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Quando scoprire l'Italia on the road è innamorarsi (di nuovo) del nostro Paese

La chiamano biochimica dell’innamoramento. Quella che ci fa perdere la testa per qualcuno o qualcosa e che può essere un processo istantaneo o bisognoso di tempo e cure. Ebbene, può succedere anche per un’Italia lontano dai rumori e dallo smog, un Paese di borghi, panorami, paesaggi, colline, strade tra filari di cipressi, cucine locali e chef stellati, cultura, storia e storie. E se questo innamoramento, poi, si accompagna a un viaggio on the road alla guida di una Maserati GranTurismo – si parte da Roma, si attraversano le suggestive strade della Tuscia, si passa tra le verdi colline della Toscana per terminare a Modena, la casa Maserati – tutto diventa veramente speciale. Noi l’abbiamo provato per voi.

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La driving experience parte da Roma. Una colonna di auto Maserati GranTurismo – qui il modello Folgore full electric – che transita sotto il Colosseo, in piazza Venezia sotto l

Il nostro viaggio (siamo un gruppo di giornalisti di tutto il mondo accompagnati da un nutrito staff tecnico Maserati) parte, dopo un brief iniziale, in una Roma assolata di maggio, direzione Viterbo. Una colonna di auto colorate, rosse, gialle, blu elettrico e grigie metallizzato, con un tridente sul cofano – simbolo di una casa automobilistica nata a Bologna dai fratelli Maserati nel 1914 col nome di “Societa Anonima Office Alfieri Maserati”, un’azienda che scelse proprio l’arma di Nettuno come suo tratto identificativo riferimento all’omonima piazza con la statua di Poseidone del capoluogo emiliano – non passa certo inosservata. Sono tutte GranTurismo, un modello nato 75 anni, capostipite fu la A6 1500 nata per le gare di corsa, e oggi trasformata persino in una Folgore, l’ultima versione 100% elettrica (450 km con una ricarica che si effettua in meno di 18 minuti) che traccia il futuro della casa automobilistica modenese.

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I modelli Maserati GranTurismo tra il verde della Tuscia: Modena e Trofeo versioni a benzina e Folgore dotata di tre motori elettrici alimentati da una batteria ad 800V che rappresenta il futuro della casa automobilistica. Attualmente vengono prodotte 25mila GranTurismo, il 25% destinato al mercato americano.

In questa driving experience tutto è studiato per essere lussuoso, elegante, discreto ma esclusivo. A partire, ovviamente dall’auto, la GranTurismo, design e comfort, l’unico modello realizzato completamente in Italia e totalmente personalizzabile. Gli stabilimenti per motori e carrozzeria sono a Modena, mentre gli interni, sono realizzati con partner che raccontano una storia di eccellenza tutta nostrana. I sedili (per ora solo quelli del modello Folgore) sono in Econyl®, un filo di nylon rigenerato e riciclabile all’infinto, unico al mondo, realizzato con tessuto di scarto recuperato dalle discariche e con reti da pesca abbandonate secondo un motto caro all’azienda di Arco (Trento) – Aquafil – che l’ha inventato e brevettato e che ha a cuore ambiente e sostenibilità: niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma.

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A bordo delle Folgore attraversiamo Tuscia, Maremma e arriviamo tra le Crete Senesi. La Folgore, il modello 100% elettrico, ha gli interni realizzati in sono in Econyl®, un filo di nylon rigenerato e riciclabile all’infinto unico al mondo, realizzato con tessuto di scarto recuperato dalle discariche e con reti da pesca abbandonate.

Il suono, invece, porta la firma dei vicentini Sonus Faber, gli artigiani del suono, che forti di 40 anni di ingegneria audio fatta a mano e di un Eisa Award – il premio che si aggiudicano i migliori prodotti di elettronica nel mondo – hanno installato nelle auto un sistema di amplificatori (davanti, su porte, ai lati, dietro e persino nel bagagliaio, fino a 19 speaker) che riproduce una musica naturale e immersiva. Come sentirsi a un concerto live!

Del resto, l’azienda automobilistica, oggi parte del gruppo Stellantis, guarda al futuro. Anche in termini di diversity & inclusion. Tra i 1115 ingegneri in Italia (2100 in tutto il mondo), oggi ci sono molte donne che raccontano che l’auto non è più un settore solo maschile. Come Caterina Secchieri, 39 ingegnere aerospaziale un passato nel centro ricerche Fiat, e da 8 anni in Maserati con il ruolo di coordinatrice della parte tecnica e gestione auto della squadra eventi. In sintesi, quella che – in questo viaggio – ha controllato le auto prima di ogni nostra partenza. Ma non solo ingegneri. Nello staff aziendale le donne sono il 41%, in Cina addirittura il 56%. E a breve la Maserati creerà anche un gruppo di collaudatrici donne, le women test drive, che prenderanno in considerazione anche uno stile femminile che, magari, desidera guidare un’auto sportiva coi tacchi.

