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Rame e litio, come ricavarne abbastanza e in modo sostenibile

Anche le materie prime come i metalli-chiave base della transizione energetica possono essere "recuperati" e con emissioni ridotte

rame e litio, come ricavarne abbastanza e in modo sostenibile

Il più grosso problema della transizione energetica è che anche le risorse impiegate per passare alle energie pulite dovranno essere a loro volta sempre più sostenibili. Non basta infatti, produrre auto elettriche senza gas di scarico per aver assolto il compito, perché anche il processo produttivo che le origina dovrà essere a basso impatto ambientale.

Dal punto di vista delle materie prime, questo è assai complesso: più veicoli elettrici significa una maggiore richiesta di materiali, tra cui i metalli come rame e litio, solitamente ottenuti con procedimenti che tendono a essere piuttosto impattanti sull’ambiente, e pensare di aumentarne la produzione invertendo questo trend è una vera sfida, anche se qualche alternativa esiste.

“Rifiuti” preziosi

Con la corsa alla sostenibilità, le priorità dell’industria stanno cambiando e così anche soluzioni che un tempo non apparivano convenienti, oggi sono invece guardate sotto una luce nuova.

Per quanto riguarda l’estrazione dei metalli, le tecnologie che stanno prendendo piede sono quelle che consentono di ricavare quelle stesse materie prime da detriti e materiali di scarto, abbattendo il consumo energetico e di conseguenza le emissioni del processo, cosa che oggi è importante almeno quanto assicurare i volumi produttivi e i margini di guadagno.

Sia per il rame sia per il litio, che saranno ancora e per molti anni due dei componenti chiave delle batterie (e nel caso del primo anche di tutti i materiali elettrici), gli analisti prevedono infatti che la domanda di qui al 2035 possa diventare più che doppia rispetto a quella odierna. Quindi, oltre a investire sul riciclaggio dei prodotti a fine vita, occorre puntare su tecniche di approvvigionamento sostenibili.

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ll rame a basse emissioni

Rame di recupero, chi ci sta investendo

Per il rame, il piano alternativo è la tecnologia chiamata “lisciviazione catalitica” che in sostanza permette di estrarre il rame contenuto in basse concentrazioni in detriti e materiali di scarto. Se prima non c’era particolare convenienza nel recuperarlo, potendo puntare sulle concentrazioni più ricche, ora un processo che limita le operazioni di scavo e abbatte fino al 40% delle emissioni diventa improvvisamente prezioso.

Alcuni costruttori hanno iniziato a investire in questa soluzione, acquisendo quote di partecipazione nelle società che per prime hanno sviluppato questa tecnica: lo ha fatto BMW con la statunitense Jetti Resources, e di recente anche il Gruppo Stellantis ha annunciato di aver acquisito il 14% della McEwen Copper, che ha avviato nella miniera Argentina di Los Azules un progetto per la produzione di grandi quantità di rame a basse emissioni.

L’obiettivo è raggiungere per il 2027 il volume di 100.000 tonnellate l’anno di rame dalla purezza prossima al 100% con riserve tali da sostenere le attività produttive dei i propri clienti per oltre 30 anni.

rame e litio, come ricavarne abbastanza e in modo sostenibile

Anche il litio diventa sostenibile

Stellantis, che intende infatti arrivare alle zero emissioni per il 2038, ha inoltre annunciato un’iniziativa simile anche per la fornitura di litio. Per questo metallo, che si trova concentrato in miniere, deserti e laghi salati, normalmente l’estrazione è dispendiosa in termini di risorse de energia, perché si ricava dall’evaporazione di salamoie estratte dal sottosuolo in grandi vasche.

La tecnica alternativa è quella di sfruttare salamoie geotermiche attraverso impianti che ricavino da esse anche energia rinnovabile da riutilizzare per il trattamento stesso del materiale grezzo.

Stellantis ha firmato un accordo a lungo termine con la Controlled Thermal Resources per assicurarsi appunto una fornitura di idrossido di litio pari a 25.000 tonnellate l’anno con cui alimentare le sue fabbriche di batterie in Nordamerica. La società sfrutta il giacimento nel sito geotermico di Imperial, in California, e un processo a ciclo chiuso che si auto-alimenta con l’energia pulita generata dal calore e dalla pressione nel sottosuolo.

In Europa, il colosso italo-francese ha stretto un accordo simile con la società tedesca Vulcan, che nel quinquennio 2026-2030 fornirà a Stellantis dalle 16.000 alle 20.000 tonnellate l’anno di idrossido di litio “a basse emissioni”.

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