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"Non ci capiamo nulla". La nuova Ferrari è come quella vecchia

“Non ci capiamo nulla”. La nuova Ferrari è come quella vecchia

La nuova Ferrari vale quanto quella vecchia. La fine del tunnel resta lontanissima perché il potenziale della Sf-23 resta ingabbiato da una inconsistenza cronica che fa dannare sia Sainz che Leclerc. Dopo sette gare la soluzione al rebus ferrarista non c’è ancora. La Ferrari lotta per la pole in qualifica e poi in gara sparisce. «Non ci capiamo più niente. La macchina non fa lavorare le gomme. Ho messo due volte le dure, in uno stint non andavano per niente e nell’altro invece era meglio. Eppure guidavo allo stesso modo, ma le differenze erano enormi. Perché? Non riusciamo a capire». Le parole di Leclerc non hanno bisogno di interpretazioni. Il passo avanti sperato non è arrivato.

Il potenziale della vettura resterà alto come sostiene Vasseur («sempre lo stesso problema. In qualifica abbiamo un passo discreto, quindi il potenziale c’è»), ma non è possibile non capire perché non si riesca a sfruttarlo. C’è tanto da lavorare. Ma il timore è che si debba anche cambiare il modo di farlo. La Mercedes ha rivoltato la macchina ed è tornata sul podio con due vetture come non le capitava dal Brasile dello scorso anno. La Ferrari oggi ha superato solo l’Aston Martin che però, come ha sottolineato Alonso, ha portato a casa più punti.

Sainz è scivolato dal secondo al quinto posto chiudendo a oltre 45 dal vincitore, impotente contro le Mercedes e le Red Bull. Solo l’Aston Martin è rimasta dietro. Leclerc che partiva dai box dopo aver sostituito tutto il retro (comprese centralina e batteria) è risalito dal 20° all’11° posto. Non abbastanza per sorridere. «Punto ad entrare tra i top cinque», aveva detto poco prima del via. Non è arrivato neppure in zona punti lottando fino in fondo con Gasly.

Chiudiamola qui. Diamo il terzo mondiale a Max e ripartiamo da zero. Il Mondiale 2023 era segnato dalla prima gara. Adesso sta diventando noioso tanto è grande il dominio della Red Bull, almeno di quella guidata da super Max arrivato alla 40esima vittoria in carriera, a una sola dal mito Senna. Verstappen che aveva cominciato a vincere proprio qui a Barcellona nel 2016 ormai non si ferma più, è in testa da 153 giri di fila e fa esattamente quello che vuole in pista. Quando si è preso una bandiera bianconera per aver superato due volte i limiti della pista non ha fatto una piega, si è preso anche il punticino del giro veloce restando perfettamente nei limiti. Ha chiuso con più di 24 sulla Mercedes di Hamilton e con 32 su quella di Russell. Due Mercedes sul podio, pur approfittando dell’errore di Perez in qualifica, quest’anno non si erano ancora viste. Il passo avanti c’è stato. Il team di Toto oggi è tornato ad essere il secondo anche se non si vedono chance di vittoria contro questa Red Bull arrivata alla 99esima vittoria della sua storia. Un numero destinato a gonfiarsi fino a fine anno.

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