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Nel 2022 le batterie sono costate di più: c’è da preoccuparsi?

Secondo Bloomberg, i rialzi proseguiranno anche nel 2023, ma già nel 2024 il prezzo scenderà grazie all’impegno dei Costruttori

nel 2022 le batterie sono costate di più: c’è da preoccuparsi?

Cosa sta succedendo al mondo delle batterie? Dopo il calo costante dal 2010, nel 2022 il costo degli accumulatori è salito del 7% secondo Bloomberg. La colpa è da attribuire all’impennata dei prezzi delle materie prime che hanno avuto una diretta conseguenza sulle celle (la principale componente delle batterie) e sui relativi listini.

C’è da preoccuparsi per il futuro? Sempre stando ai colleghi americani, questa fase è solo passeggera e presto il trend di discesa riprenderà. Ecco come.

Inversione di tendenza

A spiegare in modo chiaro il meccanismo dell’aumento dei prezzi delle batterie è l’analista Evelina Stoikou. Nell’evento BloombergNEF tenutosi a San Francisco negli scorsi giorni sono state prese in esame le possibili implicazioni sul mercato di questo incremento.

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L’assemblaggio delle batterie in uno stabilimento Volkswagen

Prima di tutto, facciamo un passo indietro: guardando lo scenario nel lungo termine, dal 2010 al 2021 si è passati da 1.306 a 141 dollari al kWh. Si tratta di un andamento sicuramente positivo e che lascia intendere come ormai la tecnologia delle batterie sia sempre più alla portata dei Costruttori. Il 2022, però, ha visto i prezzi crescere del 7% fino a 151 dollari al kWh, un piccolo “salto” frutto di vari fattori.

Come detto, la causa principale è dovuta all’incremento dei costi di elementi come litio, cobalto e nichel, alla base della stragrande maggioranza delle batterie automotive.

La risposta del mondo dell’auto

In risposta a questi aumenti (relativamente contenuti, come si intuisce), le Case hanno risposto potenziando la propria strategia di elettrificazione. C’è chi ha stretto nuovi accordi coi fornitori di materie prime, chi ha programmato la costruzione di nuove Gigafactory in alcuni mercati chiave e chi ha adottato un approccio verticale (come Tesla) controllando praticamente ogni aspetto della filiera.

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La Gigafactory Tesla in Nevada

I risultati di questo approccio si avranno nei prossimi anni, con un aumento della produzione che porterà necessariamente a incrementare l’offerta di prodotto (sia in termini di esemplari del singolo modello sia come modelli della gamma). Ciò porterà a ridurre i costi di listino e a un conseguente aumento della domanda.

Un vero e proprio circolo, che potrebbe terminare con un nuovo picco nel costo delle batterie (per quanto meno “violento” rispetto a quello del 2022 dovuto essenzialmente a fattori esterni).

In definitiva, secondo la previsione di Bloomberg, dopo un 2023 ancora leggermente in rialzo, dal 2024 i prezzi dovrebbero tornare ad abbassarsi. Ed entro il 2026 si dovrebbe raggiungere la soglia psicologica dei 100 dollari al kWh, che renderà le elettriche ancora più accessibili.

Fonte: Bloomberg

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