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Nel Chianti 1.600 Mini provenienti da tutto il mondo, il raduno più spettacolare di sempre

nel chianti 1.600 mini provenienti da tutto il mondo, il raduno più spettacolare di sempre

Nel Chianti 1.600 Mini provenienti da tutto il mondo, il raduno più spettacolare di sempre

FIRENZE – Più di 1.600 Mini, provenienti da ogni parte del mondo, arrivate nel cuore del Chianti in Toscana, facendo un viaggio sulle strade ma soprattutto nel tempo e nelle emozioni. Così si è svolto dal 25 al 29 maggio l’International Mini Meeting 2023, ovvero il 41esimo raduno internazionale dedicato alla piccola, grande inglese nata nel 1959 per opera dell’ingegnere Sir Alec Issigonis e poi reinventata nel 2001 dalla Bmw.

L’ennesima edizione di una vera e propria festa che dal 1978 riunisce ogni anno in un diverso paese europeo amanti, collezionisti e possessori di una vettura che nei suoi quasi 13 lustri di vita ha attraversato epoche e mode diventando un’icona senza confini nel panorama automobilistico e rimanendo sempre sé stessa nel DNA.

Quell’inconfondibile british style che la best seller di Oxford ha mantenuto immutato anche nelle ultime generazioni nate sotto la paternità Bmw dove da singolo modello è stata trasformata in un brand con una gamma che oggi spazia dalle berline ai suv, passando per le cabriolet e per le varianti più sportive dopate John Cooper Work, oltre ai modelli ibridi e a batteria destinatati ad anticipare il nuovo corso elettrico del marchio, capace solo nei primi 3 mesi del 2023 di registrare vendite per 68.541 unità.

Ad organizzare l’International Mini Meeting per l’Italia è stato il Mini Owners Club, con il supporto di Mini Italia, scegliendo quale location dell’evento il campeggio HU Norcenni Girasole a Figline e Incisa Valdarno. Lì, si sono date appuntamento per l’occasione circa 6.000 persone dando vita a uno spettacolo unico, destinato ad arricchire la storia di un’auto capace di andare oltre l’auto.

“Mini has a beating heart”, (la Mini ha un cuore che batte): così ci ha detto sorridendo una coppia di americani arrivati al raduno da New York, spedendo per nave una rarissima Cooper S MK1 guidata, a dir loro, durante alcune prove dai piloti Paddy Hopkirk e Henry Liddon vincitori nel 1964 con la “scatoletta” inglese al Rally di Montecarlo.

L’International Mini Meeting è però ben più di uno spettacolo. “Da sempre è un’occasione per condividere e diffondere i valori di inclusione, solidarietà, divertimento, attenzione per il pianeta e per le persone racchiusi nella filosofia del brand”, ha detto Federica Manzoni, Head of Mini Italia, precisando la stessa manager come la Mini sia nata in origine per far fronte alla carenza di carburante causata dalla crisi di Suez del 1956 e come adesso sia pronta a fare il grande salto nell’era della mobilità “verde” proponendo dal 2030 solo ed esclusivamente delle versioni, in tutte le varianti di carrozzeria, spinte da motorizzazioni con la spina a zero emissioni.

Accanto all’ultima Mini Cabrio Electric, realizzata in edizione limitata a 999 esemplari, è stata infatti esposta al raduno la Concept Aceman: primo crossover completamente elettrico della Casa, destinato presto a diventare realtà. Un assaggio di futuro dove il cuore della Mini continuerà a battere sempre forte ma senza inquinare all’insegna di “Big Love for the People e Big Love for the Planet”.

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