Nico Cereghini: “Liberty Media e MotoGP, suona più di un allarme”
Prima questione: perché Liberty Media è interessata a prendersi Dorna Sports? Perché si dice che MotoGP e SBK abbiano un grande potenziale, e con la F1 creerebbero un pacchetto molto appetibile da vendere agli sponsor, alzando il loro interesse. Ci crediamo? Direi di sì.
Seconda questione: è un affare? Oggi la Dorna arranca dopo i guasti della pandemia: fattura meno di 500 milioni di euro l’anno, ha debiti per 1,5 miliardi, non ha risorse per gli investimenti; in parole povere viene via per 4 miliardi, e Liberty (che ha utili importanti) pagherà meno tasse. E’ un affare, diversamente non si sarebbe alzato un dito.
Tornando a noi, non ho mai nascosto le mie riserve sulla visione di Liberty Media e del CEO della Formula 1, Stefano Domenicali. Per quello che vedo, la massima formula a quattro ruote avrà anche guadagnato visibilità e fatturato, ma è sempre più show e meno sport. E quando Domenicali è apparso sulla MotoGP di fianco a Ezpeleta ha detto parole piuttosto inquietanti. Il senso era: tutti quei turni di prova al pubblico non interessano, meno prove e più gare.
E’ una strada che del resto Dorna Sports ha già imboccato con il nuovo format introdotto nel 2023 con la Sprint. Che ha raddoppiato le partenze e i rischi per i piloti e non si chiama gara: non ha nemmeno il podio a dimostrazione che delle tradizioni sportive… importa niente.
Sono progetti che trovo pericolosi, anche alla voce federazioni. Le federazioni internazionali saranno anche in ritardo sui tempi, anche la nostra FIM lo è; ma lasciatelo dire a me che le ho fatto la guerra per anni: le federazioni sono da riformare ma ci vogliono, eccome. Perché sono, o almeno dovrebbero essere, i soli garanti dello sport e dei princìpi sportivi.
In collaborazione con Moto.it