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Nissan Ariya rallenta: problemi produttivi a Tokyo

La capacità produttiva dell'impianto di Tochigi è stata ridotta del 30%, previsti rallentamenti alla produzione e alle consegne

Non arrivano buone notizie per Nissan dal Giappone. A causa di alcuni rallentamenti presso l’impianto di Tochigi, a nord di Tokyo, il marchio nipponico sarà costretto a ritardare alcune consegne di Ariya: le ultime indiscrezioni raccontano di uno stabilimento che sta operando almeno il 30% al di sotto dei piani iniziali a causa di problemi con il sistema di produzione altamente automatizzato, il quale consente di costruire sulla stessa linea auto con propulsori diversi, che Nissan ha stabilito per il suo SUV elettrico.

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Produzione a rilento in Giappone

Una fonte anonima citata da Carscoops ha sottolineato che far funzionare questa linea di produzione a piena capacità rappresenta una sfida estremamente impegnativa, in particolare per quello che riguarda la linea di verniciatura avanzata che è diventata un problema particolarmente importante. A questo va aggiunta la carenza di placcatura per un importante componente elettronico utilizzato per Ariya, dopo che è stato registrato un incendio presso il fornitore cinese selezionato da Nissan. Ultima, ma non per importanza, la difficoltà che la casa giapponese ha incontrato relativamente alla fornitura di microchip e di semiconduttori, che va sommata alle interruzioni nelle spedizioni di componenti. Tutti fattori che, nel loro insieme, hanno creato non pochi grattacapi alla produzione di Ariya, che proprio in questi giorni ne sta pagando le conseguenze.

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Preoccupazioni per il futuro

Ad ogni modo, Nissan ha già fatto sapere che sta compiendo uno sforzo importante per riuscire a tornare alla capacità produttiva massima dello stabilimento di Tochigi. Una battuta d’arresto importante per il colosso giapponese, soprattutto in vista di un futuro tutt’altro che promettente: secondo S&P Global Ratings nella seconda metà di quest’anno Nissan andrà incontro ad un indebolimento della domanda e delle vendite dei suoi modelli negli Stati Uniti e in Europa, una situazione tutt’altro che positiva che si rispecchierà sui prezzi di vendita.

FP | Andrea Trezza RIPRODUZIONE RISERVATA

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