Luca de Meo con il concept della nuova Renault 5
Ampere, che avrà sede nel nord della Francia dove produrrà le nuove Renault 4 e Renault 5, punta a una crescita media annuale superiore al 30% nei prossimi dieci anni e a un margine del 10% nel 2030 contro il 4,7% segnato dal gruppo Renault nel primo semestre 2022. La nuova filiale sarà quotata in Borsa «appena possibile nel secondo semestre 2023», ma Renault conserverà «una forte maggioranza con il potenziale supporto di investitori strategici», tra cui il produttore statunitense di chip Qualcomm Technologies, che è già fornitore di Renault. In questo ambito è prevista anche ‘una profonda partnership’ tecnologica con la stessa Qualcomm e con Google. Con Google verrà ampliata la partnership già esistente puntando al “Sooftware Defined Vehicle” che unirà «il meglio del mondo automotive e con quello del digitale».
Il gruppo Usa sarà inoltre «il fornitore preferito» di Renault per il cloud. Non ci sono ancora i dettagli, per altro, di come verranno riorganizzate le relazioni con il partner giapponese Nissan, socio al 15% di Renault (alla pari dello Stato francese) e di cui Renault a sua volta è socia con il 43%, quota destinata a ridursi, stando alle indiscrezioni. Nissan potrebbe però investire in Ampere. Sul fronte dei motori termici, Renault dividerà le sue attività al 50% con il gruppo cinese Geely, che in Europa è già proprietario di Volvo. I due gruppi costituiranno una nuova società, denominata ‘Horsè che svilupperà e produrrà motori, scatole dei cambi e sistemi di ibridazione destinate ad auto a benzina e diesel e alle vetture ibride. La jv franco-cinese avrà 19mila dipendenti in Europa (Spagna, Romani e Svezia), in Cina e America del Sud, con 17 stabilimenti e cinque centri di R&D, per fornire 130 Paesi. Il fatturato è stimato a oltre 15 miliardi di euro l’anno, con una crescita del 4% fino al 2027.
Quanto all’orizzonte finanziario, le previsioni di Renault puntano a un margine operativo oltre l’8% nel 2025 e oltre il 10% nel 2030, a un free cash flow di oltre 2 miliardi di euro in media l’anno sul 2023-2035 e di oltre 3 miliardi in media nel 2026-2030. Renault, che non versa cedole dal 2019, intende inoltre riprendere il pagamento del dividendo da 2023 (mentre è in attesa dell’approvazione dell’assemblea per il 2022). «Per la prima volta per il gruppo Renault, la politica di dividendo crescerà gradualmente in modo disciplinato, fino a un pay out pari al 35% dell’utile netto consolidato del gruppo nel medio termine – sottolinea una nota, precisando che per raggiungere questo obiettivo – la prima priorità è quella di tornare a un rating di investment grade».