Motus-E, a metà maggio, aveva lanciato l'allarme sull'utilizzo dei fondi del PNRR destinati alla rete di ricarica per le auto elettriche. Per l'associazione, c'era il rischio che questi fondi potessero non essere sfruttati con ovvie conseguenze negative per la realizzazione di un progetto fondamentale per la diffusione delle auto elettriche nel nostro Paese.
Motus-E, però, aveva rilevato una serie di criticità, e aveva puntato il dito sulle tempistiche visto che le aziende avevano solo 28 giorni a disposizione per la presentazione dei progetti. Inoltre, l'associazione aveva evidenziato la poca chiarezza delle definizioni usate nei decreti e l’ampiezza degli ambiti di gara.
Raggiungeremo gli obiettivi nei tempi prefissati, senza la necessità di dilazionare ulteriormente le scadenze già stabilite.
Il riferimento è alla scadenza del 30 giugno 2023, data entro la quale va notificata l’aggiudicazione di tutti gli appalti per la costruzione delle infrastrutture per la ricarica. Pichetto ha anche ricordato che per chiarire ogni dubbio è stato attivato uno sportello virtuale col supporto del GSE e che in un partecipato incontro con oltre duecento soggetti sono state analizzate le potenziali criticità.
Dunque, secondo il ministro, non è stato necessario dover prorogare il termine del 9 giugno per la presentazione dei progetti. Risposte che, però, non hanno convinto l'On. Giulia Pastorella che, replicando al ministro, si chiede come mai ci sia stata la necessità di ricorrere ad una tempistica così breve e a misure “emergenziali” come tavoli di supporto quando le stesse misure di aiuto potevano essere previste con tempi più lunghi, visto che i decreti attuativi erano già pronti a gennaio. Dunque, l'On. Pastorella si chiede cosa sia successo tra gennaio e maggio. Aggiunge poi che il timore non è solo quello dell'ottenere i fondi del PNRR ma è anche legato ai cittadini, visto che la mancanza di infrastrutture di ricarica è una delle principali barriere all'adozione delle auto elettriche.