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Rivian, deludono le stime per il 2023. L’ex startup prodigio è a un bivio

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Rivian, deludono le stime per il 2023. L’ex startup prodigio è a un bivio

Target di produzione inferiori alle attese di Wall Street per Rivian Automotive, che prevede di costruire fino a 50mila veicoli elettrici nel 2023, ma pur dando segnali di ripresa non è riuscita a farne 25mila nel 2022. I ricavi sono stati inferiori alle stime: 663 milioni di dollari nel quarto trimestre, al di sotto dei 717 milioni di dollari previsti dagli analisti, secondo la media delle stime compilate da Bloomberg. Il passivo rettificato è stato di 1,87 dollari per azione, più o meno in linea con le previsioni degli analisti. E nel 2023 la perdita attesa, esclusi interessi e ammortamenti, è di 4,3 miliardi.

Le azioni del produttore di pick-up e suv elettrici sono scese di oltre l’8% nell’after hours dopo una seduta intraday di segno totalmente opposto (+4,61%). Un calo che segue il crollo dell’80% nel 2022, seconda peggiore performance dell’indice Nasdaq 100 lo scorso anno. Alibi: «La filiera continua ad essere il principale fattore limitante della nostra produzione. Durante il trimestre abbiamo riscontrato diversi giorni di perdita di produzione a causa della carenza di fornitori», ha dichiarato la società guidata dal ceo R.J. Scaringe in una lettera agli azionisti. «Prevediamo che le sfide della catena di approvvigionamento persisteranno nel 2023, ma con una migliore prevedibilità rispetto a quanto sperimentato nel 2022».

Gli investitori hanno sempre guardato a Rivian, per la qualità dei prodotti, come potenziale contendente di Tesla, anche se la distanza resta siderale: Tesla produce 60 volte di più, per cominciare. L’Ipo di Rivian, poco più di un anno fa, è stata la sesta più grande nella storia degli Stati Uniti e ha attirato il sostegno di istituzioni finanziarie come T Row Price Group oltre ad Amazon, che ha commissionato la produzione di 100mila furgoni elettrici entro il 2030.

Uno dei grandi azionisti della prima ora, Ford Motors, che poco dopo l’Ipo aveva cancellato i progetti comuni, ha dato un segnale chiaro scendendo, poco più di due settimane fa a poco più dell’1% nella compagine azionaria e dopo avere riportato una svalutazione di 7,3 miliardi. Ford era partita da una pacchetto del 13% quando poco dopo la quotazione (novembre 2021) Rivian aveva toccato i 100 miliardi di capitalizzazione, bel più della stessa Ford. Oggi ne vale meno di 18.

L’azienda con sede a Irvine, California, ha rapidamente incontrato problemi mentre cercava di aumentare la produzione a causa della carenza di parti e alla fine non è riuscita a raggiungere l’obiettivo di costruire 25mila veicoli elettrici su tre linee di prodotti: pickup plug-in di consumo, suv e, appunto, il furgone elettrico per Amazon.

Rivian ha smesso di rivelare il numero di preordini netti per i suoi veicoli elettrici di consumo, ma il conteggio si è attestato a circa 114mila all’inizio di novembre. l’azienda afferma di avere ancora un arretrato o preordini che si allungano nel 2024. Le disponibilità liquide e mezzi equivalenti si attestavano a 12,1 miliardi di dollari alla fine del trimestre, in calo rispetto ai circa 14 miliardi di dollari del periodo precedente terminato il 30 settembre.

«Rivian – commenta Dan Ines, di Wedbush – ha un marchio forte e un’opportunità unica di capitalizzare l’opportunità del boom dell’elettrico, tuttavia le sfide rimangono. La concorrenza è in aumento e la produzione deve aumentare, altrimenti i potenziali clienti si rivolgeranno a Ford, GM e altri. Siamo a un bivio. RJ Scaringe e il suo team devono tenere la rotta della nave Rivian in acque agitate. Altrimenti potrebbero essere tempi bui».

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