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Sheene? Rossi? Marquez? Torna in moto il numero 1 Il suo nome è Bagnaia

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Sheene? Rossi? Marquez? Torna in moto il numero 1 Il suo nome è Bagnaia

Torna la MotoGP, che sabato 25 marzo in Portogallo terrà a battesimo la prima Sprint Race della sua storia (gara breve ma intensa per regalare pepe alla vigilia del Gp della domenica) e torna il numero 1 sulla carenatura del campione del mondo. In MotoGP non si vedeva da un po’. L’ultimo a sfoggiarlo è stato infatti Casey Stoner nel 2012, nella stagione successiva al titolo vinto con la Honda. Già, perché non soltanto Valentino Rossi e Marc Marquez ci hanno rinunciato, ma anche Jorge Lorenzo nel 2016 e dopo di loro pure Joan Mir e Fabio Quartararo. Quel numero 1 che dalla seconda edizione del Motomondiale nel 1950 fino a metà Anni Settanta è stato per ogni pilota il simbolo distintivo del proprio successo e veniva quindi sfoggiato con orgoglio, ultimamente è stato ripudiato in favore del numero che ogni pilota ha scelto per sé, diventato oggi un vero marchio di fabbrica, determinante sul fronte dell’immagine come su quello commerciale, perché entrambi fanno proprio leva sul numero di gara.

È dunque comprensibile che Bagnaia ci abbia pensato a lungo, prima di abbracciare il numero 1, dopo aver cambiato più volte idea sull’argomento. La decisione definitiva è arrivata soltanto poche ore prima della presentazione stampa della squadra ufficiale Ducati. Vederlo stampato sul capolino lo ha rassicurato: «È proprio bello vedere la mia Ducati con il numero 1 – ha detto compiaciuto – è lì a dirci che siamo stati i più veloci. Ora il mio obiettivo è fare di tutto per mantenerlo». Giacomo Agostini, ultimo italiano ad avere vinto il titolo della classe regina con moto italiana prima di lui, approva. «È bellissimo che dopo 50 anni un italiano sia tornato a vincere il Mondiale su una moto italiana come ho fatto io con la MV Agusta. Sono felice che Pecco abbia scelto di usare il numero 1, perché lui è davvero il numero uno». Ma chi stato il primo pilota a rinunciarvi La risposta è Barry Sheene nel 1977. L’inglese era attaccassimo al numero sette, che sfoggiava anche ai lati del casco, sulla cui parte anteriore c’era invece il volto di Paperino all’interno di un cerchio dorato. I campioni venuti dopo di lui, a partire da Kenny Roberts, il numero 1 se lo sono tenuto. E quando nel 1982 la Honda tornò ai Gp volle in squadra Marco Lucchinelli anche per poter sfoggiare sulla propria moto il numero 1, al quale non rinunciò neppure Kevin Schwantz, che pure era così identificato con il 34 che appena smise di correre venne ritirato in segno di rispetto. È stato Valentino Rossi, 25 anni dopo Sheene, a tornare sull’argomento, giurando fedeltà al 46. Dopo di lui, rinunciare all’uno è diventata l’abitudine. Hanno fatto eccezione Hayden, Stoner, Lorenzo nel 2011 e oggi Bagnaia.

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