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Motori, i V12 BMW che hanno reso velocissima anche la McLaren F1

Il celebre BMW S70 a 12 cilindri non ha equipaggiato soltanto le Serie 7 e 8, ma anche una supercar da record e la mitica M8 mai nata

motori, i v12 bmw che hanno reso velocissima anche la mclaren f1

I motori V12 sono considerati per molti motivi lo stato dell’arte del motorismo tradizionale: fiore all’occhiello dei costruttori di sportive e supercar più celebrati come Ferrari e Lamborghini sin dal dopoguerra, sulle auto di lusso dei marchi meno di nicchia, come Audi, Mercedes e BMW, sono invece arrivati soltanto verso la fine del secolo scorso.

Nel caso di BMW, il più famoso di questi motori è l’S70, che non si è limitato a far fare il definitivo salto di qualità ad ammiraglie e sportive negli Anni ’90, ma ha scritto un’importante pagina di storia equipaggiando quella che per molti anni è stata l’auto più veloce al mondo, la McLaren F1, accompagnandola anche nelle competizioni.

La base

Come spesso accade, la storia di un propulsore di successo inizia da quello precedente, in questo caso l’M70 che non è soltanto il primo V12 della storia BMW, ma anche il primo in assoluto commercializzato da uno dei marchi della “triade tedesca”. Si tratta di un 5.0 da circa 300 CV realizzato in alluminio con angolo tra le bancate di 60° e distribuzione a due valvole per cilindro, caratteristiche riprese, appunto, dal successivo S70 di sei litri.

L’M70 debutta nell’87 con la BMW 750i (E32) e due anni dopo equipaggia la prima versione della coupé Serie 8 (E31), la 850i. Questo spinge anche i rivali di Mercedes a portare a termine il progetto del V12 M120, già in cantiere da un po’, e introdurre nel ’91 la versione 600 SE da circa 400 CV sulla Classe S W140. Audi ci arriverà invece soltanto dieci anni più tardi, quando lancerà sulla prima A8 l’innovativo 6.0 W12 da 450 CV.

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BMW 750iL 1991

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Il primo S70

BMW non ha fretta di rispondere ai rivali di Stoccarda con una rincorsa alle cilindrate, infatti alzerà a sua volta quella della 750i a 5,4 litri soltanto con la successiva E38, nel ’94, e arriverà a offrire un 6.0 sei litri ancora più tardi, nel 2002, con la E65 760i. Nell’immediato si occupa invece di cose più sfiziose, come l’evoluzione in chiave sportiva dell’M70, che viene avviata con la partecipazione del reparto Motorsport.

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BMW M8 E31 prototipo

La prima versione del progetto S70 è tuttavia destinata a non varcare i cancelli della fabbrica: si tratta di un motore portato a circa sei litri e capace di sviluppare oltre 550 CV, quasi il doppio della potenza del 5.0 di base, destinato a equipaggiare la M8 che però rimane un prototipo la cui esistenza non verrà confermata se non vent’anni più tardi.

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BMW 850 CSi 1993

L’S70B56

Mentre sviluppa il prototipo dell’M8 a cui finirà per non dare seguito, BMW lancia comunque una prima versione di punta della Serie 8, un po’ meno esagerata almeno al confronto con quella: si tratta della 850 CSi, che debutta a fine ’92 e monta il primo S70 “ufficiale” mai prodotto in serie, rimanendo a listino fino al ’96.

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Il motore S70B56 della BMW 850 CSi

Questo ha una cilindrata portata da 5 a 5,6 litri aumentando sia l’alesaggio sia la corsa, che passano da 84×75 mm a 86×80, ma conservando la distribuzione monoalbero a due valvole e le due centraline Bosch Motronic 1.7 che gestiscono iniezione e accensione di ciascuna bancata. Questo motore tocca i 381 CV a poco più di 5.000 giri, ha una coppia di 550 Nm a 4.000 giri e permette all’auto di scattare da 0 a 100 km/h in 6 secondi.

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McLaren F1 1993

La McLaren F1

Alla fine di maggio del 1992, poco prima della presentazione della 850 CSi, debutta un’altra vettura ad alte prestazioni: si tratta della McLaren F1, prima “stradale” realizzata dalla scuderia inglese, un vero bolide costruito con tecnologie e materiali innovativi. Tra le caratteristiche più interessanti, oltre ai tre posti con guida centrale, ha il peso contenuto ad appena 1.100 kg e un rapporto peso/potenza di appena 1,27 kg per CV.

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BMW S70 su McLaren F1

La sua fama si lega alla conquista del record di auto più veloce del mondo registrata nel Guinnes dei primati sempre nel 1993. Con 371,8 km/h, polverizza il precedente record della Jaguar XJ220 (343 km/h) e stabilisce in primato rimasto imbattuto per quasi 12 anni prima che Koenigsegg CCX e Bugatti Veyron riescano a fare meglio avvicinando e poi superando i 400 km/h.

La sua versione del V12 S70, siglata S70/2, è probabilmente derivata dall’unità “fantasma” della M8 del quale però non sono noti i dati. Rispetto al 5.6 della 850 CSi ha invece lo stesso alesaggio di 86 mm, ma la corsa allungata a 87 mm e una cilindrata finale di 6.064 cc. La potenza è di ben 627 CV a 6.700 giri, che diventano 680 sulla GTR da competizione vincitrice, tra l’altro, della 24 Ore di Le Mans del 1995.

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McLaren F1 GTR 1995

Questo motore si caratterizza per avere anche i pistoni in alluminio, per la lubrificazione a carter secco e per la presenza di due iniettori nei collettori di aspirazione e di un corpo farfallato per ciascun cilindro, anche se il sistema di aspirazione è a geometria fissa. Ci sono inoltre due alberi a camme per bancata e quattro valvole per cilindro con variatore di fase che anticipa il successivo sistema Vanos delle BMW di serie.

Il 6.0 da corsa

La terza e ultima variante del motore S70 (S70/3) prende le mosse ancora dall’attività sportiva di McLaren ed è una versione ottimizzata del precedente S70/2 montata inizialmente sulla F1 GTR Longtail. Ha la cilindrata ridotta a 5.990 cc per poter rientrare nella classe “entro i 6 litri” del regolamento FIA GT che ha minori limiti sull’aspirazione rispetto ai motori di cubatura superiore e sviluppa comunque 600 CV.

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BMW V12 LMR 1999

Dopo aver vinto alcune gare con la GTR a coda lunga, tra cui Silverstone, Helsinki e Spa nel ’97, questo motore viene ripreso da BMW che lo utilizza come cuore della sua prima LMP, la BMW V12 del ’98. La sua evoluzione, la V12 LMR, nel ’99 vince la 12 Ore di Sebring e regala a BMW la prima e (finora) unica 24 Ore di le Mans della sua storia.

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