Sheene? Rossi? Marquez? Torna in moto il numero 1 Il suo nome è Bagnaia
È dunque comprensibile che Bagnaia ci abbia pensato a lungo, prima di abbracciare il numero 1, dopo aver cambiato più volte idea sull’argomento. La decisione definitiva è arrivata soltanto poche ore prima della presentazione stampa della squadra ufficiale Ducati. Vederlo stampato sul capolino lo ha rassicurato: «È proprio bello vedere la mia Ducati con il numero 1 – ha detto compiaciuto – è lì a dirci che siamo stati i più veloci. Ora il mio obiettivo è fare di tutto per mantenerlo». Giacomo Agostini, ultimo italiano ad avere vinto il titolo della classe regina con moto italiana prima di lui, approva. «È bellissimo che dopo 50 anni un italiano sia tornato a vincere il Mondiale su una moto italiana come ho fatto io con la MV Agusta. Sono felice che Pecco abbia scelto di usare il numero 1, perché lui è davvero il numero uno». Ma chi stato il primo pilota a rinunciarvi La risposta è Barry Sheene nel 1977. L’inglese era attaccassimo al numero sette, che sfoggiava anche ai lati del casco, sulla cui parte anteriore c’era invece il volto di Paperino all’interno di un cerchio dorato. I campioni venuti dopo di lui, a partire da Kenny Roberts, il numero 1 se lo sono tenuto. E quando nel 1982 la Honda tornò ai Gp volle in squadra Marco Lucchinelli anche per poter sfoggiare sulla propria moto il numero 1, al quale non rinunciò neppure Kevin Schwantz, che pure era così identificato con il 34 che appena smise di correre venne ritirato in segno di rispetto. È stato Valentino Rossi, 25 anni dopo Sheene, a tornare sull’argomento, giurando fedeltà al 46. Dopo di lui, rinunciare all’uno è diventata l’abitudine. Hanno fatto eccezione Hayden, Stoner, Lorenzo nel 2011 e oggi Bagnaia.