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Quanto stanno perdendo le Case auto per la guerra Russia-Ucraina

Le Case europee e giapponesi se ne vanno dalla Russia perdendo oltre 3,5 miliardi di euro e quelle cinesi si fanno avanti

quanto stanno perdendo le case auto per la guerra russia-ucraina

Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso il territorio ucraino, dando una svolta armata alla crisi russo-ucraina in corso dal 2014. Ad oggi, stando alla Reuters, la guerra ha causato la morte di 29.916 persone, 14 milioni di profughi e il costo materiale economico è arrivato a circa 350 miliardi di dollari. In questo triste bilancio si inseriscono anche le Case auto, che già circa un mese dopo l’inizio del conflitto armato hanno iniziato a lasciare la Russia.

Cinco Dias, la sezione economica de El Pais, ha messo insieme alcuni numeri molto interessanti: per esempio Nissan, Renault e Traton (parte del gruppo Volkswagen), aziende che hanno deciso recentemente di lasciare la Russia, hanno subito o subiranno un impatto negativo combinato sui loro conti di oltre 3,5 miliardi di euro.

Nel frattempo, il vuoto lasciato dai produttori europei favorisce le aziende cinesi. Chery potrebbe costruire auto in Russia e punta a raddoppiare i volumi entro fine anno.

Renault e Nissan in prima linea

Dopo un mese di guerra, Renault ha sospeso le operazioni in Russia e ha iniziato a valutare possibili opzioni sulla sua partecipazione in AVTOVAZ, l’azienda russa che costruisce le Lada. Poi, a maggio, il Gruppo ha ceduto tutte le sue azioni in AVTOVAZ (67,69%), oltre a tutte la attività di Renault Russia, prevedendo però nell’accordo che lo stesso gruppo francese possa esercitare entro sei anni la sua opzione di riacquisto della partecipazione in AVTOVAZ.

I danni economici causati dal conflitto e dalle sanzioni contro la Russia sono stati molto alti per il costruttore, basti ricordare che il territorio russo era il suo secondo mercato dopo quello francese. L’operazione, stando ai conti del primo semestre, ha avuto un impatto negativo sulla casa auto di 2,323 miliardi di euro. Senza contare tutte le auto che Renault non può più produrre in Russia: sono quasi 400.000 le unità che Renault perderà, spalmate su 13 modelli, tutti destinati al mercato interno, e due fabbriche.

Non è andata certo meglio al partner Nissan, che ha ceduto i suoi asset in Russia all’Istituto Centrale di Ricerca e Sviluppo per Automobili e Motori (NAMI), con un impatto sui conti di 707 milioni di euro.

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AVTOVAZ Togliatti

Altre case che se ne vanno

Toyota, il più grande produttore di auto al mondo, possiede uno stabilimento a San Pietroburgo che è stato messo fuori uso dal 4 marzo scorso e impiega poco più di 2.300 persone nel Paese (1.900 delle quali lavoravano nello stabilimento che assemblava i modelli Camry e RAV4). La casa giapponese ha ora dichiarato che smetterà definitivamente di produrre auto in Russia.

“Durante questo periodo abbiamo mantenuto la nostra forza lavoro al completo e ci siamo assicurati che il nostro impianto fosse pronto a riprendere la produzione se le circostanze lo avessero permesso – si legge in una nota – . Tuttavia, a distanza di sei mesi, non siamo stati in grado di riprendere le normali operazioni e non vediamo alcuna indicazione che saremo in grado di riprendere le normali operazioni in futuro”.

Anche Mazda, secondo il media giapponese Nikkei, sta trattando con il suo partner locale Sollers per vendere la sua partecipazione nella loro joint venture che ha uno stabilimento a Vladivostok, in Russia.

I cinesi che avanzano

Anche il gruppo Stellantis e la giapponese Mitsubishi hanno interrotto la produzione nello stabilimento di veicoli commerciali che condividono a Kaluga. Lo stabilimento (posseduto al 70% da Stellantis e al 30% da Mitsubishi) assemblava modelli come l’Expert di Peugeot, il Jumpy di Citroën e il Vivaro di Opel.

Il Gruppo Volkswagen, che a inizio marzo ha annunciato la chiusura di due stabilimenti russi (a Kaluga e Nizhny Novgorod), ha annunciato la sospensione delle esportazioni di veicoli nel Paese.

Queste uscite non sono state quantificate, ma è noto che nel primo trimestre del 2023 il produttore di veicoli commerciali Traton (consociata del Gruppo Volkswagen e uno dei più grandi produttori di veicoli commerciali al mondo) ha annunciato la vendita delle sue attività in Russia, con un impatto negativo di 550 milioni di euro.

E mentre queste case perdono, la casa automobilistica cinese Chery è in trattativa con i costruttori russi per la produzione dei propri modelli negli stabilimenti locali.

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Chery Omoda 5

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