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Salone delle auto d'epoca di Padova pensa al futuro. Ecco come cambierà

salone delle auto d'epoca di padova pensa al futuro. ecco come cambierà

Salone delle auto d’epoca di Padova pensa al futuro. Ecco come cambierГ

PADOVA – Una separazione consensuale. Tanto che il patron di Auto e Moto d’Epoca Mario Carlo Baccaglini al taglio del nastro di oggi, pensando al futuro, ringrazia Padova per i 39 anni insieme “Questo appuntamento ha una validità internazionale, è ai vertici del motorismo internazionale grazie a quello che siamo riusciti a fare qua”, dice. E Padova, per bocca del sindaco di Sergio Giordani, ringrazia Baccaglini per il lavoro fatto. Le strade si dividono, ma non c’è ruggine. La Fiera di Padova ha deciso di trasformarsi in un hub innovativo, tra universitario e di servizio alla città. E la rassegna ha bisogno di nuovi spazi. Basta vedere il pubblico di questa edizione. E le previsioni indicano pienone per l’edizione 2022 fino a domenica: appassionati da oltre 46 Paesi.

Baccaglini pensa già al nuovo ciclo e alla nuova formula da ottobre 2023 a Bologna. “Per la Fiera di Padova, dopo il Covid e dopo una trasformazione delle fiere, non aveva senso tenere uno spazio così grande – spiega Baccaglini – per noi invece è fondamentale lo spazio. Metri quadri per crescere perché questa manifestazione sta crescendo di anno in anno. Così abbiamo scelto Bologna”. E il richiamo al Motor Show, ultima edizione 2017, salta subito in mente, così come sembra naturale collocare una delle più importanti manifestazioni delle auto e delle moto di un tempo nella Motor Valley.

Alla Fiera di Bologna, che ha raggiunto un accordo con l’ente che gestisce i padiglioni nella cittadina veneta, non vedono l’ora di studiare il nuovo format. “Di sicuro vorremmo sviluppare tutto il settore due ruote che causa mancanza di spazio non siamo mai riusciti a lanciare come filone. E poi iniziare con i raduni, in base agli anni e agli anniversari. E per fare queste due cose si servono 30 mila metri quadri in più. Solo per questo. Se dovessimo mettere in campo altre iniziative, di respiro internazionale, dovremmo incrementare ancora i metri quadri”.

Viene naturale il paragone con i Saloni delle auto che sono morti, vedi Ginevra che non è riuscita a superare il Covid oppure Francoforte, proprio nella settimana in cui il Mondial de l’Auto di Parigi cerca di riprendersi il suo spazio. “Si tratta di due esperienze diverse. Il problema dei Saloni è che ormai, quando si entra dentro i padiglioni, si è già visto tutto della auto nuove che vengono presentate. Non c’è nessuna emozione, nessun wow. Fra questi stand si può ancora sognare. Questa è la fiera delle emozioni. Giri l’angolo è trovi la macchina che ti piaceva da bambino, oppure quella che correva nei rally. Ricordi, passioni emozioni”. E poi la tecnologia e la transizione verso l’elettrico ha tolto – secondo Baccaglini – non solo i suoni, ma gli odori. “L’appassionato non ci sta. E non sto parlando del collezionista storico, sto parlando dei giovani, che sono molto attratti da questi eventi e da queste vetture. Sa qual è uno dei miti? La Panda, quella di Giugiaro degli anni ’80. E’ un oggetto di culto per molti ragazzi”.

E poi un appello alle istituzioni: “Evitiamo di demonizzare l’auto d’epoca. Non è solo cultura e storia del nostro Paese, ma un settore che dà da vivere a migliaia di persone”. In media, secondo una della federazione mondiale della auto storiche, in Italia ogni appassionato proprietario di un veicolo storico spende ogni anno circa 3.737 euro, così ripartiti: 2.524 euro per la manutenzione e l’uso del veicolo stesso, 645 euro per la partecipazione ad eventi e 568 euro per altre voci.

Non mancano gli appuntamenti tra le 5 mila auto storiche esposte a Padova. E ad accogliere i visitatori c’è la “Mostra Ferrari Classiche – I gioielli del Museo Enzo Ferrari di Modena ad Auto e Moto d’Epoca 2022”. Per la prima volta alla fiera di Padova si espone l’artigianalità, la dedizione, la tradizione e l’innovazione Ferrari. “La giusta celebrazione per i 75 anni del Cavallino Rampante – sottolinea Michele Pignatti Morano di Custoza, manager dei Musei di Modena e Maranello – la gente ha voglia di toccare con mano i modelli, di vivere l’esperienza dopo una forzata vita a distanza e in streaming”. E anche al Museo del Cavallino non si è ancora tornati ai 600 mila visitatori all’anno, ma ad agosto è stato un mese record: oltre 90 mila. “Siamo sulla strada giusta”, dice il direttore. Una collaborazione con Auto e Moto d’Epoca che potrebbe continuare, più forte anche per la vicinanza: “Per noi il territorio è fondamentale. Bologna è molto più vicina”.

Tanti gli appuntamenti del weekend. Alle 16 di oggi c’è la presentazione di “Peugeot Tipo 3, la prima auto a circolare in Italia” con l’autore Fabrizio Taiana che dialoga con Stefano Chiminelli (Libreria ASI), Benedetto Camerana, presidente Mauto, e Mariella Mengozzi, direttore Mauto. Sempre venerdì, alle 14.30 presso lo stand Aci è prevista la presentazione della mostra “The Golden Age Of Rally. Le grandi sfide” che sarà al Mauto di Torino organizzata dalla Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica. Alle 16.30 la presentazione del volume di Gianni Tonti “Reparto corse Lancia”, a cui partecipa l’autore, insieme ai piloti F1 Riccardo Patrese, Pierluigi Martini, Piercarlo Ghinzani. Imperdibile l’appuntamento di domani alle 12 negli spazi ASI, dove il “mitomondiale” Giacomo Agostini riceve il Premio ASI 2022 per il Motorismo Storico. In Aci alle ore 15 di sabato l’appuntamento è con “Il futuro dell’automobile storica: defiscalizzazione, circolazione e revisioni”.

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