Maverick Vinales, Aprilia Racing Team
Una prova davvero magistrare per lo spagnolo, al termine di una gara che sembrava già compromessa alla prima curva: dopo una partenza non troppo brillante, era stato portato largo da un leggero contatto con Pecco Bagnaia e si era ritrovato addirittura in 11° posizione.
Vinales però non si è perso d’animo, forte anche della scelta della gomma media al posteriore, a differenza della maggior parte dei piloti che lo precedevano che erano sulla soft, e piano piano ha cominciato a risalire la china. Non ci ha messo troppi giri a tornare nel trenino di testa e una volta che ha ripreso il plotone Ducati e la GasGas Tech3 di Pedro Acosta si è capito che ne aveva più di tutti anche oggi.
E’ stata da incorniciare però anche la prestazione di Acosta, che alla terza gara in carriera nella classe regina si è tolto la soddisfazione di comandare per la prima volta (il più giovane a riuscirci negli ultimi 33 anni), battagliando alla pari con pezzi da 90 come Marc Marquez e Jorge Martin. Proprio l’otto volte campione del mondo ha terminato la sua gara nella ghiaia proprio nel tentativo di tenersi dietro lo “squalo di Mazzaron”, perdendo dopo circa metà gara una bella chance di portarsi a casa l’ottavo successo in Texas quando ha esagerato la staccata alla curva 11 mentre era al comando.
Il secondo posto finale di Acosta migliora il terzo di Portimao e lo porta ad un solo gradino dalla prima vittoria. Tra le altre cose, ha fatto un’altra volta una differenza enorme nei confronti delle altre KTM, perché Brad Binder ha chiuso nono, oltre 13 secondi più indietro, e Jack Miller è sprofondato addirittura 13°.
Un sorpasso importante per il riminese, che trova il secondo podio consecutivo dopo quello di Portimao, ma soprattutto accorcia la classifica nei confronti di “Martinator”, portando il gap a 21 punti. Tra le altre cose, è la prima volta in questa stagione che il madrileno del Prima Pramac Racing non riesce a salire sul podio. E ora dovrà guardarsi le spalle anche da un arrembante Vinales a -24 e da Acosta a -26.
Chi invece ha visto crescere ancora il suo ritardo è un Pecco Bagnaia che ad Austin ha vissuto un weekend deludente. Anche la gara lunga non è andata tanto meglio della Sprint, anche se nelle prime fasi il campione del mondo in carica sembrava poter dire la sua nella lotta per la vittoria. Alla lunga però si è attardato e alla fine ha chiuso quinto in solitaria, scivolando a -30.
Buona invece la prova di Fabio Di Giannantonio, che con la sua Ducati GP23 della Pertamina Enduro VR46 è andato a cogliere un buon sesto posto, davanti all’Aprilia di Aleix Espargaro, mai all’altezza di Vinales su questa pista, ed alla moto gemella di Marco Bezzecchi.
Ennesima giornata nera per i marchi giapponesi, con Fabio Quartararo che ha chiuso 12° con la sua Yamaha, mentre il compagno Alex Rins non è riuscito a mettere a frutto neanche una super partenza che lo aveva portato in settima posizione, perché quando è caduto era arretrato al 16° posto. Una sola Honda ha visto il traguardo ed è stata quella di Luca Marini, che si è visto soffiare il primo punto stagionale nel finale da Alex Marquez, che gli è arrivato davanti pur essendo ripartito dopo una scivolata. Out, infine, Franco Morbidelli, caduto dopo 8 giri.