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Sicurezza stradale: Moto.it al tavolo tecnico convocato dal ministro Salvini

sicurezza stradale: moto.it al tavolo tecnico convocato dal ministro salvini

Sicurezza stradale: Moto.it al tavolo tecnico convocato dal ministro Salvini

La sicurezza stradale è un tema-chiave, da sempre. Ma oggi c’è qualcosa più: le città cambiano, la mobiliità evolve, la diffusone della tecnologia introduce nuovi modelli di fruizione, e tutto questo avviene più velocemente di quanto le regole siano in grado di governare.

La conseguenza è che ci troviamo di fronte a problematiche urgenti che reclamano soluzioni concrete. Dobbiamo dare atto al ministro Salvini di aver impostato il suo mandato sulla volontà di non voler lasciarle ingigantire ma, al contrario, di aggredire la questione che è sì, politica, ma richiedere un approccio soprattutto tecnico.

Quelllo che è successo ieri, alla sede del ministero di via Nomentana, va esattamente in questa direzione: un mattinata di lavori dedicata a un tavolo di confronto che ha coinvolto un centinaio di esperti, le principali associazioni di categoria e la stampa specializzata di settore, per presentare le linee guida del dicastero e ricevere suggerimenti sulle attività da intraprendere.

A quel tavolo eravamo seduti anche noi, in rappresentanza di tutti voi, e da lì abbiamo avuto modo di esprimere – per punti – le necessità che ci riguardano per tutelare la nostra vita in sella, nel commuting quotidiano come nel godimento della passione.

Nel nostro intervento, abbiamo, innanzitutto, voluto sottolineare il carattere di emergenza che ha assunto l’atteggiamento distratto degli automobilisti alla guida con una mano sul volante, l’altra a impugnare lo smartphone e lo sguardo chissàddove. È ormai evidente e chiaro a tutti che il meccanismo sanzionatorio, in questi casi, da solo non basta e che, pertanto, occorre un intervento drastico che chiami in causa la tecnologia, inibendo, per esempio, l’uso del cellulare quando si è nell’abitacolo.

Il secondo punto che abbiamo toccato ha avuto a che fare con i guardrail salva-motociclisti: quei pochi che ci sono non bastano; la loro presenza dovrebbe essere, invece, capillare, quantomeno al margine delle strade dove i casi di incidente sono più frequenti. Abbiamo chiesto di porre l’attenzione sul prototipo realizzato da Anas, che sembra avere tutti i requisiiti giusti, e il ministro ha preso nota.

E poi la condizione delle strade: buche, sporcizia, vegetazione che cresce a bordo strada fino a invadere le corsie. Perché, anche in questo caso, non affidarsi alla tecnologia e introdurre una piattaforma che permetta di segnalare questo genere di problemi? Lo abbiamo proposto. Vedremo se verrà accolta.

Quel che serve – abbiamo sottolineato più volte nel nostro intervento – è anche una nuova cultura della sicurezza, a partire dall’educazione stradale obbligatoria già nella scuola primaria, e con campagne mirate in cui si faccia comprendere, con il linguaggio più efficace, a quali coseguenze disastrose può portare anche una banale scivolata a bassa velocità, e perché provvedere all’acquisto dell’abbigliamento tecnico non sia un costo, ma un investimento sulla propria salute.

Anche qui, lo abbiamo ribadito, è necessario che lo Stato faccia la sua parte, con campagne che includano, ma vadano oltre, il concetto di guida responsabile, trovando una strada per agevolare l’acquisto dei DPI che non sia la solita vista in questi anni  con la defiscalizzazione dell’airbag comparsa in varie Leggi di Bilancio e poi evaporata nel nulla sul più bello.

La speranza è che tutto questo, assieme ad altre proposte che il ministro ha appuntato sul suo quaderno dei lavori, possano contribuire all’attività che sta sta svolgendo e che, nel breve periodo, si concretizzerà in un decreto legge che avrà al suo interno anche alcuni primi spunti sulla sicurezza, e che vedrà la luce entro il mese di aprile.

Il proposito, condiviso, è quello di inserire all’interno del decreto legge indicazioni di immediata applicazione relative principalmente a micromobilità, guida in sicurezza e controlli più attenti sulla sosta “selvaggia” degli autoveicoli.

L’altro passo, decisivo, sarà il via libera a una revisione organica del Codice della Strada per aggiornare le norme attuali che sono vecchie di oltre tre decenni e che passerà da una condivisione con altri ministeri a partire da Viminale e Giustizia, oltre che dall’esame parlamentare da ultimare entro la fine dell’anno.

In questo caso, il ministro ha segnalato l’intenzione di dare come punti cardine una strutturazione del codice basata su semplicità e brevità, chiarezza applicativa; sanzioni giuste ed efficaci.

Probabilmente, infine, verremo anche coinvolti nella campagna di comunicazione a cui il Mit sta già lavorando. Vi informeremo, via via, su queste pagine.

In collaborazione con Moto.it

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