Ma torniamo al nostro viaggio. Lasciata la capitale e passata Orte ci si inoltra nella Tuscia viterbese, si passa da Arena di Castro, Piansano, si costeggia il lago di Bolsena per arrivare a Casa a Cellere, una modernissima residenza ideata dagli architetti Giuseppe Pasquali e Valeria. Una valle verde tappezzata di iris gialli e papaveri rossi dove, dopo un pranzo a base di erbe e verdure locali – dai pomodori alle coste profumate con menta e aglio – ci si mette alla prova con una painting session. Ovvero colorare una tela con acquerelli, secondo un’interpretazione personale. Un momento di pace ritagliato in un ambiente naturale ancora selvaggio, dove papaveri, iris si mixano ad arte.

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Casa a Cellere nella Tuscia: una sessione di painting. Anche dipingere con acquerelli fa parte dell’esperienza, un modo diverso di osservare il panorama che ci sta intorno.

Si riparte alla scoperta della Val d’Orcia, tra le meraviglie toscane uno dei posti più noti al mondo, Patrimonio Mondiale Unesco. Ognuno con la sua andatura, chi più veloce, chi più piano. Chi testa un motore in grado di passare da 0 a 100 km in pochi secondi, chi osserva le meraviglie della Toscana. Destinazione finale della giornata Castiglioncello del Trinoro – una frazione di Sarteano (Siena) – all’hotel Monteverdi Tuscany, nel cuore delle Crete Senesi. Qui, oltre 20 anni fa, un avvocato americano, Michael Cioffi, acquistò l’intero villaggio che «rischiava di venir cancellato per sempre dalla storia» e gli diede nuova vita. Oggi il borgo è un boutique hotel diffuso ecologico, con stanze e appartamenti e ancora ben sette abitanti. Inoltre, grazie alla designer Ilaria Miami nessun dettaglio – dalle lenzuola ecrou di lino alla lavanda coltivata in giardino – è lasciato al caso. Come pure al ristorante Monteverdi dove ci accoglie una chef cileno- americana, Giancarla Bodoni, pioniera del movimento organic slow-food, che ci prepara dei toscani pici al ragù di cinghiale e una pavlova a base di rabarbaro e ganache di lamponi che si scioglie in bocca.

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Un momento del viaggio: lasciata la Tuscia, ci si dirige in Maremma prima e poi verso le Crete Senesi.

Il secondo giorno di viaggio ci porta tra le Crete Senesi, da Bagno Vignoni, a Pienza, da San Quirino d’Orcia, fino a Montalcino. Tappa caffè a Lucignano d’Asso: qui cartelli come telegrafo e vecchie insegne di telefoni paiono raccontare di un borgo rimasto fermo nel tempo.

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L’entrata del piccolo borgo di Lucignano d’Asso

Si riparte in direzione Badia a Passignano, un villaggio con un antico monastero del 1100 con tanto di affresco di Domenico Ghirlandaio. Qui, sotto le sue mura, ci “accoglie” l’orto biologico aromatico del monastero, dall’insalata alle zucchine, dal timo alla salvia dal timo alla melissa: un effluvio di odori e profumi.

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L’insegna dell

Odori e profumi che ritroviamo all’Osteria di Passignano dove lo chef stellato, Matteo Lorenzini, ci delizia con humus di ceci, coccoli fiorentini e pappa al pomodoro rivisitata. Ovviamente tutte verdure dell’orto biodinamico. Dopo pranzo un tour esclusivo per la tenuta Tignanello nel cuore del Chianti classico, tra i barrick e i vigneti dei marchesi Antinori, considerata la migliore cantina del mondo e vincitrice del World’s Best Vineyards 2023. Nei vigneti dei marchesi Antinori , si producono tra i più influenti vini della storia vitivinicola italiana, come Tignanello e Solaia.

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Badia a Passignano: lì vicino le vigne Tignanello dei marchesi Antonori, vincitrici del World

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La villa e la tenuta con le vigne di Tignanello.

Il nostro viaggio finisce a Modena con una cena da Oreste nella piazza Roma davanti alla sontuosa Accademia militare. Una serata a base di gnocco fritto e tortellini emiliani arricchita dalle storie di Ermanno Cozza, 90 anni a breve, uno dei primi operai della Maserati che lì ha lavorato per 40 anni, e che ricorda con molta lucidità gli inizi della casa, quando le auto erano unicamente da corsa e i motori si costruivano a mano su tavoli coi cavalletti. Una memoria storica.

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La Maserati A6 1500, la prima GranTurismo, in Piazza Roma a Modena. Questo primo modello di GranTurismo venne realizzato nel febbraio del 1947 dalla carrozzeria Pininfarina per il Salone dell’Auto di Ginevra e fu capostipite di una tipologia di auto che prima non esisteva. A destra Ermanno Cozza, 90 anni a breve, uno dei primi operai della Maserati, una memoria storica dell

Quest’esperienza on the road finirà in un’app – Maserati Tridente – che tutti potranno scaricare. Il nuovo progetto digitale della casa automobilistica punta così a costruire una community con membership a “livelli”: il primo sarà aperto a tutti i fan che avranno a disposizione alcuni contenuti (come, ad esempio, i consigli per una driving experience in Italia) mentre i livelli superiori, premium e platinum, con contenuti e servizi esclusivi saranno riservati ai possessori di un’auto Maserati.

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