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Nuovo Codice della Strada, neopatentati su veicoli più potenti e autovelox da rivedere: ecco cosa pensano gli italiani

nuovo codice della strada, neopatentati su veicoli più potenti e autovelox da rivedere: ecco cosa pensano gli italiani

Controllo polizia locale

Le novità introdotte al Codice della Strada, il cui relativo disegno di legge è stato approvato nei giorni scorsi alla Camera e che, una volta ricevuto l’ok del Senato, potrebbero entrare in vigore già prima dell’estate, non convincono del tutto gli italiani.

In particolare, come rivelato da una recente indagine sugli automobilisti, a far discutere sono in particolare le modifiche che interessano i rilevatori di velocità, comunemente chiamati autovelox, e i neopatentati.

Auto più potenti per i neopatentati: cosa ne pensano gli italiani

Riguardo alla riforma del nuovo Codice della Strada, che prevede la possibilità per i neopatentati di guidare auto più potenti (autoveicoli con una potenza inferiore a 75 kW/t, e autovetture con una potenza massima inferiore ai 105 kW), dal sondaggio è emerso che il 57% degli italiani si dichiara non favorevole, principalmente perché si reputano queste auto troppo pericolose (70%), soprattutto se in mano a guidatori inesperti (25%).

Cosa cambia per i neopatentati

La riforma prevede che per i primi tre anni dal conseguimento della patente, i neopatentati non potranno guidare auto con potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 75 kW/t, e con potenza massima di 105 kW. Oggi invece il vincolo vale solo per il primo anno dal rilascio della patente: i tre anni, quindi, costituiranno una restrizione molto più forte. Ma le novità riguardano anche un altro aspetto: attualmente non è consentita la guida di auto aventi una potenza specifica superiore a 55 kW/t, e con massimo pari a 70 kW. Quindi, in questo caso ci si metterà al volante di macchine più potenti. In sintesi, si allunga il periodo del neopatentato a tre anni, mentre si allarga il ventaglio di vetture da guidare.

Il pensiero degli italiani sugli autovelox

L’aumento delle multe per eccesso di velocità è un altro argomento che suscita grandi discussioni, per cui si è aperta la proposta di rivedere le norme di posizionamento dei controlli quali gli autovelox, soprattutto per quanto riguarda i centri urbani.

In questo ambito gli italiani si dividono: per quanto quasi 7 persone su 10 affermino che sia giusto che “chi sbaglia paga”, altrettante persone pensano anche che le sanzioni erogate siano principalmente un modo per i comuni di incassare soldi. Gli autovelox, infatti, non sempre vengono visti come un ottimo strumento per aumentare la sicurezza stradale e diminuire gli incidenti (solo il 27% dei rispondenti la pensa così), ma il 65% li riposizionerebbe in maniera diversa e solo in alcune strade, e il 74% troverebbe metodi alternativi a questi.

Ed è proprio il posizionamento degli autovelox che divide a metà gli italiani: pensando alla località in cui vive, il 41% degli italiani dichiara che i controlli sulla velocità non siano posizionati correttamente, il 35% afferma che lo sono solo in parte. Infatti, proprio in questi giorni si sta discutendo un Decreto ministeriale, che prevede una riduzione degli autovelox nelle città e nei centri urbani e l’uso in strade ad alta incidentalità e dove non è possibile posizionare altre infrastrutture per rallentare i veicoli. Questo Decreto vede ben il 70% degli italiani a favore.

Le novità rispetto alla situazione attuale

Un decreto apposito che rientra nella riforma del Codice della strada, approvata alla Camera, introdurrà nuove modalità di posizionamento degli autovelox: l’apparecchio sarà utilizzabile solo se il massimo della velocità concessa su quel tratto è inferiore di non oltre 20 km/h rispetto a quanto previsto dal Codice per quel tipo di strada. Non si possono quindi controllare i limiti come imposti dal Codice, ma solo quelli, inferiori al Codice, introdotti dai rispettivi Comuni.

Sarà fondamentale, poi, la riconoscibilità dell’autovelox, che dovrà essere preceduto da un apposito segnale a non meno di 1 km. Inoltre, tra due dispositivi diversi si dovrà mantenere una distanza di almeno 3 km sulle strade extraurbane principali e di 1 km su quelle secondarie.

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