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Silk-Faw, la supercar cinese nella Motor Valley è un flop

La Regione Emilia Romagna ha revocato il contributo da 4,5 milioni di euro, il progetto della joint-venture cinese e americana al capolinea

Silk-Faw, la supercar cinese nella Motor Valley è un flop

Si addensano nubi che sanno di inevitabile sui terreni di Gavassa, alle porte di Reggio Emilia. Gli stessi terreni che avrebbero dovuto ospitare le fabbriche di Silk-Faw, joint-venture cinese e americana pronta a sbarcare nella Motor Valley con la produzione e lo sviluppo di una gamma di supercar ibride ed elettriche. Grandi promesse, programmi a lungo termine ma nulla che si sia mai concretizzato, al punto che i dubbi si sono moltiplicati mese dopo mese fino a quello che potrebbe essere il colpo di grazia per questo progetto: la Giunta Regionale dell’Emilia Romagna ha infatti approvato la revoca dello stanziamento di 4,5 milioni di euro di fondi che erano stati accordati alla società per favorire l’insediamento nell’area reggiana. Una mossa che potrebbe di fatto aver scritto la parola fine sui sogni di Silk Faw di sbarcare nella Motor Valley accanto a Ferrari, Lamborghini e altri.

Un progetto ambizioso

Eppure la visione della joint-venture cinese e americana era particolarmente ambiziosa, avvalorata anche dalle scelte fatte in fase di lancio del progetto. La scelta di manager e figure di altro profilo, dalla compianta Katia Bassi come Managing Director a Roberto Fedeli (ex Ferrari, BMW ed FCA) come vice presidente, Amedeo Felisa (ex ad Ferrari) come Special Advisor e membro del Senior Advisory Board fino a Walter de Silva che avrebbe dovuto disegnare le supercar pronte a nascere sotto il tetto di uno stabilimento che si sarebbe dovuto estendere per 320 mila ettari. Promesse di assunzioni, un centro di ricerca e sviluppo e una gamma che dalla Silk-Faw Hypercar S9, che ha debuttato anche dal vivo a Milano, avrebbe dovuto ampliarsi anche con l’arrivo della S7 e di altri modelli.

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Silk-Faw perde pezzi

I continui rinvii e i silenzi della società hanno tuttavia fatto insospettire le istituzioni, a partire dal comune di Reggio Emilia fino alla Regione Emilia Romagna. Arrivano le lamentele dei pochi dipendenti della sede legale che non ricevono gli stipendi, l’organigramma inizia a perdere pezzi con l’addio di Fedeli, de Silva e anche di Felisa. Cambia intanto anche il nome, che diventa Silk Sports Car Company, facendo sorgere ulteriori dubbi sulla bontà dell’operazione. A luglio del 2022 arriva un tentativo di rassicurazione, con un comunicato stampa che fissa nel 5 agosto la data per l’acquisto ufficiale dei terreni di Gavassa. Guardia di Finanza e Procura di Reggio aprono intanto un fascicolo per presunti reati fiscali. Il progetto scricchiola sempre di più, fino a marzo 2023, quando la Giunta regionale revoca i fondi (mai concessi in quanto vincolati agli investimenti). Il sogno della supercar cinese nella Motor Valley sembra essersi infranto definitivamente.

FP | Gianluca Sepe
@SepeGianlu RIPRODUZIONE RISERVATA

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