarsi di più se vuole davvero raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici, che chiedono di contenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi entro il 2050. Perché puntare solo sull’auto elettrica non basta.

A scriverlo (e lanciare un appello) sono Polestar e Rivian, in una lettera aperta che riassume i risultati dell’ultimo “Pathway Report” di Kearney, società internazionale di consulenza. E le parole dello studio sono chiarissime: di questo passo, l’industria dell’auto non rispetterà il target fissato per la metà del secolo.

Lista delle cose da fare

L’analisi parte ricordando che l’automotive è responsabile del 15% di tutte le emissioni nel mondo e che, secondo il Gruppo intergovernativo sul Cambiamento climatico (Ipcc), il rilascio di gas serra dovrà diminuire del 43% entro il 2030. Ma il settore è ancora molto lontano.

C’è comunque una notizia positiva: nonostante il ritardo, l’industria dei veicoli può ancora recuperare. Servirà però un’azione collettiva molto decisa. E qui entrano in gioco i suggerimenti del “Pathway Report”. Sono tre le “leve” riportate nel rapporto.

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Prima di tutto, anrebbe decisa una data per la fine alla vendita di motori a combustione in tutto il pianeta, non solo in singoli Paesi o continenti come l’Europa. Poi andranno sia aumentata la quota di rinnovabili per la ricarica che decarbonizzata la produzione delle auto. Cosa succede ora? Adesso lo studio è in mano a tante Case, che sono pure invitate da Kearney a tenere una tavola rotonda per stabilire insieme la strategia.

“Serve un’azione collettiva”

“Ci auguriamo sinceramente che questo rapporto sia un punto di partenza per il settore per concentrarsi sulle aree in cui c’è accordo e trovare iniziative specifiche – dichiara Angela Hultberg, direttore globale per la sostenibilità nella società di ricerca –. Ci vorrà un’azione collettiva per risolvere alcuni dei problemi in questione e siamo ansiosi di vedere cosa faranno i produttori nel prossimo futuro”.

Commenta anche Fredrika Klarén, responsabile della sostenibilità di Polestar: “I Costruttori possono seguire percorsi diversi per quanto riguarda il marchio, il design e le strategie commerciali, e alcune non ammettono nemmeno che la strada verso il futuro è elettrica. Io credo che sia così e che la crisi climatica sia una responsabilità condivisa e che dobbiamo guardare oltre le emissioni dei tubi di scappamento”.

Fa eco Anisa Costa, Chief Sustainability Officer di Rivian: “I risultati del rapporto sono sconfortanti. La nostra speranza è che ora si gettino le basi per la collaborazione dell’industria automobilistica nel promuovere il progresso al ritmo e alla scala di cui abbiamo bisogno, ispirando idealmente altri settori a fare lo stesso. Insieme, sono sicuro che possiamo vincere la corsa contro il tempo”.

Fonte: Polestar

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