- Jabal Hafeet Road Emirati Arabi Uniti
- Quanta arroganza
- Quattro personalità
- Ducati Diavel V4, comfort di classe
- Strategia che funziona, cilindri dormienti
- Un progetto che convince
- Regolata per il divertimento
- Ciclistica per palati fini
- Ducati Diavel V4 Freni da Panigale
- Colpo di fulmine
Ducati Diavel V4 prova Marco Selvetti
Jabal Hafeet Road Emirati Arabi Uniti
21 curve, 12 chilometri di asfalto perfetto che ti portano in tempo zero a 1.000 metri di quota. Questa strada, teatro di prove di trasmissioni televisive del calibro di Top Gear UK è stata scelta dagli uomini di Ducati per portare al debutto la nuova Ducati Diavel V4: la power cruiser più sfrontata del mercato.
Quanta arroganza
Quattro personalità
C’è tutta l’elettronica che uno possa desiderare a partire dalle quattro gestioni di mappature dalla Rain, Urban, Touring e Sport. Le ultime due esprimono, con la massima potenza, tutta la personalità di questo quattro cilindri. Ho analizzato tutte e quattro le soluzioni; le prime due sono decisamente conservative al punto che la urban salvo pessime condizioni meteo e asfalto fradici risulta essere troppo soffocata erogazione. L’apertura del gas a moto piegata non si trasforma immediatamente in una spinta in avanti ma aspetta che centralina e piattaforma inerziale ritrovino la moto a inclinazione minima per erogare una potenza che è comunque molto progressiva e dolce.
Touring e Sport sono le anime più pure di questo “mostro” che a tutti gli effetti è una Power Cruiser ma che si potrebbe scontrare senza mostrare il fianco con le regine del settore delle maxi naked. Scelgo la mappatura Sport e da lì non mi sposto perché è quella che letteralmente fa sognare, mette in perfetta sintonia e sincronia il motore con il comando del gas che si traduce in un’accelerazione portentosa e priva di filtri fino a 10.000 giri indicati. Lode al comportamento del cambio che si distingue per gli innesti marcia precisi, velocissimi e morbidi nell’azionare la leva: quick shift obbligatorio per godere dell’effetto mitraglia.
Ducati Diavel V4, comfort di classe
Segnalo le pochissime vibrazioni concentrate nella zona del manubrio non percepite sulla sella e sulle pedane. Per rendere ancora migliore la permanenza bordo di Diavel e delle nuove Ducati V4 – vedi la Multistrada Rally – la Casa di Borgo Panigale ha lavorato sulla disattivazione de cilindri posteriori a regimi inferiori ai 4.000 giri. Soluzione che premia dal punto di vista dei consumi e che riduce la temperatura percepita nella zona della sella durante la guida.
Strategia che funziona, cilindri dormienti
Il V4 girando a bassa velocità sotto i 4.000 giri mantiene i due cilindri posteriori disattivati e rimangono tali se abbiamo l’accortezza di guidare con un filo di gas. Sorpassato il regime soglia o ruotando con decisione l’acceleratore i cilindri posteriori si attivano garantendo tutto il bello che questo motore promette sia in termini di potenza sia di coppia.
Un progetto che convince
Regolata per il divertimento
Apprezzata la scelta del primo setup delle sospensioni, la forcella con steli da 50 mm di diametro è completamente regolabile e posteriormente il mono ammortizzatore ha guadagnato quei 15 mm di corsa di corsa in più che garantiscono un comfort superiore. Ottimo l’assorbimento delle asperità dell’asfalto, trasferimento in frenata e accelerazione contenuto al punto che si fatica a non immaginarla coinvolta in una comparativa di naked convenzionali.
Ciclistica per palati fini
ll comportamento in percorrenza di curva è buono, è doveroso ricordarsi che lo pneumatico da 240 mm non ha l’agilità di una misura sportiva, e tende un po’ ad appoggiarsi quando si raggiungono certi gradi di piega. Ma questo “limite” si traduce in una grande sicurezza garantita dalla grande superfice di gomma che accarezza l’asfalto.
Ducati Diavel V4 Freni da Panigale
A fermare l’irruenza di chi mette alla guida di Diavel V4 ci pensano i dischi da 330 mm di diametro e le relative pinze Brembo monoblocco Stylema, eccellenti compagni dell’ABS regolabile su tre livelli con funzione cornering. Abituati da Ducati ad avere freni posteriori con poco mordente segnalo che in quest’occasione di forza frenante dietro ce n’è fin troppa.
Colpo di fulmine
Questa Diavel mia conquistato dal primo momento che abbiamo incrociato lo sguardo a novembre durante EICMA 2023 e mi ha poi stupito per la facilità di utilizzo, per la possibilità di scegliere la migliore configurazione di potenza, traction e wheeling control rispettando i miei gusti in tempo zero. Ho apprezzato il pacchetto elettronico per come è riesca a rendere armonico il motore e la sua cavalleria sia nell’uso turistico sia piegando con le pedane a terra grazie a un avantreno solido e comunicativo. Ancora una volta Ducati quando esce dalla logica della pista e del racing riesce a stupire e convincere con idee originali e fuori dagli schemi come la nuova Diavel V4.