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Porsche – La prossima Cayenne sarà elettrica e avrà una sorella maggiore

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Porsche – La prossima Cayenne sarà elettrica e avrà una sorella maggiore

La Porsche ha chiuso il 2022, anno della sua quotazione in borsa, con quattro nuovi record: il fatturato ha raggiunto i 37,6 miliardi (+13,6% rispetto all’anno precedente), l’utile operativo i 6,8 miliardi (un balzo del 27,4%), le vendite si sono attestate a quota 309.884 unità (+2,6%) e il net cash flow è salito da 3,68 a 3,87 miliardi (+5,2%).

Obiettivo 20%. Il margine operativo, inoltre, è salito dal 16 al 18%, in linea con l’ambizioso obiettivo di lungo termine, fissato dalla strategia “Road to 20” a oltre il 20%. “Non ci concentreremo solo sul pricing o sulla struttura dei costi, ma sul rendere i nostri prodotti ancora più unici, desiderabili e vicini ai gusti dei clienti”, ha dichiarato il direttore finanziario Lutz Meschke, in riferimento al piano, avviato ufficialmente proprio nel 2023.

Verso un ambizioso piano prodotto. Una visione ulteriormente chiarita dall’amministratore delegato, Oliver Blume: “Espanderemo la nostra gamma con altri modelli inediti, incrementeremo l’attenzione per le edizioni limitate e per il nostro programma di personalizzazione Sonderwunsch”. Dichiarazioni inequivocabili, nelle quali si trovano le premesse di un’offensiva molto ambiziosa, in cui le elettriche avranno un ruolo centrale.

Macan elettrica nel 2024, 718 subito dopo. Il prossimo passo in questo senso arriverà, come noto, nel 2024, con l’avvio delle vendite della nuova generazione della Macan. La Suv media a zero emissioni sarà poi seguita dal lancio della nuova 718, erede delle attuali Boxster e Cayman. “Il suo debutto avverrà alla metà del decennio e sul medio termine sarà disponibile unicamente come elettrica”: una notizia inedita, quella emersa durante l’Annual press conference, che lascia intuire una declinazione termica ancora disponibile per le due sportive entry level, almeno nei prossimi anni.

La prossima Cayenne sarà elettrica. “La 718”, e questa è un’altra notizia ufficializzata durante la conferenza di bilancio, “sarà seguita dalla quarta serie della Cayenne, che sarà a sua volta elettrica e che sosterrà l’obiettivo della Porsche di superare l’80% delle sue vendite annuali con i modelli a batteria nel 2030”. E per finire, l’ultimo step della nuova strategia di prodotto: “Intendiamo espandere la nostra offerta verso l’alto con una Suv elettrica posizionata sopra la Cayenne”.

L’annuncio della maxi-Suv. Si tratta senza dubbio della notizia più interessante annunciata oggi: questa maxi-Suv sarà frutto di un progetto sviluppato da zero, che consentirà “nuove funzioni di guida automatizzata” e “un’esperienza di interfaccia completamente nuova”, in virtù della piattaforma completamente nuova su cui nascerà, la SSP Sport che proprio la Porsche sta sviluppando per l’alto e l’altissimo di gamma del gruppo Volkswagen. “Stiamo osservando nuove possibilità di profitto in questa regione del mercato”, ha commentato Blume, “soprattutto negli Usa e in Cina”.

Il facelift della Cayenne attuale è dietro l’angolo. In termini di novità di prodotto, tuttavia, l’appuntamento più vicino in calendario è quello con il facelift della Cayenne attuale, che verrà presentato nel corso della primavera e andrà in vendita nel 2023, con una gamma di ibride plug-in che conterà tre alternative, capaci di un’autonomia elettrica superiore agli 80 chilometri.

La 911 ibrida: anche per lei debutto imminente. Ma non sarà solo la Cayenne a spingere sempre più sull’ibrido: anche la 911 seguirà questa strada. “Io e Lutz l’abbiamo guidata”, ha rivelato Blume “e siamo rimasti impressionati dalle sue caratteristiche. Anche per lei c’è un futuro elettrificato, ma non plug-in: si tratterà di un ibrido sportivo”, ha aggiunto. Nessuna indicazione riguardo i tempi di debutto del nuovo powertrain, ma indiscrezioni non ufficiali lo collocano in contemporanea con l’arrivo del facelift della serie 992, che a sua volta dovrebbe farsi vedere entro quest’anno.

Carburanti sintetici sempre più centrali. La strada verso la decarbonizzazione, dunque, passerà soprattutto per l’elettrificazione, ma non escluderà i carburanti sintetici. Che, al contrario, assumono una posizione sempre più centrale nei discorsi ufficiali della dirigenza: “Con l’impianto inaugurato lo scorso dicembre in Cile abbiamo dimostrato che gli e-fuels possono essere prodotti su scala industriale”, ha affermato Blume.

E-fuel strategici anche per aviazione e navi. “La discussione su questo tema è molto emotiva”, ha aggiunto il ceo, “ma non c’è conflitto tra carburanti sintetici ed elettrico. Se si prende la protezione del clima sul serio, bisogna esplorare tutte le alternative: noi, sulle EV, abbiamo una delle curve di ramp up più rapide dell’industria, ma esisteranno nicchie in cui saranno gli e-fuels a permetterci di azzerare la CO2. Se prodotti in certe regioni del mondo, dove le rinnovabili hanno un ruolo preponderante, questi carburanti possono avere un grande ruolo anche per i mezzi pesanti, l’aviazione e il trasporto navale”, ha proseguito Blume durante la sessione di domande a margine della conferenza.

La strada più rapida per decarbonizzare il circolante. Una posizione che fa perno anche su altre considerazioni: “Il vantaggio dei carburanti sintetici è che possono funzionare su normali motori a combustione interna e alimentare il miliardo e passa di automobili in giro per il mondo, decarbonizzandole. Dobbiamo solo declinarli su scala industriale: credo che anche in Europa ci sia l’opportunità di tenerli in considerazione, magari per modelli di nicchia, e che i governi debbano supportarli. Non vedo altre possibilità per decarbonizzare i motori termici altrettamento velocemente e ritengo che sia difficile trovare argomentazioni contrarie a un carburante sintetico prodotto con energia rinnovabile. Bisogna uscire, infine, dall’ottica strettamente europea, perché il cambiamento climatico è un problema mondiale. E per regioni come l’India o l’America Latina dobbiamo trovare altre soluzioni oltre all’elettrico”.

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