La concept del 2000 rende omaggio al grande pilota Bernd Rosemeyer. Ha qualcosa della TT, ma anticipa la Bugatti Veyron
Bernd Rosemeyer è uno dei piloti più famosi della storia. I suoi più grandi successi, ma anche la sua morte prematura (a soli 28 anni), sono indissolubilmente legati alle auto da corsa dell’allora Auto Union.
Omaggio alle Frecce d’Argento
La Audi Rosemeyer (lunga 4,539 metri, larga 1,920 m e alta 1,240 m, con un un passo di 2,911 m) debutta nel 2000 con una monumentale griglia del radiatore che ricorda le storiche Frecce d’Argento dell’Auto Union, così come il cofano allungato con le sue feritoie verticali per la presa d’aria che degradano dolcemente verso il posteriore.
Il tetto tondeggiante, i passaruota a forma di semicerchio e la linea di cintura alta dimostrano la stretta parentela con la prima Audi TT. Tuttavia, il frontale e il posteriore della Rosemeyer ricordano anche la successiva Bugatti Veyron.
Audi TT
Audi Rosemeyer
Audi la descrive così: “Come le Frecce d’Argento, anche questa coupé piatta potrebbe essere alimentata da un motore centrale a 16 cilindri. C’è molto spazio tra le enormi ruote nei passaruota che hanno una forma molto più alta. Un passo lungo che lascia spazio a due occupanti e un motore di grande volume davanti all’asse posteriore”.
Un manifesto tecnologico
L’Audi Rosemeyer non è un semplice prototipo, ma la dimostrazione del potenziale tecnologico del marchio Audi. I grandi dischi freno perforati sono riconoscibili nelle enormi ruote. Le vistose prese d’aria strutturano l’intera carrozzeria in alluminio e caratterizzano soprattutto il frontale, dove i gruppi ottici hanno una particolare forma aerodinamica e vantano già fari allo xeno tanto compatti quanto potenti.
Per questioni aerodinamiche non ci sono specchietti retrovisori, ma telecamere che proiettano la visuale posteriore e laterale su monitor all’interno dell’abitacolo, dove – oltre all’alluminio spazzolato, al carbonio e alla pelle – è stata utilizzata una trapuntatura Nomex ignifuga.