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Quali auto vi ricorda la Audi Rosemeyer?

La concept del 2000 rende omaggio al grande pilota Bernd Rosemeyer. Ha qualcosa della TT, ma anticipa la Bugatti Veyron

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Bernd Rosemeyer è uno dei piloti più famosi della storia. I suoi più grandi successi, ma anche la sua morte prematura (a soli 28 anni), sono indissolubilmente legati alle auto da corsa dell’allora Auto Union.

A 27 anni, nel 1936, ha ottenuto tutti i titoli possibili con l’Auto Union Type C 16 cilindri: campione europeo, campione tedesco su strada e campione tedesco di montagna. Nella sua carriera ha stabilito diversi record mondiali ed è stato il primo a superare il limite di 400 km/h su una strada pubblica. Non c’è da stupirsi, quindi, che molti anni dopo Audi gli abbia dedicato una concept car.

Omaggio alle Frecce d’Argento

La Audi Rosemeyer (lunga 4,539 metri, larga 1,920 m e alta 1,240 m, con un un passo di 2,911 m) debutta nel 2000 con una monumentale griglia del radiatore che ricorda le storiche Frecce d’Argento dell’Auto Union, così come il cofano allungato con le sue feritoie verticali per la presa d’aria che degradano dolcemente verso il posteriore.

Il tetto tondeggiante, i passaruota a forma di semicerchio e la linea di cintura alta dimostrano la stretta parentela con la prima Audi TT. Tuttavia, il frontale e il posteriore della Rosemeyer ricordano anche la successiva Bugatti Veyron.

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Audi TT

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Bugatti Veyron

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Audi Rosemeyer

Audi la descrive così: “Come le Frecce d’Argento, anche questa coupé piatta potrebbe essere alimentata da un motore centrale a 16 cilindri. C’è molto spazio tra le enormi ruote nei passaruota che hanno una forma molto più alta. Un passo lungo che lascia spazio a due occupanti e un motore di grande volume davanti all’asse posteriore”.

Un manifesto tecnologico

L’Audi Rosemeyer non è un semplice prototipo, ma la dimostrazione del potenziale tecnologico del marchio Audi. I grandi dischi freno perforati sono riconoscibili nelle enormi ruote. Le vistose prese d’aria strutturano l’intera carrozzeria in alluminio e caratterizzano soprattutto il frontale, dove i gruppi ottici hanno una particolare forma aerodinamica e vantano già fari allo xeno tanto compatti quanto potenti.

Per questioni aerodinamiche non ci sono specchietti retrovisori, ma telecamere che proiettano la visuale posteriore e laterale su monitor all’interno dell’abitacolo, dove – oltre all’alluminio spazzolato, al carbonio e alla pelle – è stata utilizzata una trapuntatura Nomex ignifuga.

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