Il ministro dell'Economia transalpino accoglie le parole di Tavares e alza il pressing sull'Europa: "Dobbiamo difenderci con forza"
Aveva lanciato l’idea a fine settembre, in risposta all’Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti, e lo ribadisce ora, con molta più decisione, intervenendo al Paris Automotive Summit, in scena al Salone di Parigi 2022: l’auto elettrica europea deve essere protetta in tutti i modi dall’offensiva cinese.
Concorrenza e burocrazia nel mirino
“Tutti gli sforzi che stanno facendo i costruttori europei e le autorità locali per migliorare la competitività sono vani se l’Europa non resiste meglio alla concorrenza internazionale e non difende i suoi interessi economici con più forza”, sono le dichiarazioni del ministro, riportate dalle agenzie di stampa. La paura è che l’Ue “non possa fare nulla di fronte alla concorrenza cinese”.
Una sorta di “ricetta sovranista” per l’auto elettrica non è comunque l’unica proposta di Le Maire. Ciò che serve al blocco è soprattutto una scossa sul fronte burocratico. Troppo lente, secondo il responsabile del Tesoro d’Oltralpe, le procedure per avviare i piani con protagoniste le zero emissioni. Un problema che conosciamo molto bene anche per gli iter autorizzativi degli impianti per l’energia rinnovabile.
Il focus va anche alle batterie: “Se non le produciamo qui, in condizioni ambientali corrette, ci faremo invadere da prodotti realizzati in condizioni ambientali sbagliate”. In sintesi, sono tre i pilastri del piano Le Maire: “Sostegno pubblico, impegno dei costruttori e impegno dell’Ue a intervenire in maniera decisa”.
L’endorsement di Stellantis
Il ministro specifica così quella che, solo poche settimane prima, era sembrata una provocazione, o una boutade. Prima di concludere, un messaggio a Renault e Stellantis: “Ci aspettiamo che riportino la produzione in Francia”.
E proprio dal costruttore italo-francese era arrivato un endorsement implicito a Parigi. A scendere in campo era stato il ceo Carlos Tavares, chiedendo parità di condizioni con Pechino, a dimostrazione che, lontano da Bruxelles, l’idea di un sovranismo dell’auto elettrica si insinua con forza, tanto tra i politici che tra le Case.
“Io sono per competere e andare avanti – ha detto Tavares a Motor1.com –, ma al tempo stesso chiedo ai leader politici europei di creare condizioni simili a quelle che troviamo noi quando andiamo in Cina. Non c’è ragione per creare condizioni migliori di quelle che vengono riservate a noi da loro. C’è un problema di asimmetria competitiva, che ha bisogno di essere riparato. E questo è compito dell’Unione europea”.