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Opel Astra plug-in, perché comprarla e perché no

La compatta a ruote basse offre buone prestazioni dinamiche e consumi soddisfacenti. Peccato per le dimensioni del bagagliaio

opel astra plug-in, perché comprarla e perché no

In un mondo dominato oramai dai SUV, c’è ancora spazio per auto compatte. Una di queste è evidentemente l’Opel Astra, la cui natura rimane quella di soddisfare i bisogni di chi vuole guidare più vicino all’asfalto. 

Per rimanere al passo con i tempi però, anche l’Astra si è elettrificata: la 1.6 Hybrid plug-in è dunque la protagonista di questo nuovo appuntamento con il #PerchéComprarla. Com’è cambiata fuori, dentro e come si comporta su strada dunque? Scopriamolo insieme. 

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Dimensioni | Interni | Guida | Consumi | Prezzi

Pregi e difetti

Ci piace Non ci piace
Guida appagante Bagagliaio con poca capienza
Qualità costruttiva  Bocchette di refrigerazione scomode
Consumi molto buoni Tasti plancia centrale con poca qualità
Design e stile piacevoli  

Verdetto

8.0 / 10

Se il mondo dell’automobile abbina sempre di più la comodità di un ruote alte con velleità dinamiche che accennano al piacere di guida, l’Opel Astra rimane legata saldamente all’assioma opposto: berlina compatta a cui aggiungere una dinamica di guida appagante – pur senza velleità sportive – e un concreto spazio a bordo.

Lo stile – interno ed esterno – mantengono quei capisaldi di sobrietà e modernità, con in più un concetto più impattante. L’Astra dunque si conferma quale uovo di colombo per chi ha ancora piacere a sentire l’asfalto più vicino. Il rovescio della medaglia è dato da un bagagliaio che perde litri in questa versione plug-in. Una versione da prediligere – previa abbonamenti – qualora si possa installare una wallbox in casa o se si riesca a caricare dal proprio posto di lavoro.

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Dimensioni, bagagliaio e spazio

Il salto di qualità estetico dell’ultima generazione dell’Astra è palese con il nuovo frontale Vizor ispirato alla mitica Manta, la griglia anteriore così netta nei suoi tratta, e con il logo della casa in bella mostra. Alle estremità, ecco la firma data dai proiettori a Led.

E’ aggressiva senza essere invadente questa Astra, grazie anche a proporzioni tradizionali, linee di cintura e di profilo classiche e superfici che confermano la sua solidità.

La sua base tecnica, comune alle cugine Stellantis, si percepisce dall’ampiezza del cofano, e dall’andamento del terzo montante, che confluisce su un lunotto piccolo, sovrastato da uno spoiler, e dalle luci posteriori a sviluppo orizzontale. Al centro poi, ecco la firma su sfondo nero che, devo dire, non valorizza fino in fondo la livrea.

Aprendo il bagagliaio, riflettendo sulla natura da plug-in, la sentenza appare certa: il baule ci rimette per far spazio alla batteria. E l’Opel Astra non fa eccezione. 352 litri non sono molti per una berlina che sfiora i 4 metri e 40. In più, va considerata anche la mancanza di un pozzetto o un divisorio apposito per contenere il cavo di ricarica. Lo spazio è comunque regolare grazie ai passaruota annegati. Si sfrutta bene per contenere i bagagli.

Inoltre è ben rivestito in moquette. Sono presenti 4 ganci e luce da 12 volt, oltre a ulteriori incavi per contenere buste o sacche morbide. Il gradino è irrisorio, un punto in più. I sedili si abbattono in configurazione 60:40 ma è presente una fessura per poter stivare sci o simili. Il piano che se ne ricava è praticamente orizzontale e senza impedimenti.

L’accesso posteriore è agevole perché la linea del tetto corre parallela alla strada e non si rischia mai di sbattere con la testa. Anche per i più alti è facilissimo trovare la posizione più comoda dato che lo spazio è sufficiente in tutte le direzioni; viaggiando in quattro si può sfruttare il bracciolo centrale.

Il quinto posto è invece sacrificato, perché la seduta è rialzata, con lo schienale più rigido e il tunnel importante a causa del passaggio dell’albero di trasmissione della trazione integrale. A disposizione di chi si trova sul divano ci sono le bocchette dell’aria e due prese USB di tipo C.

Le misure  
Fuori  
Lunghezza 4,37 metri
Larghezza 1,86 metri
Altezza 1,61 metri
Passo 2,68 metri
Dentro  
Bagagliaio 352/ 1.268 litri

Plancia e comandi

L’efficienza tedesca di una volta è rimasta intatta, e in più ora è meno “seriosa”. Razionale certo, come chi sceglie Opel vuole – e pretende – ben fatta, ma anche con un certo stile.

La plancia, piatta, ha un motivo d’effetto, che ben si lega anche al doppio monitor da 10 pollici per infotainment e guida. Tutto l’ambiente, anche se un po’ troppo scuro va detto, offre sobrietà ma non piattezza. I comandi per il clima e il menu dell’infotaiment a sbalzo son oun tocco in più, anche se la loro qualità percepita non è delle migliori. Il tunnel centrale ospita due portabicchieri con slitta a scomparsa, una zona per caricare il proprio smartphone, e un cassettino con apertura a libretto.

Cuciture a vista e materiali morbidi nella zona superiore sono punti in più, così come l’imbottitura della seduta per guidatore e passeggero. Il cassettino portaogetti ha una buona capienza, ed è anche rivestito – dettaglio da non sottovalutare. Gli interni porta mostrano lo stesso motivo, con cuciture a vista e scomparti comodi e capienti.

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Come va e quanto consuma

Storicamente le Opel sono sempre state auto godibili da guidare, e anche quest’ultima Astra Plug-in non fa eccezione. Sono due le variabili che fanno capire la sua dinamica: il peso di poco meno di 1700 chilogrammi – non pochi – e i 179 cavalli di potenza complessiva, godibili anche quelli, così come la coppia di 360 Nm dati dal già conosciuto 1.6 turbo benzina abbinato al sincrono a magneti permanenti.  

E’ un’auto che mostra una buona spinta, una bella trazione e accetta la guida sportiva, a patto di non esagerare. Il meglio riesci a tirarlo fuori quando imposti una guida fluida e scorrevole, ma senza forzare troppo gli ingressi in curva, altrimenti si può perdere un po’ di precisione.  

Lo sterzo è diretto, e ha anche un buon carico del volante tra le mani – carico che aumenta prograessivamente con la velocità – mentre il cartellino da visita più evidente è dato dalla taratura delle sospensioni – Macpherson davanti e ponte torcente dietro ve lo ricordo- piuttosto rigida, con conseguente poco rollio, a scapito di assorbimento di buche o sconnessioni un po’ troppo secco.   

D’altro canto, stiamo parlando sempre di un’auto versatile e compatibile con varie necessità. E’ a suo agio tanto in città quanto fuori porta, grazie anche a tre diverse mappe su cui interagire: una per sfruttare la modalità elettrica a fondo preferibilmente in città, la seconda per una gestione più equilibrata tra termico e elettrico, e infine la terza, la mappa sport, con un’erogazione più pronta, ma anche la possibilità di snocciolare manualmente le marce del cambio, l’automatico a 8 rapporti comunque preciso e fluido. 

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Proprio per la sua natura ibrida, si può cambiare anche il quantitativo di rigenerazione premendo il tasto B-Brake vicino al selettore della trazione. 

A proposito di rigenerazione e frenata, il pedale del freno offre buone sensazioni nella guida tra le curve, meno invece nella sua modulazione in città, alle bassissime velocità, quando ci si approccia a uno stop ad esempio. Questo è dato principalmente tra la comunicazione tra fase rigenerativa e frenata meccanica, migliorabile. 

Ottimale invece la risposta del pedale dell’acceleratore, con una corsa sufficientemente lunga per essere modulabile in varie condizioni, ma anche con una risposta sempre pronta sotto il piede.

La visibilità è buona anzi molto buona per quanto riguarda la percezione dei limiti della carrozzeria, buona anche ai lati, anche se la grandezza del montante anteriore talvolta rende meno immediato lo sguardo nelle svolte.

Promossa a pieni voti invece l’insonorizzazione, e questo si può percepire al meglio quando si affronta un viaggio in autostrada, sfruttando principalmente la trazione elettrica. Non si avvertono fruscii o rumori di sorta.  

opel astra plug-in, perché comprarla e perché no

La compatta di Russelsheim consuma 5 l/100 km, quindi 20 km/l in ambiente urbano, riuscendo a sfruttare principalmente la sua natura elettrificata – sia in sfruttamento costante, sia in rigenerazione.

Il veleggiamento e la scorrevolezza della sua dinamica di guida portano ad avere un consumo extraurbano pari a 5,7 l/100 km, mentre in autostrada si raggiungono i 6 l/ 100 km, quindi poco più di 16,5 km/litro.  

In elettrico, l’Astra Plug-in riesce a percorrere una media di 55 chilometri.

Versione provata  
Motore 1.6 turbo benzina plug-in
Potenza 179 CV
Coppia 360 Nm
Cambio Automatico a 8 marce
Trazione Anteriore

Prezzi e concorrenti

L’Opel Astra ibrida plug-in parte proprio dall’allestimento Business Elegance in quanto configurazione base. Il prezzo è di 38.249 euro. Proprio la Business Elegance è protagonista della nostra prova, con un sovraprezzo di 700 euro per la tinta nera . Di serie ha gli adas, i cerchi da 17 pollici, luci ambientali a led, rivestimenti interni e entrata a bordo senza chiave, oltre a volante riscaldabile nevigatore e carica wireless.

Qualora vogliate passare alla versione GS, il prezzo di partenza sale a oltre 41mila euro, 39.749 con ecoincentivo statale di 2000 euro. L’ultimate ha ulteriori dettagli estetici, sedile regolabile a 10 vie, retrovisori riscaldabili e camera a 360 gradi. 

opel astra plug-in, perché comprarla e perché no

La rivale storica dell’Opel Astra ha nome e cognome, la Volkswagen Golf.  anche se inferiore di lunghezza, si muove con lo stesso “passo”. E poi è paragonabile per la sua natura da plug-in.  

Il segmento delle berline compatte rimane comunque affiatato: La Seat Leon è una rivale accreditata per dimensioni e natura elettrificata, mentre se si volesse giocare in “casa” Stellantis, bisognerebbe guardare la peugeot 308 oppure, se si vuole un mezzo con un approccio diverso – ora anche in termini di volumi – si può vedere la C4.  
Rimanendo sotto l’ombra della Torre Eiffel, potete valutare anche la Renault Megane E-Tech. 

Guardando a Oriente invece, le alternative possono essere la Hyundai i30 o la Kia Ceed.  

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